L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-22-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ  22  AGOS TO  2013 Coraggio mitologico Fanciullo raffigurato come Ercole che strozza i serpenti. Scultura in marmo della seconda metà del II secolo d.C. esposta nella Galleria di Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini a Roma. La statuetta rappresenta un bambino reale, reso come il piccolo eroe. Nel ritratto si è riconosciuto il piccolo Caracalla o, più di recente, Annio Vero, figlio dell'imperatore Marco Aurelio. La vicenda di questo eroe è resa celebre dalle sue incredibili imprese, quali le dodici fatiche che lo vedono affrontare serpenti dalle molteplici teste, leoni dalla pelle impossibile da scalfire, uccelli in grado di sparare piume affilate come lame e altri mostri che l'eroe, sia per coraggio che per astuzia, riuscì sempre a sconfiggere. Eracle, protettore degli sport, fu venerato come simbolo di coraggio e forza, ma anche di umanità e generosità, anche presso i Romani. Linee di forza Miracolo di San Silvestro che chiude la fauci al drago e resuscita due maghi uccisi dall'alito del mostro. Opera di Maso di Banco, tra i più coerenti eredi di Giotto. È dipinta nella Cappella Bardi di Vernio, nel transetto di Santa Croce a Firenze. Risale al 1340 circa. Maso usa linee di forza, toni intensi e senso di spazio e plasticità dei corpi. Nell'affresco è notevole l'armonia delle scene senza che si percepisca un senso di incongruenza tra le due. I colori delle architetture sono pastello e la luce si modula gradatamente senza che si percepisca un senso di stacco tra luce e ombra. Ma è fondamentale qui lo sviluppo delle ricerche di Giotto: Maso aveva compreso il segreto delle linee di forza convergenti (delle architetture, dei bracci sollevati, delle schiene inarcate...), che dirigono lo sguardo dell'osservatore verso punti focali della narrazione. Arma da guerra Rocca roveresca di Mondavio. Fortificazione rinascimentale di Francesco di Giorgio Martini. Personalità multiforme, più ingegnere che artista, fu architetto, pittore, scultore e ingegnere militare. La rocca è una delle più importanti ed interessanti testimonianze dell'attività progettuale in campo militare. Venne costruita per commissione di Giovanni della Ro-vere e risale con ogni probabilità al decennio 1482-1492. La costruzione rimase incompiuta ma è giunta fino ai nostri giorni in ottimo stato di conserva-zione non avendo mai subito attacchi o assedi. Si presenta come vera e propria macchina da guerra, in cui ogni forma e struttura è stata studiata per resistere agli attacchi sferrati con le armi dell'epoca: sia con le armi a getto (come le catapulte) sia con le armi da fuoco. PAGINA  9 La curva è un must Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. È il primo lavoro di Borromini ed è un'opera di particolare interesse per l'esasperato movimento tridimensionale che anima le sue superfici in una continua successione di curve e controcurve. Il tutto si traduce in una netta ripulsa per le linee rette e per le superfici piatte. La facciata dell'edificio presenta una superficie ondulata che si articola su due piani della medesima altezza, incorniciati da colonne ioniche e corinzie. Il prospetto della facciata presenta soluzioni esteticoarchitettoniche di notevole originalità, quali i piedistalli delle colonne posti di spigolo rispetto all'osservatore, il padiglione di gusto cinese che sovrasta la finestra centrale ed un apparato decorativo (costituito da statue, fregi, stemmi ed altro) di particolare suggestione. Silhouette metafisica Ultima Cena. La realizzò Mario Ceroli nel 1965 ed è oggi esposta alla Galleria nazionale d'arte moderna a Roma. Dopo alcune prove di utilizzo di tronchi d'albero, recuperati dal Tevere, l'artista riconosce nel legno la propria materia espressiva già alla fine degli anni Cinquanta, grazie a una visione personalissima, che gli consente una continua ricerca. In questa prima fase di sperimentazione, Ceroli è impegnato nella sagomatura della figura, ai profili, come principio archetipico di un processo di decostruzione-sintesi-riduzione dell'immagine reale, fino a co-gliere l'aspetto metafisico. Si-lhouette di oggetti in legno, talvolta ripetute in serie, spesso prive di colore (come nell'Ulti-ma Cena), sono connesse ad uno spazio che diventa tema espressivo essenziale.

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