L'Italo-Americano

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com 14 Acqui Terme, comune piemontese di 20.566 abitanti della provincia di Alessandria. Sorge nella zona sud- orientale dell'alto Monferrato sulla sponda sinistra del fiume Bormida, che, dopo la confluenza dei due rami di Spigno e di Millesimo, si apre la strada verso la pianura di Alessandria, tra colline dolcemente ondulate. Il nucleo più antico è il Borgo Pisterna, adiacente al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro: rappresentano assieme l'attuale centro della città, che si è poi via via andato sviluppando sia verso la pianura che verso la collina. In epoca più recente e al di là del fiume Bormida si è sviluppata la zo- na termale e dei Bagni, con l'Hotel Antiche Terme, sede di un grandioso parco, gli stabilimenti termali e numerosi alberghi, e le frazioni di Ovrano e Lussito. Secondo una leggenda, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza di acque termali. La tradizione è scaturita forse dal nome "grecizzante" (almeno così lo tramanda Tito Livio) di Carystum, capoluogo dei Liguri Statielli, simile a quello di alcune città greche. Anche se ritrovamenti risalgono al Paleolitico, le prime testimo- nianze individuate della presenza umana risalgono al neolitico (5500-3500 a.C.): un insediamento si trovava vicino al fiume Bormida in regione Fontanelle. Già nel- l'età del bronzo fu abitata da popolazioni Liguri. L'im- portanza della città crebbe con la costruzione nel 109 a.C. della via Emilia poi via Julia Augusta: congiungeva la pianura Padana con la Gallia Narbonense e la Spagna. Le sorgenti termali di Acqui, inoltre, godettero certamente di notevole prestigio. Lo scrittore latino Plinio il Vecchio le ricorda tra le più importanti del mondo romano, insieme a quelle di Puteoli (Pozzuoli) e di Aquae Sextiae (Aix-en- Provence). La città romana era dotata di almeno tre im- pianti termali, di cui sopravvivono oggi alcuni resti. Un monumentale acquedotto, inoltre, garantiva l'approvvi- gionamento di acqua comune sia per gli usi termali che per quelli domestici e produttivi. Baschi è un comune umbro di 2 841 abitanti della pro- vincia di Terni. Antico castello, divenuto comune (uno dei primi in Italia), la tradizione lo farebbe edificare alla fine del IX secolo da Ugolino o Galino di Biscaglia, uffi- ciale carolingio sceso in Italia con Carlo Magno, il quale gli regalò un vecchio castello ("castrum vetus") sulle rive del Tevere. Qui, Ugolino, soprannominato "le Basque", eresse il castello che chiamò Baschi, dal suo soprannome. La famiglia Baschi, tra le più potenti del centro Italia, nei secoli XIII e XIV aveva il dominio su oltre 60 castelli della zona e aveva fondato, a circa 3 km dal castello Ba- schi della Teverina, una grande Rocca con castello, quale fastosa e imponente sede residenziale della famiglia. Di Baschi, che sorge sulla riva sinistra del Tevere poco distante dalla confluenza con il Paglia, poco si sa della sua storia in età preromana. E', invece, ben documentato il periodo romano: era l'antica città di Veascium, dove i Galli, capeggiati da Brenno, furono battuti da Furio Camillo sette mesi dopo la battaglia del fiume Allia, il 16 luglio del 364 dalla fondazione di Roma e 390 anni prima della nascita di Cristo. In epoca romana la zona era den- samente popolata e numerosi sono i reperti archeologici ritrovati. Ancora oggi è possibile visitare importanti testi- monianze quali i resti del Porto romano di Paliano. Il comune (rurale) nacque e si sviluppò con la signoria dei Baschi, di quasi certa origine longobarda. La loro signo- ria finisce solo nel 1751. Nel 1809 Roma e lo Stato ponti- ficio vennero annessi alla Francia, dopo l'occupazione di Napoleone. Baschi fece parte del Circonda-rio di Todi insieme ad Orvieto, Dipartimento del Tra-simeno. Nel 1960 Baschi passò al governo italiano con Orvieto e Todi. Nel centro storico si può visitare la Chiesa di San Nicolò, del XVI secolo, costruita sulle rovine di un antico tempio. Da visitare il Palazzo del Municipio e nei dintor- ni il Santuario della Pasquarella, ovvero di Santa Maria dello Scoglio, risalente probabilmente all'XI secolo e il Il Convento di Sant'Angelo in Pantanelli, nei cui pressi si racconta che dimorò San Francesco d'Assisi. Caltavuturo, comune siciliano di 4.318 abitanti della provincia di Palermo. Fa parte del Parco delle Madonie ed è sovrastato dal monte "Rocca di Sciara". Secondo molti studiosi il nome e l'origine della città vengono fatti risalire alla dominazione araba (il nome deriverebbe dalla parola araba che significa roccaforte di Abū Thawr, dal nome di un condottiero musulmano. Secondo altri pareri deriva dalla parola araba "kala" (rocca) e da quella sici- liana "vuturu" (avvoltoio) andando così a prendere il significato di "Rocca dell'Avvoltoio", rapace attualmente presente nel territorio. Durante la dominazione normanna il paese appartenne alla famiglia del conte Ruggero e sotto gli Svevi fu concesso ai Ventimiglia, a cui si succe- dettero varie famiglie sino al XVI secolo. Nel 1550 alcu- ni degli abitanti si trasferirono fuori la cinta muraria, a quota inferiore rispetto al terrazzo roccioso della "Ter- ravecchia", sede del nucleo originario. E' d'obbligo la risalita alla parte più antica dell'abitato attraverso le stret- te e tortuose viuzze, dove sorgeva il castello saraceno di Kalat-Abu-fhur (sec.lX). Ancora rintracciabili sono i resti dell'antico insediamento urbano e la rocca di Sclafani verso monte Riparato, area archeologica di rilevante inte- resse. Altrettanto interessante la zona "Mannari", sito etno-antropologico (ovili in pietra di richiamo omerico). I "Mannari" di Caltavuturo, sono unici perchè inseriti nel contesto urbano ed addossati alle case di un quartiere (definito appunto Mannari), in passato abitato prevalente- mente da pastori. Al centro del paese sorge invece la Chiesa Madre, costruita tra il 1582 e il 1590. Al suo inter- no numerose opere di valore artistico come la statua in marmo della "Madonna della Neve" di Laurana, il cibo- rio in marmo e il gruppo scultoreo dell'Annunciazione di scuola gaginiana. Dalla Chiesa Madre, quasi a raggiera, si dipartono le strade che conducono alle altre chiese che costituiscono il patrimonio monumentale di Caltavuturo e che al loro interno conservano opere d'arte rappresentati- ve della cultura siciliana e madonita in particolare. Il borgo di Baschi con il suo antico castello La piazza centrale di Acqui Terme Gli ovili in pietra della zona Mannari a Caltavuturo Si è tinto di rosa, quest'anno, il Premio giornalistico 'Valerio Ghin' di Marano Lagunare. A vincere, Nicoletta Curradi, colla- boratrice de L'Italo Americano, e Stefano Cantiero. Nicoletta Curradi ha firmato un articolo che descrive le attrattive di Marano Lagunare e della Riviera Friulana sul prestigioso settimanale L'Italo Americano, il più vecchio giornale degli ita- liani in America, che viene di- stribuito nella West Coast, la costa del Pacifico, degli Stati U- niti e del Canada, da Los An- geles a Vancouver. Stefano Cantiero, veronese, ha dedicato a Marano e alla Riviera Friulana un'intera puntata di Vie Verdi, la trasmissione televisiva che raggiunge le emittenti priva- te del Nord e del Centro Italia. Come per il Premio 'Carati d'autore', nel 'Premio Ghin' è stata inserita una sezione dedica- ta ai personaggi dell'area riviera- sca. Istituendo la sezione Personaggi. Qualifica che Ste- fano Rizzi, di San Giorgio di Nogaro, si è conquistato sul campo, vincendo, a 46 anni, lo scorso anno il mondiale dei Moth, piccoli scafi a vela che solcano le acque grazie a un'appendice immersa idrodina- mica che li solleva dalla superfi- cie dell'acqua, a più di 50 km/h. E pochi giorni fa in Australia il titolo mondiale della categoria monotipo Melges 24. che si aggiunge ai successi già nel car- niere del velista friulano, nella Louis Vuitton Cup, alle parteci- pazioni alla Coppa America, ai successi al Giro d'Italia a vela, ai record nella circumnavigazione del globo tuttora imbattuti, alle vittorie nelle ultime edizioni della Barcolana. Il Premio è indetto dall'Asso- ciazione Regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, del- l'Ambiente e Territorio del Friuli Venezia Giulia e sostenuto dal Comune di Marano Lagunare, dalla Provincia di Udine, dalla Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, patrocinato dal Club Unesco di Udine, dall'U- nione Nazionale della Arga, dalla Federazione Nazionale della Stampa. Alla consegna, assieme al sin- daco di Marano Lagunare, Mario Cepile, l'assessore al Turismo di FABRIzIO DEL BIMBO L'Italo-Americano vince la 6° edizione del premio 'Valerio Ghin' in Friuli Venezia Giulia Lignano Sabbiadoro, Massimo Brini, il vicesindaco di Palazzolo dello Stella, Francesco Simone Zoroddu, l'assessore alle Infra- strutture del Comune di San Giorgio di Nogaro Davide Bo- netto, il delegato del Club U- nesco di Udine, Renata Capria d'Aronco, il presidente di Assoe- nologi FVG, Rodolfo Rizzi, il segretario e portavoce dell'Asso- ciazione Culturale La Riviera Friulana, Walter Casasola. I rappresentanti dei Comuni hanno ribadito la convinta ade- sione delle rispettive comunità all'idea rivierasca per offrire al turismo moderno le attrattive di un territorio ricco e suggestivo, che con il suo fascino può com- pletare l'offerta turistica delle grandi spiagge del Friuli Venezia Giulia, di cui sono state illustrate le caratteristiche di natura stori- ca, naturalistica, ambientale alla base della rete rivierasca. La giornalista toscana Nicoletta Curradi mentre ritira il premio 'Valerio Ghin' per un suo articolo pubblicato sul nostro giornale Nicoletta Curradi ha vinto il premio con un articolo sulla Riviera Friulana

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