L'Italo-Americano

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 21 NOVEMBRE 2013 Pseudo scarabeo Cenotafio maggiore Anello con scarabeo. Recuperato a Vulci, antica città etrusca che oggi fa parte del territorio di Montalto di Castro, in Provincia di Viterbo nella maremma laziale, risale alla fine del VI secolo avanti Cristo. Il prezioso è in oro e corniola ed è esposto nelle sale dei Musei Vaticani di Roma. Il pseudo-scarabeo girevole è inserito in un anello d'oro liscio. Sulla base dello scarabeo è incisa, con molta cura e raffinatezza, la consegna delle armi ad Achille da parte di Teti. Lo scarabeo è stato attribuito ad un intagliatore di probabile provenienza grecoorientale operante in Etruria, denominato convenzionalmente "Master of the Boston Dionysos". Per la particolare scelta dell'iconografia eroica ritratta, l'anello può riferirsi ad un ristretto ambiente aristocratico maschile, che amava identificarsi con gli eroi della mitologia greca. Monumento funebre di Guido Tarlati. Complesso scultoreo nel Duomo di Arezzo firmato da Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura e datato 1330. Il monumentale cenotafio è la più grande opera funeraria del gotico italiano. Nel 1788 fu traslato dall'originale collocazione nella cappella del sacramento alla parete della navata sinistra, vicino alla sagrestia. L'opera è sormontata da un timpano decorato con gattoni rampanti, al cui centro è scolpita l'aquila imperiale. Si conclude con un arco a tutto sesto sulla cassa funeraria, molto sporgente. Sulla cassa vi è scolpito il gisant del vescovo, scoperto da due angeli reggicortina, e completato da alcune figure di uomini, per un totale di quindici, ripresi nell'atto di omaggiare il defunto. Nella fascia inferiore, si trovano sedici bassorilievi divisi su quattro fasce e separati da una scultura di raccordo. Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Influssi classici La Pala di Sant'Onofrio. Dipinto a tempera e olio su tavola di Luca Signorelli, datato 1484 e conservato nel Museo dell'Opera del Duomo a Perugia. Venne dipinta su commissione del vescovo Jacopo Vagnucci, suo concittadino, e segnò il raggiungimento della maturità del Signorelli, dimostrando la ricchezza degli influssi che aveva assimilato nei soggiorni a Roma e nelle Marche. L'iconografia è quella della sacra conversazione, con un trono della Vergine col Bambino, su un piedistallo classicheggiante. Maria è intenta alla lettura delle Sacre Scritture e anche il Bambino sembra interessato. Tiene in mano un giglio bianco, tipico tributo alla verginità e purezza della madre. Lo sfondo è un semplice cielo che schiarisce verso la linea dell'orizzonte, come all'alba. Rimanda anche ai modelli veneti. www.italoamericano.com Ricchezza rococò Ritrovamento di Mosé. Esposta a Reggio Emilia, nei Musei Civici, questa tela di Andrea Celesti, rivela una composizione sobria, vivificata da un colore tutto impasti: rosati ed azzurrini nel fondo, bianchi, gialli dorati nelle stoffe e negli abiti delle due donne. Il suo stile precorritore appare evidente nel modo disorganico di impiantare la composizione, tutto un gioco di spumosità e di iridescenze, prettamente settecentesca e sottilmente rococò. L'artista svolge le scene della storia sacra con fantasia e ricchezza d'invenzioni sbalorditive: i suoi conviti non sono meno festosi di quelli di Veronese. La fantasia vivace si mostra nella descrizione di vesti, vasellami, di nature morte, di panneggi, riportando sulle sue tele lo sfarzo dei costumi e delle ricchezze che il vicino Oriente sfoggia al sole di Venezia. 9 Tela macchiaiola Soldati francesi del '59. È una delle opere più famose di Giovanni Fattori. I tratti caratteristici della grande pittura macchiaiola emergono in questa tavoletta, un olio di piccole dimensioni oggi appartenente a una collezione privata milanese. L'opera rappresenta otto soldati e un ufficiale in attesa, tutti accennati in modo sintetico. Dal punto di vista tecnico, l'autore rifiuta il tradizionale chiaroscuro preferendo l'accostamento di pure e semplici macchie di colore di tonalità diversa. Il dipinto è organizzato per fasce di colore sovrapposte e sviluppate in larghezza. I personaggi sono rappresentati con veloci pennellate accostate di colori puri, ma decisamente più forti, per mettere in risalto le figure e distaccarle dallo sfondo in cui prevale una colorazione neutra.

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