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GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano 9 Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Il Ritratto di Eleonora d'A- ragona è una scultura marmorea (altezza 50 cm), realizzata da Francesco Laurana intorno al 1468 e custodita nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. Il busto proviene dalla tomba di Eleonora d'Aragona, contessa di Caltabellotta morta nel 1405, situata nell'abbazia di Santa Maria del Bosco a Calata- mauro. Si tratta di un ritratto po- stumo. Il finissimo volto femmi- nile è raffigurato come un busto comprendente le spalle, tagliato all'altezza del petto. È caratteriz- zato da una bellezza levigata e rarefatta, dove la purezza delle forme e la sintesi geometrica sembrano richiamarsi a modelli di Piero della Francesca e di An- tonello da Messina. L'idealizza- zione trasfigura le fattezze fisio- gnomiche, verso forme sofistica- tamente pure. I capelli sono rac- colti in velo che dà alla testa un aspetto più levigato. Eterno banchetto Sepolcro vuoto Effigie postuma Carlo VI nell'atto di accor- dare a Trieste il Portofranco. Giuseppe Bernardino Bison lo realizzò a Trieste per il palazzo della Borsa Vecchia. L'autore si applicò tanto alla produzione di genere quanto alla misura monu- mentale della decorazione ad affresco tra decori di scene mito- logiche e rigogliosi motivi d'or- nato a monocromo di gusto clas- sicistico. Raffigura un mondo manifestamente illusorio, che vive di riverberi di luce colorata, di sorprese, per sedurre lo sguar- do e tener desta l'attenzione, in cui serpeggia lo spirito del ca- priccio, alla fine di un secolo che del capriccio aveva fatto una bandiera. Bison spicca per fanta- sia inventiva e cromatica che si estrinseca anche per la scelta di applicare alla pittura murale una tonalità minore, così da farne una pittura da stanza, equivalen- te alla musica da camera. Pittura 'capricciosa' Lavoratrice. Dopo l'esordio giovanile all'insegna di un primi- tivismo postcubista, Alik Cava- liere prese a modellare figurine di soggetto popolare in terra re- frattaria, gesso policromo o le- gno come questa Lavoratrice del 1957 conservata a Suzzara, alla Galleria d'Arte Contemporanea. Artista originale e impossibile da definire, nel suo percorso di studio ha costantemente insegui- to nuove forme espressive, me- diante l'uso delle tecniche scul- toree, la manipolazione dei mate- riali e delle idee. In oltre 40 anni di attività, ha utilizzato i mate- riali più eterogenei, muovendosi tra metalli tradizionalmente uti- lizzati in scultura come rame, bronzo, oro e argento, per passa- re a acciaio, ghisa, ottone, piom- bo, per poi rivolgersi a plastiche, stoffe, legni, carte, fotografie, acqua e colori. Arte popolare Sepolcro di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este. Nel 1497 l'architetto (lavorò tra l'altro nella fabbrica del duomo di Mi- lano) e scultore Cristofero So- lari, detto il Gobbo, ricevette la commissione per la sua opera più celebre, il cenotafio di Lu- dovico il Moro e Beatrice d'E- ste, oggi collocato nel transetto sinistro della Certosa di Pavia ma commissionato per la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il sepolcro è vuoto in quanto Ludovico morì prigio- niero di Luigi XII a Loches mentre la moglie, premortagli, è sepolta alle Grazie. Per l'estre- ma raffinatezza e morbidezza del modellato, il monumento è stato visto come la trasposizione in scultura degli stilemi pittorici di Leonardo. Nell'opera spicca- no i frastagliati e nervosi pan- neggi, eseguiti con tecnica magistrale. Coperchio di sarcofago. Ter- racotta della prima metà II sec. a.C. conservato nelle sale Gre- goriane Etrusche dei Musei Va- ticani di Roma. Accanto alla produzione di sarcofagi in mate- riale litico si diffonde nell'Etru- ria meridionale interna, una ca- ratteristica produzione di sarco- fagi in terracotta che vede l'af- fermarsi di alcune botteghe ope- ranti a Tuscania. Su questo co- perchio, realizzato in due parti separate, cave all'interno e con diaframmi fittili di rinforzo, è raffigurata una donna distesa su un fianco, indossante una cami- cia a maniche corte, una tunica con cintura e mantello passato sul capo. La figura è ornata da gioielli: diadema con castoni, orecchini a pendente, collana a nastro piatto, anelli, bracciali e armilla. Il coperchio conformato a kline (letto usato nei banchetti) allude al tema del banchetto. La cassa del sarcofago, sempre in terracotta, non è pervenuta.