L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-30-2025

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GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 2025 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A lezione di storia romana: il culto di Augusto fra statue in marmo e mosaici pavimentali A lezione di storia romana sull'ascesa e declino del culto imperiale in Croazia. L'Antica Roma è parte integrante/pulsante della storia culturale della Croazia. L'Anfiteatro di Pola, l'antico tea- tro romano di Zadar, le rovine di Salona nei pressi di Spalato sono solo alcune delle tracce di quel- l'antica civiltà. Ci sono anche tesori meno noti, scoperti in anni recenti. Su tutti il Museo Archeologico di Narona, nell'o- dierno villaggio di Vid, attraver- sato dalle acque del fiume Neretva (Narenta), vicino a Metkovic, a poca distanza dal confine con la Bosnia e meta di passaggio verso i traghetti per la bellissima isola di Mljet (Meleda). Trent'anni fa, nel 1995, gli archeologi di Vid fece- ro una straordinaria scoperta: un tempio dedicato al culto dell'im- peratore romano Augusto (Augusteum), costruito intorno al 10 a.C. Insieme a un mosaico pavimentale monocromatico, furono rinvenute 17 statue mar- moree dei primi imperatori romani e dei membri delle loro famiglie, tutte decapitate durante la distruzione del tempio avvenu- ta nel IV secolo. Dopo i necessa- ri lavori, nel 2007 fu inaugurato il Museo Archeologico di Narona, diventato ormai una meta "archeologica" anche se, incredibilmente, non ancora abbastanza nota come meritereb- be, cosa rimarcata anche da molti utenti nelle loro recensioni per- sonali su Tripadvisor. Molte grandi scoperte sono nate un po' per caso. Vale anche per l'archeologia. A cavallo tra il 1995 e il 1996, mentre venivano condotte ricerche archeologiche sul sito del granaio di Plečaš, ecco la sensazionale scoperta dei resti del tempio romano Augusteum e un corredo sculto- reo davvero imponente. Dopo accurate ricerche e lavori, è stato inaugurato il Museo Archeologico di Narona, primo museo croato costruito in situ. Oltre ai resti del tempio e le sta- tue, sono stati rinvenuti e dunque preservati (ed esposti) anche molti altri reperti che illustrano la storia della zona, per un totale di 900 circa, permettendo così di ripercorrere la storia della città dalla fine del III secolo a.C. al XV secolo. La mostra è composta da una parte esterna e una interna. La prima a è visibile sul pianoro antistante l'edificio del museo, dove sono esposti frammenti delle decorazioni architettoniche del tempio, nonché parti funzio- nali e decorative dell'arredo del foro. La sala espositiva principa- le è costituita dal tempio stesso, con resti in situ dell'architettura del tempio romano, in cui sono esposte le statue degli imperatori e i membri delle loro famiglie, collocate su una galleria sopra il pavimento a mosaico bianco e Livia Drusilla, Ottaviano, Tiberio, Museo Archeologico nell'antica città di Narona (Ph courtesy Luca Ferrari) famosi generali romani, Tiberio (42 a.C. – 37 d.C.) e Germanico (15 a.C. – 19 d.C.), entrambi membri della dinastia Giulio- Claudia, quindi Nerone Claudio Druso Germanico, detto Druso il Vecchio (38–9 a.C.). Trovano posto infine anche le statue di Claudio (10 a.C. – 54 d.C.), Giulia Agrippina Augusta detta Agrippina Minore (15 d.C. – 59 d.C.), una delle imperatrici roma- ne della dinastia Giulio-Claudia, Agrippina maggiore (14 a.C. – 33 d.C.) e Cesare Vespasiano nero. In cinque vetrine poi, è esposto materiale archeologico (frammenti di sculture, monete, vetri, oggetti in metallo e osso, ceramiche e lucerne) rinvenuto nell'area più ampia del tempio. Il materiale archeologico è suddivi- so in: vita pubblica e architettura di Narona, mentre nelle quattro file di vetrine è esposto materiale proveniente dai siti: le mura, Erešove Bare, la necropoli, la basilica lungo la via d'acqua, Njive-Podstrana e Sv. Vid. Nel dettaglio le statue rappresentano: Lucio Cesare (17 a.C. – 2 d.C.), membro della dinastia Giulio- Claudia, figlio del famoso gene- rale romano Marco Vipsanio Agrippa e di Giulia Maggiore. Accanto a lui, il fratello maggio- re Gaio Cesare (20 a.C. – 4 d.C.), quindi Giulia maggiore (39 a.C. – 14 d.C.), unica figlia biologica dell'Imperatore Ottaviano Augusto. Seguono Marco Vipsanio Agrippa (63 a.C. – 12 d.C.), statista e condot- tiero romano, nonché uno dei più importanti collaboratori dell'im- peratore Augusto; Antonia mino- re (36 a.C. – 37 d.C.), figlia del famoso statista e condottiero romano Marco Antonio e di Ottavia minore, sorella dell'im- peratore romano Augusto, anch'essa presente (69-11 a.C.), una delle donne più importanti della storia romana, particolar- mente venerata in vita per la sua lealtà, umanità e nobiltà. Presente anche Livia Drusilla (58 a.C. – 29 d.C.), la prima imperatrice romana e ovviamen- te lui, Ottaviano Augusto (63 a.C. – 14 d.C.), fondatore della dinastia Giulio-Claudia, il primo e più importante imperatore romano che governò per oltre quarant'anni. E poi ancora i due Reperti romani nel Museo Archeologico nell'antica città di Narona in Croazia (Ph courtesy Luca Ferrari) Augusto (9 - 79 d.C.), famoso condottiero, imperatore romano e fondatore della nuova dinastia Flavia. Sebbene la sua architettura sia mal conservata, i resti giunti fino alla nostra epoca hanno permes- so di ricostruire l'aspetto del tem- pio formato dagli spazi chiusi della cella, ovvero il santuario, e dallo spazio aperto, il pronao, il portico. Le pareti esterne in pie- tra erano intonacate e imitavano lastre di marmo. Anche l'interno era intonacato e in parte decorato con affreschi. Sul lato occidenta- le della cella fu eretta una tribuna per le sculture imperiali, a cui furono aggiunte le tribune setten- trionale e meridionale con l'arri- vo di nuove sculture. Il pavimen- to del santuario era decorato a mosaico con un motivo geome- trico a cubi bianchi e neri, ed è uno dei primi esempi di mosaico romano nella provincia della Dalmazia. Le tribune conteneva- no sculture in marmo di impera- tori romani e membri delle loro famiglie a grandezza naturale, erette nel periodo compreso tra la fine del I secolo a.C. e la II metà del I secolo d.C. e rappresentano membri della dinastia Giulio- Claudia e un sovrano Flavio. Il santuario contiene anche un'iscri- zione del governatore romano della provincia di Dalmazia, Publio Dolabella, durante il cui regno fu costruita la rete stradale che collegava Salona (Solin) con il resto della provincia. L'Augusteo fu abbandonato tra la fine del IV e l'inizio del V seco- lo, dopo che il Cristianesimo venne dichiarato religione di Stato. Il suo decadimento e suc- cessiva distruzione sono testimo- niati dalle sculture rotte e decapi- tate. Oggi però, secoli e secoli dopo la sua fondazione, siamo ancora qui. Ad ammirare e stu- diare la storia imperiale romana. Il valore più grande dell'Augusteo naronita di Vid, in Croazia, è consentire di seguire in un unico luogo l'ascesa e il declino del culto imperiale. LUCA FERRARI

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