Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/267994
à è È ù ì ò ^ GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano 11 La pattinatrice altoatesina Carolina Kostner, bronzo a Sochi Olimpiade di Sochi: tre medaglie in più di Vancouver, il meritato bronzo della Kostner, la tripletta della Fontana e un mitico Zoeggeler ha saputo regalare all'Italia forse la gioia più grande di questi gio- chi olimpici di Sochi. Cercate il filmato di quel Bolero. Solo così potrete realmente comprendere cosa ha conquistato Carolina Kostner: una medaglia che vale una vita. L'Italia ha chiuso le Olimpiadi di Sochi con 8 medaglie appena, due argenti e sei bronzi. La Rus- sia, irraggiungibile per tutti, con 33. Poche medaglie, ma ciascuna è stata un'impresa di categoria, oltre che un successo personale dell'atleta. Oltre alla Kostner, basti ricordare il risultato del zio" poco oggettivi che sempre caratterizzano il pattinaggio su ghiaccio. "Il giudizio dei giudici non sa- rà mai del tutto oggettivo", ha replicato con un sorriso a trenta- due denti la bella Kostner dinan- zi ai taccuini italiani con la me- daglia di bronzo al collo senza rancore nei confronti di chi, a detta di tutti, non ha veramente dominato la gara. L'azzurra ha espresso una gio- iosa espressione artistica che non era mai riuscita a tradurre in ge- sto tecnico prima di Sochi. Forse i precedenti flop e la nota e dolo- rosa vicenda che aveva devastato cuore e mente prima dei giochi Olimpici di Londra (l'allora fi- danzato Alex Schwazer, marcia- tore, fu sospeso per doping), ha toccato quei tasti che nessuno, prima era riuscito a sfiorare. Ca- rolina è stata forte, molto più della sua voce fioca e dolce, si è chiusa nei suoi affetti più sinceri e nel lavoro sul ghiaccio estra- niandosi da un mondo che non la vedeva più al centro di tutto. Situazione paradossale dalla quale o ti rialzi o cadi per sempre e che l'atleta ha affrontato con la classe dei più grandi. "Io sono una pattinatrice, non una spetta- trice: è la mia vita, la mia passio- ne, è solo un giorno andato male, ma io andrò avanti". Queste le concise parole cari- che di dolore da cui è rinata la carriera dell'angelo azzurro che La medaglia più bella è arriva- ta. Quella del riscatto dopo la gogna mediatica, quella della liberazione dopo tanti fallimenti, quella del talento che, dopotutto, trionfa sempre. Carolina Kostner torna da Sochi con una medaglia di bronzo al collo, la prima olim- pica, a coronamento di una car- riera in cui mancava solo il po- dio più importante. Giusta una tale celebrazione per un bronzo? Giustissimo, per- ché il "Bolero" disegnato sul ghiaccio russo della pattrinatrice semplice e silenziosa più volte caduta a Torino e Vancouver (2006 e 2010), è risuonato come manifesto ideologico di una car- riera a cui mancava solo la cilie- gina sulla torta. "Non mi arren- do, sono sicura che il mio mo- mento arriverà" aveva profetica- mente affermato proprio all'in- domani del flop olimpico di Vancouver. E in effetti, Carolina ha saputo rialzarsi come nella più bella e incantevole delle favole. Lavorando nel silenzio, forse facendo leva sull'orgoglio toccato e pungolato dagli sghi- gnazzi del pubblico che ne ave- vano sancito i tonfi in Canada. Ha abbattuto l'alto muro della pressione, quella montata da me- dia e sportivi italiani che da anni vedevano in lei le stimmate della campionessa e il simbolo di una Italia sportiva semplice, e allo stesso tempo di straordinaria bellezza. Carolina ha danzato come solo le più grandi hanno saputo fare prima di lei, arrivan- do terza, alle spalle di Adelina Sotnikova (oro) e di Yuna Kim, forse solo per giochi di "giudi- Fabio Capello, commissario tecnico della Russia Interpellato a proposito delle difficoltà della Juventus in Eu- ropa, Fabio Capello (attuale Ct della Russia ed ex allenatore dei bianconeri) ha indicato, come principale limite per i torinesi, la scarsa competitività della Serie A, che ha definito "non alle- nante". Antonio Conte, molto piccato, ha risposto dicendo di ricordare la Juventus di Capello solo per "il poco gioco e gli scudetti poi revocati". Successivamente – l'attuale allenatore bianconero – ha aggiunto, riferendosi proprio a Capello: "Non c'è lui in Serie A e qui sembra che stiamo fa- cendo il torneo amatoriale, un campionato ormai di secondo livello". Tralasciando la polemica tra i due allenatori (tra cui non c'è particolare feeling da tempo im- memore), è opportuno interro- garsi sull'effettivo stato di salute del calcio nostrano. Più volte, anche da queste pa- gine, ci si è espressi su posizioni simili a quelle di Capello. In ef- fetti, il basso livello della Serie Tanti gol? La prova della diffusa imprecisione tattica del campionato italiano. Serve una 'rivoluzione mentale' A è piuttosto evidente. E non si tratta soltanto della, per altro acclarata, scarsità numerica di top player. L'involuzione a livel- lo di tattica e di preparazione atletica è ormai importante. Se qualche anno fa ogni partita di Serie A era una vera lotta (no- nostante le 'big' disponessero di organici nettamente più forti di quelli delle 'grandi' di oggi), nelle ultime stagioni sono fin troppe le gare assolutamente 'senza storia'. Questo, essenzial- mente, perché non esiste più la grande abnegazione tattica che aveva contraddistinto gli anni '90 della Serie A. E l'elevato nu- mero di gol che oggi si segnano in Italia è la prova effettiva della diffusa 'imprecisione tattica' del nostro campionato. Non è un caso che alla Juven- tus, per vincere e dominare (ol- tre a grandi giocatori), basti un sistema di gioco fortemente ri- nunciatario (il copertissimo 3-5- 2). I bianconeri non trionfano tanto grazie alla propria trama offensiva: dominano stoppando l'avversario, schiantandolo dal punto di vista fisico e punendone le numerose ingenuità nell'orga- nizzazione. Situazioni, queste ul- time, che in Europa avvengono molto meno di frequente, mentre in Italia sono all'ordine del giorno. Da qui il diverso rendi- mento bianconero nei due sce- nari. STEFANO cARNEVALI Antonio Conte, allenatore della Juve giovane e promettente Christof Innerhofer, bronzo in super com- binata e argento in discesa libera, medaglia che in questa specialità mancava dal 1976. Arianna Fon- tana invece è salita per ben tre volte sul podio nello short track, due volte da sola nei 500 e 1500 metri e la terza con le ragazze della staffetta. Armin Zoeggeler, 40 anni, sullo slittino ha conqui- stato la sesta medaglia in sei Olimpiadi: mai nessuno come lui. In fondo sono arrivate tre medaglie in più di Vancouver ed è stato centrato il record di fina- listi di sempre. Per riportare in alto la Serie A (oltre a un grande quantitativo di investimenti), servirà maggiore coraggio da parte delle squadre di prima fascia (che dovranno imporsi di cercare la vittoria at- traverso un bel gioco d'attacco) e servirà più consapevolezza tatti- ca da parte delle 'piccole' (che dovranno tornare a giocare con grande organizzazione e con il coltello tra i denti, domenica dopo domenica, anche contro avversari molto più quotati). Insomma: oltre ai soldi, alla Serie A serve una vera 'rivo- luzione mentale' per tornare davvero "allenante" e 'bella'. NIcOLA ALFANO Dopo la medaglia olimpica Carolina Kostner, 27 anni, pensa al ritiro