L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2013 Racconto scolpito Sarcofago del Poeta. Esposto nei Musei Vaticani di Roma, risale al III sec. a.C. e fu trovato a Tarquinia. La cassa del sarcofago è decorata a bassorilievo su tutti e quattro i lati. Sulla fronte sono rappresentate scene della saga degli Atridi che si leggono procedendo da destra: Oreste e Pilade sono in atteggiamento concitato vicino al corpo di Egisto, amante di Clitemnestra, dopo averlo ucciso; al centro, sull'ara giace Clitemnestra, uccisa dal figlio Oreste per vendicare l'assassinio di suo padre Agamennone; presso l'ara siede Elettra, sorella di Oreste ed ispiratrice della duplice vendetta; a sinistra nella scna seguente, Oreste è perseguitato dalle Erinni. Sul lato posteriore sono raffigurate scene della saga Tebana: duello di Eteocle e Polinice, alla presenza di demoni funerari con fiaccola, Edipo cieco e Giocasta seduta meditante il suicidio. Adorazione di pietra Cavalcata e Adorazione dei Magi. Fu realizzata dallo scultore pistoiese Gruamonte per l'architrave del portale maggiore di Sant'Andrea (Pistoia), nel 1166, in collaborazione con il fratello Adeodato. L'artista è vicino, ma con fare più popolaresco, ai modi della scultura provenzaleggiante, a causa della comune ispirazione a modelli dell'arte bizantina e tardogotica. Una fantastica immobilità sembra avvolgere la scena, bloccando i movimenti dei protagonisti e l'espressione dei loro visi allungati. Sull'architrave Gruamonte rappresenta una scena che si sviluppa in maniera paratattica, riunendo la Cavalcata dei Magi (a sinistra) all'episodio dell'Adorazione (sulla destra) dove i Magi recano doni a Gesù bambino, che siede in braccio alla Madonna, mentre l'anziano san Giuseppe pare ritrarsi dalla scena, avvolto in un ampio mantello. Arte del litigio Litigio. È un dipinto a olio su tavola di Dosso Dossi, databile 1514-1516 circa e conservato nella Fondazione Giorgio Cini di Venezia. L'opera, rappresentazione simbolica dell'Ira, ha un insolito formato a losanga e mostra due donne che si accapigliano violentemente. Una ha un velo giallo-arancio e prende l'altra al collo, vestita di un ampio corpetto rosso ricamato di nero, tipico attributo dell'Ira. La seconda afferra la rivale per la mascella e le tira i capelli attraverso il velo. Elementi, come la schiuma alla bocca, gli occhi rossi e le facce rigonfie rimandano all'umore sanguigno. Altre due figure maschili si trovano a sinistra: un ragazzo che si strappa i capelli, tipico gesto delle personificazioni dell'ira, e un altro che se la ride alle spalle delle donne, simbolo di malizia. www.italoamericano.com Riveduti e corretti Sansone e Dalila. Opera del 1635 di Pietro Muttoni detto della Vecchia, che fu pittore, letterato e musicista. Artista eclettico intese recuperare le suggestioni della grande pittura veneta cinquecentesca, in particolare di Giorgione, innestando gli influssi della "pittura di luce" caravaggesca. Soggetti di genere storico-mitologico come Giuditta, Dalila e anche Solomè e David, erano richiesti dalla ricca e aristocratica committenza privata del tempo per la quale Muttoni realizzò diversi dipinti. La sua produzione più famosa fu quella di quadri da cavalletto, con pennellata irruente, ricca di spumosità e di effetti luminosi in cui sviluppò il tema del ritratto di fantasia (bravi, guerrieri, coppie di amanti) che riproponeva liberamente modelli cinquecenteschi usando un tocco caldo e sanguigno. 9 Fissità bizantina Isola Felice. Massimo Campigli inizia la carriera frequentando l'ambiente futurista di Carrà e Boccioni. Rimane colpito dall'arte etrusca, tanto che avvicinò la tecnica pittorica prediligendo le figure geometriche nei soggetti. Questa inclinazione libera la pittura dagli schemi astratti, le immagini si fanno sospese, senza tempo, coniugando aspetti della vita contemporanea con elementi di un passato remoto. La figura femminile è sempre centrale nelle sue opere: tra le tele migliori Donna con vaso blu del 1928 e Isola felice del 1930, oltre a una lunga serie di ritratti. Il colore, opaco e luminescente, richiama le soluzioni cromatiche dell'affresco. Lo spazio diviene architettura scandita con ritmi decorativi e le figure presentano una fissità ieratica che ricorda i mosaici bizantini.

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