L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 2 GENNAIO 2014 La Vignetta della Settimana Cara, ecco la nostra dacia in Italia di Renzo Badolisani DALLA RUSSIA CON FURORE Natale e Capodanno in Italia: una vacanza da sogno per molti turisti. Siamo pieni di debiti, osservati speciali dell'Europa, ma offriamo sempre scorci paesaggistici senza eguali, storia, cultura, piatti culinari e condizioni meteo strabilianti. Molti americani, francesi, tedeschi sono piombati nel Belpaese in questo periodo di vacanze. I russi no, non hanno prenotato alberghi o residence. Hanno, al contrario, semplicemente aperto case di lusso che possiedono. Roba da due-tre milioni di euro a investimento. In Liguria, nelle campagne toscane restaurando vecchi casali - a Roma, Milano, in Costa Smeralda, a Rimini, dove l'aeroporto, ormai, accoglie mensilmente migliaia di turisti che si imbarcano a Mosca, San Pietroburgo, Kazan, Volgograd. Dalla Russia con furore, verrebbe da dire, se questa improvvisa passione per l'Italia non nascondesse il desiderio di investire, di spendere. Una manna - di questi tempi - per l'anemico 'Sistema Italia'. I russi non solo comprano ville, residence, appartamenti a picco sul mare, vecchi casali da riammodernare, ma muovono parte della nostra asfittica economia. Le donne acquistano abiti di lusso, dando linfa al settore della moda. Idem per quanto concerne la ristorazione: a tavola, ad esempio, non badano a spese? Affittano berline, mica utilitarie. Insomma, i russi si sono affezionati a noi. Un indizio palpabile si era avuto venti giorni fa quando il Presidente Putin era sbarcato a Roma con undici ministri e cinquanta auto al seguito. C'erano accordi economici e commerciali da perfezionare, vero, che testimoniavano però come il cordone tra la penisola e Madre Russia sia ormai solidissimo. Aumenta annualmente il flusso dei turisti russi che visitano, senza badare a spese, il nostro Paese. Non esporteranno eleganza, buone maniere, educazione da college, ma girano con il portafoglio pieno, esibendo pure carte di credito illimitate. Hanno fondi, orientano il mercato, comprano, investono. Ci sono i semplici turisti che scelgono i migliori alberghi, dalla costiera amalfitana fino all'Etna. Poi ci sono i capitani d'industria, i re dell'acciaio, del gas, del petrolio. Quelli che, in Sardegna, affittano yacht da cinquanta metri e un nugolo di marinai per crociere verso la Corsica e ritorno. Non solo vacanze: calano i prezzi di case e stabili di classe perché gli italiani, ormai, sono impoveriti, spaventati dagli eventi e per nulla tentati dall'investire. I russi - potenti e pieni di soldi, invece - braccano le agenzie immobiliari, fiutando il grande affare. Finirà che le nostre città accoglieranno - anche da residenti - migliaia di russi, straricchi, desiderosi di sfoggiare la loro opulenza. Sono sbarcati negli Stati Uniti, solo a Londra sono oltre trecentomila, avendo dato la scalata a banche, giornali, Tv, squadre di pallone. Zavorrati come siamo dai debiti, li abbiamo accolti con ogni onore. Hanno già portato soldi, ora stanno portando vagoni di denaro. Ridando fiato a interi settori della nostra (quasi morente) economia: auto di lusso, gioielli luccicanti, edilizia, turismo low-cost e agiato, abiti, moda, calzature. Sfoggiano la loro ricchezza, non si fanno scrupolo di osteggiare. Meno male che sono arrivati i russi, verrebbe da dire, però. Significa che tanti italiani non hanno dichiarato fallimento. L'Italo-Americano www.italoamericano.com 3 Ius Soli: nel 2014 sarà un diritto essere cittadini se si nasce in Italia (come succede negli Usa)? FEDERICA STERZA È stato uno dei temi più caldi che l'esecutivo italiano in carica ha portato sul tavolo delle trattative fin dai primi giorni della sua discesa in campo. Non senza problemi. A farsi portavoce della battaglia per l'introduzione dello "Ius soli" è stata il Ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge che, fin dal primo giorno della sua nomina, ha dichiarato l'importanza di aprire un dialogo sull'argomento. "Ius soli" contro "Ius sanguinis". Due vie diverse per l'ottenimento della cittadinanza. Lo Ius soli, dal latino "diritto del suolo", indica il diritto di acquisire la cittadinanza come conseguenza del fatto di essere nati nel territorio di quello Stato, qualunque sia la cittadinanza dei genitori. In Italia, al momento si applica in due casi: ai bambini nati sul territorio italiano ma da genitori ignoti, apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è stato trovato nel territorio italiano. La legge 91 del 1992 indica il principio dello Ius sanguinis ("diritto di sangue") come unico mezzo per l'acquisizione della cittadinanza. Nel mondo sono 30 i Paesi che applicano lo Ius soli incondizionatamente, la maggior parte dei quali americani. Stati Uniti, Canada, Messico, America del Sud, Pakistan e Cambogia ritengono lo Ius soli un diritto sacrosanto. Altri Paesi, come la Francia, la Gran Bretagna o l'Australia, hanno inserito nelle proprie legislazioni il diritto di suolo, ma con alcune condizioni. In Italia la questione è vissuta molto seriamente, in particolare da quando il Ministro Kyenge ha riportato alla ribalta la tematica. Dal giorno del suo insediamento a Palazzo Chigi, il Ministro ha dovuto combattere contro l'opposizione di molte parti politiche, in particolare quella dell'area Leghista, dichiaratamente ostile allo Ius soli. Sorvolando sui tristi casi di offese riservate al Ministro (per ricordarne una, Il Ministro per l'Integrazione Cecile Ky enge quella dell'ex ministro leghista Calderoli che, durante un comizio, paragonò la Kyenge ad un orango), bisogna prendere atto che qualcosa sta cambiando nella percezione degli italiani nei confronti dello Ius soli. Il 12 novembre è stata presentata a Palazzo Giureconsulti di Milano una relazione dal titolo "L'immigrazione straniera: opportunità, risorse, problemi", condotta da Ipsos Italia. Inserito all'interno del seminario di riflessione sul tema del lavoro dal titolo "Il Lavoro è cittadinanza", il rapporto su lavoro/immigrazione, i cui risultati sono stati presentati dall'amministratore deleato di Ipsos Nando Pagnoncelli, ha fatto emerge- Roberto Calderoli re alcuni dati interessanti. Gli italiani tenderebbero innanzitutto a sopravvalutare la dimensione quantitativa degli immigrati nel nostro Paese, in particolare a causa delle continue notizie sugli sbarchi. Ciononostante, netta è la differenza che si fa tra i clandestini e i regolari: i primi sono considerati, oltre che un pericolo, un costo notevole; i secondi sono percepiti invece come risorsa e ricchezza. Per quanto riguarda la concorrenza sul mercato del lavoro, non molti sono coloro che si dichiarano preoccupati, anche se con la crisi il problema comincia a farsi sentire. Buona parte degli intervistati ritiene piuttosto che la competizione italiani/immigrati si giochi sul terreno dell'accesso al welfare locale, che tenderebbe a privilegiare i secondi. Larghissima sarebbe poi la percentuale di chi si dichiara a favore dello Ius soli, ma con il mantenimento del reato di clandestinità, percepito come precauzione importante. L'immigrazione, in Italia, è una realtà con la quale è necessario fare i conti. Secondo un rapporto dell'Istat, alla data del 1 gennaio 2013, la popolazione straniera presente sul suolo italiano era pari a 4.387.000 di persone. In percentuale gli stranieri in Italia sono il 7,4% di tutta la popolazione.

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