L'Italo-Americano

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14 L'Italo-Americano www.italoamericano.com GIOVEDÌ 2 GENNAIO 2014 Il Palazzo comunale di Alba La porta romana a Barbarano Romano Il popolato centro urbano irpino di Calitri Alba, comune piemontese della provincia di Cuneo con una popolazione di 31.667 residenti. È il secondo comune della provincia per popolazione dopo il capoluogo Cuneo; l'area urbana include centri del circondario e conta più di 70.000 abitanti. È la capitale storica ed economica delle Langhe. La città è ricca di storia: già a partire dal Neolitico, tra il sesto ed il terzo millennio a.C. Gli archeologi rinvennero reperti di una popolazione che abitava capanne a forma circolare in un villaggio e conoscevano la lavorazione della ceramica e della pietra verde, tagliente, adatta per i primi rudimentali utensili, inoltre praticavano l'allevamento del bestiame. Nei millenni successivi conobbero l'uso del ferro e del bronzo e vennero poi assimilati dai galli, invasori di questa zona alla fine del V secolo a.C. La città divenne poi municipium romano e fu nodo strategico e commerciale. Nei periodi successivi vennero costruite le mura medioevali: da quelle gotico-longobarde a quelle post-carolingie, alle invasioni ungaro-saracene, fino al periodo comunale. Il perimetro urbano rimase invariato fino all'epoca moderna. Le mura medioevali rappresentavano un notevole sistema di difesa: costruite su di un basamento alto oltre due metri e con mura di mezzo metro di spessore, erano munite di contrafforti e torrioni e per tutto il loro perimetro erano circondate da un fossato. Ogni porta disponeva di una o due torri per il corpo di guardia e per i funzionari addetti alla riscossione dei pedaggi. Grazie all'espansione territoriale del comune, Alba vide il formarsi di sette Camparie e sei castelli, costruiti a formare una corona sulle colline adiacenti con funzioni prettamente di difesa. Nello stesso periodo in città vennero edificati monasteri, chiese e persino sei ospedali. Il conflitto tra francesi e spagnoli nella prima metà del XVI secolo vide Alba teatro di scontri sanguinosi. Una volta cessate le operazioni militari fu la volta della peste con conseguente calo demografico. Il Settecento vide fiorire attività letterarie ed artistiche. Barbarano Romano, comune laziale di poco più di mille abitanti della provincia di Viterbo. L'altura vulcanica su cui sorge l'abitato è stata probabilmente sede in età preistorica di un villaggio dell'Antica età del Bronzo. Notizie di un insediamento stabile si hanno solo con il Medioevo. Il paese costituisce uno splendido esempio di borgo medievale a spina di pesce, con una strada principale centrale fiancheggiata da due parallele secondarie, allungato sul cuneo fra due gole e chiuso, nell'unico tratto non difeso naturalmente, da mura con torri quadrilatere a gola aperta databili al secolo XIV, ulteriormente foderate da una cinta muraria verso la fine del XV secolo con l'aggiunta di torri circolari. La triplice cinta muraria è composta da una più antica del XI sec. che proteggeva il nucleo del "Castello", la seconda (XIII-XIV sec.) è testimoniata dalle torri a pianta quadrata, l'ultima (XV sec.) si evidenzia con le torri cilindriche tra cui Porta Romana che segna il confine tra il borgo antico e quello nuovo. Il paese ha un primo nucleo risalente al X secolo, con case di varie epoche, dal XIII al XVII: dal XIII il borgo si espanse raggiungendo la conformazione attuale. Quasi al termine della via principale, Via Vittorio Emanuele, fino al 1930 si ergeva una torre a pianta pentagonale avanzo di una rocca longobarda, detta di Desiderio, l'ultimo Re Longobardo che intorno al 771 fortificò Viterbo ed i borghi vicino per contrastare i franchi di Carlo Magno. Una targa originale di marmo del 1280, situata all'ingresso della Chiesa principale di S. Maria Assunta, indica che la stessa fu edificata nel 1280, durante la sede vacante del papato che seguì alla morte di Papa Nicola III Orsini. Barbarano faceva parte del Ducato romano longobardo che a seguito della donazione di Liutprando del 728 era poi divenuto possesso della Chiesa nel secolo VIII. Feudo degli Anguillara nel secolo XIV, passò poi agli Orsini e infine ai Borgia nel secolo XV. Dalla sommità del paese fino al vallone Biedano, è ancora visibile una fitta rete di vie di origine etrusca e scalinate che permettevano un rapido accesso a ogni parte del versante. Calitri, comune campano di 4.866 abitanti della provincia di Avellino. Situato lungo le rive del fiume Ofanto è il terzo paese per dimensioni territoriali della provincia. Le prime tracce della presenza umana risalgono al Neolitico, cui appartengono utensili in selce levigata conservati nel Museo Irpino di Avellino. Il nome di Calitri deriva dal greco Alètrion derivante da Alètriom etrusco, che in epoca romana sarà Aletrium poi Caletrum e, infine, Calitri. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), elencando le popolazioni irpine, parla della colonia degli Aletrini, dando conferma della presenza di una comunità nella zona dove sorge Calitri. Nel periodo medioevale, Calitri è uno dei tanti centri sottoposti all'amministrazione longobarda prima e normanna e sveva poi. Proprio sotto queste due dinastie l'insediamento conosce un periodo di crescita e prosperità. Al tramonto dell'Impero romano, la storia di Calitri è strettamente legata alle diverse sorti che nei secoli vivrà l'ampio feudo di Conza, importante punto strategico del meridione. Durante la dominazione normanna, il feudo di Calitri venne affidato ai Balvano, mentre sotto il regno di Federico II di Svevia appartenne al regio demanio. Nel 1304 Calitri passò ai Gesualdo, principi di Venosa che ne ebbero il possesso per tre secoli. Con i Gesualdo, Calitri conobbe la sua epoca d'oro e l'antico castello venne trasformato in una sontuosa dimora signorile. Durante il terremoto dell'8 settembre 1694 il famoso castello di Calitri fu completamente distrutto. L'area del castello divenne, dal XVIII secolo in poi, oggetto di grosse modifiche fino ad essere completamente abbandonata. Dopo l'Unità d'Italia la storia di Calitri si confonde con quella di tanti altri centri dell'Italia meridionale: brigantaggio, emigrazione, latifondismo baronale, lotte per la spartizione della terra. Nel 1910 e nel 1930 dei sismi di notevole magnitudo colpirono Calitri. Il terremoto catastrofico del 23 novembre 1980 che devastò gran parte della comunità montana dell'Alta Irpinia, provocò l'inagibilità di gran parte del centro storico. La forza della solidarietà per uscire dalla 'notte' di Taranto e dell'Aquila MARIANNA RUGGERI "La forza della solidarietà per uscire dalla notte": emblematico il titolo scelto dal quotidiano di Caracas "La Voce d'Italia", nel dare spazio all'iniziativa di Tiziana Grassi che con la sola forza della "disperazione", ha portato avanti un progetto encomiabile, contando esclusivamente sulle sue forze e quelle di pochi amici, trascinati dalla sua passione, determinazione, e soprattutto dal suo non volersi rassegnare. Ha messo insieme due città, la sua Taranto e L'Aquila, entrambe martoriate, per situazioni e cause diverse, entrambe avvolte in una notte che stenta a passare. Tassello dopo tassello, incontro dopo incontro, Tiziana Grassi ha creato un calendario, affinché sia ben presente ogni giorno, la realtà di queste due città che nonostante il terremoto o i problemi legati al lavoro e alla salute, continuano, devono continuare (questo il vero messaggio di Tiziana Grassi), a tener ben presente le loro potenzialità. E a sperare, ricostruire, "volare". Il Calendario 2014 "L'Aquila+Taranto. Insieme. Oltre la notte", che è stato presentato al Senato della Repubblica alla presenza dei sindaci dell'Aquila e di Taranto, con l'introduzione di Goffredo Palmerini e Luigi Romandini, "si propone di fare il primo passo verso nuove prassi di solidale e propulsiva messa a fuoco delle difficili realtà intorno a noi che non possiamo eludere. Questo Calendario fotografico che non ha fini di lucro, mette a confronto L'Aquila e Taranto, ferocemente colpite da complessi e laceranti drammi di collettiva portata. Ogni foto ha lo scopo di evidenziare le straordinarie peculiarità e vocazioni storiche, culturali, paesaggistiche di cui sono portatrici e che vanno valorizzate. Si sa che non è il tanto di pochi a far andare avanti il mondo, ma il poco di tanti – scrive Tiziana Grassi - di quelle piccole folle di persone che nel momento del bisogno sono pronte ad attivarsi. Se la platea è ampia, contano anche le somme minute, che insieme, dimostrano di poter fare grandi cose". Ed è questo l'appello di Tiziana Grassi ai tanti abruzzesi, in Italia e nel mondo, che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, all'indomani del terremoto de L'Aquila, che si sono adoperati con una generosità, partecipazione e sensibilità che nessuno può dimenticare. Così come ai tanti Pugliesi che hanno riempito Paesi, che da sempre rappresentano una risorsa per la loro terra che continuano ad amare e sostenere da lontano. A loro è richiesto un gesto perché finita l'emergenza da prima pagina, i problemi restano, e l'iniziativa della Grassi ha valore anche per questo: ricorda quando il resto sembra aver dimenticato. È dunque un appello alla mobilitazione collettiva quello della giornalista e scrittrice Grassi, da sempre impegnata nei drammi sociali del nostro tempo come la perdurante crisi economica, il precariato e la disoccupazione. Per molti anni autrice di programmi di servizio per gli Italiani all'estero a Rai International, moderatrice della presentazione Tiziana Grassi del "Rapporto Italiani nel Mondo 2013" della Fondazione Migrantes, ideatrice del Dizionario dell'Emigrazione Italiana nel Mondo. I proventi saranno destinati in parte all'Istituto Cinematografico dell'Aquila "La Lanterna Magica", istituzione culturale fondata nel 1981 per la promozione della 'settima arte', per contribuire al restauro delle pellicole danneggiate dal terremoto del 6 aprile 2009, della sua prestigiosa Cineteca, tra le più importanti in Italia. Un'altra parte sarà desti- nata all'Associazione Jonian Dolphin Conservation, composta da ricercatori, professori universitari, skipper, subacquei professionisti e documentaristi, che si occupa dal 2009, nelle acque dello Jonio Settentrionale, della conduzione di programmi di ricerca scientifica dedicati allo studio di dinamica di popolazione, registrazione mediante idrofono delle vocalizzazioni dei cetacei con realizzazione di un database dedicato e foto di identificazione degli esemplari incontrati.

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