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GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano 9 Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com La Maestà di San Domenico. Dipinto a tempera e oro su tavo- la di Guido da Siena, databile al 1270 circa e conservato nella ba- silica di San Domenico a Siena. Rappresenta la Madonna in tro- no con il Figlio in braccio, assi- stita da sei angeli. I volti di ma- dre e figlio vennero ridipinti da un artista senese della scuola di Duccio di Buoninsegna nel Tre- cento, forse Ugolino di Nerio. Il trono ha una forma di transizio- ne, un po' di legno, con spalliera, un po' di marmo con decori co- smati. Cristo ha le gambe confi- denzialmente incrociate. Le pie- ghe della veste della Vergine hanno un che di spigoloso. In basso spuntano i piedi della Ver- gine, con scarpette a punta fine- mente damascate. Gesù appare senza il vestito da filosofo della tradizione bizantina: ha una ve- ste più semplice e una fascia annodata in vita con un drappo con cui Maria lo cinge. Giochi antichi Spirituale serenità Dettagli di transizione Giobbe. Simone Brentana lo realizzò per la chiesa di San Nicolò a Verona. Partito artisti- camente dalla maniera tenebro- sa, giunse ad avere pennellata soffice con gusto del mosso e del chiaro colore. Fu interprete appartato ma sensibile e di note- vole qualità nei primi due decen- ni del secolo XVIII, dell'avvento del nuovo gusto, in modi che non saranno del tutto ripresi dalla pittura veronese posteriore. Ricorda il suo amore per i mas- simi pittori del '500 e il suo stu- dio dell'anatomia, della prospet- tiva e dell'ottica. Conservò l'is- pirazione naturalistica ma con la sua adesione alla corrente "tene- brosa", e la riproduzione del Giobbe di San Nicolò lo dimo- stra chiaramente, introduce una teatralità nuova nell'opera, dove la tragedia si mescola al comico al senso dell'irrisione e della beffa. Beffa tenebrosa Il sole. Il quadro del 1904 che rappresenta il momento in cui sorge il sole, è esplicativo dei principi del divisionismo e fu realizzato da Pelizza da Volpe- do. Da un nucleo centrale di luce bianca si diparte una fitta trama di tacchette e lineette progressi- ve, che vanno dal giallo al blu, comprendendo tutta la gamma dei colori dell'iride, per rendere la dimensione dell'esplosione luminosa. Ciò comporta un rigi- dissimo controllo della pennella- ta. La composizione è attenta- mente studiata, sia nella scelta della posizione dell'orizzonte, sia in quella di mettere in sordi- na qualsiasi elemento della natu- ra. Su questa scia Pellizza, tra il 1905 e il 1906, studia la capacità di comunicare dei sentimenti che i singoli colori hanno nelle di- verse stagioni o nei diversi mo- menti della giornata. Alba divisionista Cantoria. La prima opera datata 1431 di Luca della Robbia è la Cantoria per Santa Maria del Fiore di Firenze (Mu- seo dell'Opera del Duomo). Considerata uno dei capolavori del primo Rinascimento fioren- tino, fu scolpita tra il 1431 e il 1438 ed è alta 348 cm. Su dieci riquadri sono raffigurati giovi- netti che suonano e cantano in lode del Signore. Costituiscono una completa illustrazione del Salmo 150 di David, il cui testo latino ricorre a grandi caratteri sulle cornici orizzontali. Per inscenare il testo biblico l'artista compose diversi gruppi di fan- ciulli di diverse età, colti mentre cantano, danzano e suonano. Si nota il naturalistico amore del- l'artista per la rappresentazione della bellezza giovanile, espres- sione di spirituale serenità. Le opere sono impostate secondo ideali di bellezza classica. Bambola. Tra gli oggetti espo- sti nell'Antiquarium Romanum dei meravigliosi Musei Vaticani di Roma, ce ne sono alcuni che documentano i vari aspetti della vita quotidiana nell'antica Roma. Tra essi spicca una bambola in avorio ad arti snodati, risalente al primo terzo del IV sec. dopo Cristo. L'oggetto longilineo e aggraziato mostra ancora tracce di un prezioso tessuto in filo d'oro, ancora aderenti. Questa bambola, oltre a costituire un raro cimelio di un ricercato gio- cattolo dell'antichità con interes- santi dettagli tecnologici, docu- menta un particolare aspetto del rituale funerario nella Roma tardo imperiale, data la sua parallela funzione simbolica. Fu rinvenuta infatti all'interno di un sarcofago scoperto presso la Basilica di San Sebastiano in Roma, insieme ai resti mortali di una fanciulla di alto rango cui apparteneva, morta prematura- mente all'età di circa 15 anni.