L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-5-2013

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/165942

Contents of this Issue

Navigation

Page 8 of 23

GIOVEDÌ  5  S ETTEMBRE  2013 Virilità bronzea Statua virile. Bronzo a fusione cava della seconda metà I sec. a.C. conservata nei Musei Vaticani di Roma. Questo frammento di statua di dimensioni monumentali, leggermente superiori al reale, cavo all'interno, è stato realizzato con la tecnica della cera persa indiretta. Raffigura un ritratto virile idealizzato, dato il torso nudo coperto solo da un mantello ricadente sulla spalla e sul braccio sinistro. Il collo massiccio e fortemente allungato, probabilmente costituiva un espediente per la correzione ottica finalizzata ad una visione dal basso della statua, forse collocata in origine su un alto basamento. L'effetto veristico era accentuato da inserzioni che riproducevano i bulbi oculari. Il bronzo patinato simulava bene l'incarnato di un uomo, mentre inserzioni in lamina di rame rendevano il rosso delle labbra e delle areole mammarie. Avanguardia carolingia Il viaggio a Betlemme. Opera del Maestro di Castelseprio (vissuto forse nel IX secolo), nella Chiesa di Santa Maria in Domnica, nota come Santa Maria alla navicella, che sorge sul monte Celio fuori dalle mura di Roma. Fa parte di una serie di affreschi di età carolingia (l'artista è vicino alle miniature bizantine dei tempi di Carlo Magno) che raccontano episodi dell'infanzia di Gesù seguendo però, non i vangeli canonici, ma un testo apocrifo di tono antignostico, compilato in Egitto e poi tradotto in latino. Gli affreschi erano quasi invisibili ai fedeli: li si poteva vedere solo dall'altare. La serie pittorica, che a suo modo stabilisce un rapporto-contrasto con esempi più antichi ma non è una tarda ripresa di motivi classici, denota una creatività del segno pieno di emozione e nobiltà che non si vedrà per molti secoli a venire. L'Italo-Americano Gusto leonardesco Ritratto di giovane nei sembianti di San Sebastiano. È opera di Giovanni Antonio Boltraffio o Beltraffio, pittore dell'Alto Rinascimento Lombardo operativo nella seconda metà del Quattrocento. Il taglio a mezzobusto svela una concezione leonardesca, anche se i bordi puliti e senza sfumature si discostano dallo stile del maestro. Un genere in cui Boltraffio fu particolarmente versato fu quello ritrattistico, in cui la figura dell'effigiato (che spesso risaltava su un fondo nero) era trasfigurata nell'immagine di un santo (San Giorgio, Santa Lucia, San Sebastiano). Questo tipo di opere è strettamente legato con alcuni dipinti di Leonardo da Vinci, come la celebre Dama con l'ermellino, la cosiddetta Belle Ferroniére e il Musico dell'Ambrosiana. PAGINA  9 Panneggio berniniano Monumento a Maria Clementina Sobieski. Moglie di Giacomo III Stuart morì a Roma a soli 32 anni e fu sepolta nella Basilica di San Pietro. In suo onore, papa Benedetto XIV, commissionò all'artista Pietro Bracci (l'autore del Nettuno e dei tritoni per la Fontana di Trevi fu tra i massimi scultori del Settecento) di scolpire un monumento alla memoria, tutt'oggi eretto nella basilica (1700-1773). È realizzato in marmo, alabastro e bronzo. L'immagine della defunta è raffigurata a mosaico (di Paolo Cristofari) in un ovale sostenuto da un angioletto mentre altri due sorreggono, volando, la corona e lo scettro regale. Nella figura della Carità, che siede su un gran drappo di alabastro e ricopre il sarcofago, c'è l'enfatica agitazione dei panneggi degli ultimi berniniani ma è mitigata in soluzioni plastiche.. Demolizione viaria Via della Conciliazione a Roma. È opera di Marcello Piacentini, architetto e urbanista del Novecento. Figura controversa nella storia dell'Architettura, a causa del forte legame con il regime fascista, ha realizzato lavori oggetti di rivalutazione critica da pochi anni. Nei piani di risanamento messi a punto per la città si attestò su posizioni urbanistiche di retroguardia, propugnando alcune scelte discutibili, come lo sventramento brutale di alcuni centri storici, lo sviluppo delle città a macchia d'olio e l'apertura di vie radiali. Fra le operazioni più devastanti emerge tristemente la demolizione della Spina di Borgo per l'apertura di Via della Conciliazione a Roma, su progetto elaborato nel 1936 (ma portato a termine nel 1950) insieme all'architetto Attilio Spaccarelli.

Articles in this issue

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-9-5-2013