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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 6 MARZO 2014 www.italoamericano.com 8 TERESA dI FREScO Mancava da due anni il Carne- vale di Sciacca, e se ne sentiva proprio l'assenza. Quest'anno, però, l'amministra- zione comunale, in mancanza di fondi, ha dato, con un bando rio ai cortei in cui le "macchine" diventavano sempre più sofisti- cate e assumevano spesso un valore di contestazione politica e sociale. Le sfilate, però, rappresentano una visione della vita, almeno momentanea, spensierata, ironi- Costruzione della maschera di Peppe Nappa a Sciacca tendosi così tutti veramente par- tecipi della festa che in questo modo coinvolge e rende un po' tutti protagonisti. Sono coinvolti anche gli alunni delle scuole materne ed elemen- tari con delle rappresentazioni a tema e partecipa attivamente pure l'Istituto d'Arte di Sciacca e non mancano maestri ceramisti, mae- stri della cartapesta, architetti, disegnatori, ballerini e musicisti. Nella ricorrenza del centenario, era l'anno 2000, ha ottenuto il riconoscimento di festa a caratte- re nazionale ed è stata inserita nel calendario delle Lotterie Na-zio- nali dei Carnevali italiani. Nel 2010 compaiono sponsor privati e il patrocinio del Mi- nistro del Turismo viene conferi- to dando lustro alla manifestazio- ne; nel 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisce al Carnevale di Sciac- ca, la Medaglia, quale Premio di Rappresentanza. Non possiamo non dedicare qualche nota particolare a Peppe Nappa, la più antica maschera siciliana e una delle più antiche tra le italiane. Come Arlecchino, Colombina, Pulcinella, ecc...è "figlia" delle maschere del teatro comico ro- mano, affermandosi verso la me- tà del 1500 con la nascita della Commedia dell'Arte che trova riscontro a Palermo, nelle "vasta- sate" e nel catanese nel "Cu nesci parra". Peppe Nappa è l'erede del ber- gamasco "Zanni", Giovanni, maschera che rappresenta il servo sciocco e sanguisuga che combi- na sempre guai e per i quali viene sistematicamente punito a basto- nate. Nappa è il soprannome che sta per pezza, toppa, che si appo- neva ai vestiti laceri, ma che nella maschera non si trovano. Per estensione può dirsi che rap- presenta un uomo da poco. Il suo vestito di colore verde-azzurro, ha le maniche molto lunghe, una in particolare e porta sul capo un cappello con una calotta sottile e le falde larghe rivoltate in su; calza scarpe bianche. Non ha il volto cosparso di farina per imbiancarlo come succedeva nella maggior parte delle maschere, le sue sopracciglia sono sottili e il suo fisico è a- sciutto. Si potrebbe trovare una somiglianza con la maschera francese di Pierrot, ma indossano abiti del tutto differenti. Il Carnevale di Sciacca, che è stato presentato alla sala Wagner del Grand Hotel et Des Palmes di Palermo dai rappresentanti delle istituzioni di Sciacca e dal responsabile della Cge di Napoli, si compone di alcune iniziative collaterali alla manifestazione: il concorso Carnevalandia, riserva- to agli alunni delle scuole mater- ne ed elementari che dovranno sviluppare, ciascun istituto, il te- ma del mondo della natura, la magia delle favole e, infine, la magia dei colori. La seconda iniziativa dal titolo Obiettivo Carnevale, ha lo scopo di mettere in mostra la "cattura" di alcuni momenti significativi e particolari della kermesse. I momenti veri e propri del Carnevale vedranno la sfilata dei carri per le vie della città a cui faranno da contorno lo "Sciacca Pizza Village" e il "Villaggio dei Bambini". Sei, in questa edizione, i carri allegorici: "L'Oro di Napoli", "Avanti il prossimo", "Puoi solo amarla", "Pandora-l'ultima spe- ranza", "Ripartiamo da zero", pubblico, l'incarico alla Cge di Napoli, che si occuperà dell'orga- nizzazione della tanto attesa ker- messe. Così, ancora una volta si cele- brerà la festa più ridanciana e spensierata dell'anno, anche nella cittadina dell'agrigentino e il 2014 sarà il suo 114esimo anni- versario. E non poteva che andare così, data la sua longeva tradizione che risale, secondo il can. Mario Ciaccio e padre Vincenzo Farina, storici saccensi, alla prima metà del 1800. Già verso il 1860/70 fa la sua apparizione la maschera di Peppe Nappa che, pur non essen- do di origine sciacchitana, viene adottata dalla città per l'apertura e chiusura dei festeggiamenti del Carnevale. Le prime "edizioni" non erano che delle feste dal chiaro sapore folkloristico in cui il popolo, ri- versandosi per le strade masche- rato con i costumi più fantasiosi, si dilettava consumando salsicce e vino. Insomma, era una delle tante feste popolari. In seguito non sfilavano più a piedi, ma seduti su delle sedie poste sopra dei carri addobbati in modo ap- prossimativo e girando per la città, divertivano chi li osservava. Il tempo ha visto evolvere que- ste macchine del divertimento che ormai si dotavano di amplifi- cazione sonora e di meccanismi che davano dinamicità alle figure poste sul carro costruite in carta- pesta. La satira, poi, ha dato un senso diverso da quello origina- Sciacca e il suo carnevale "Mi è scoppiato il cuore". Il carro di Peppe Nappa, Re del Carnevale, il giorno 1 marzo, ha dato inizio alla manifestazione vera e propria arrivando dal ma- re, attraccando al porto di Sciac- ca a bordo di un motopesca. Il sindaco gli ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi della città. Da quel momento i carri hanno sfilato per le vie della città prece- duti da maschere e musica dei gruppi di supporto che hanno ral- legrato gli spettatori e i turisti con balli e canti tutti in rigoroso dialetto siciliano. Terminate le sfilate e le altre manifestazioni di contorno, Pep- pe Nappa ha riconsegnato le chiavi della città al sindaco dopo che i gruppi mascherati dei carri allegorici si sono esibiti. Alle ore 01,30 di martedì 4 marzo, ultimo giorno di Carnevale, Peppe Nap- pa è bruciato tra lampi di fuoco piromusicali barocchi. Il Carnevale sciacchitano ter- mina, ma la sua magia rimane in un forziere, geloso custode dei suoi 100 e passa anni di storia: è il Museo del Carnevale, visitabi- le dal martedì alla domenica die- tro appuntamento, che consente un viaggio tra carri, macchine, maschere, miniature realizzate dai bravi maestri della ceramica, tra plastici e pezzi a grandezza naturale magistralmente decorati a mano dagli artisti saccensi, costumi, gallerie fotografiche, elementi in cartapesta. Sono pure riprodotti in cartapesta alcune specialità enogastronomiche tipi- che siciliane. Un mistero resta sul Carnevale di Sciacca: perché l'abito di Pep- pe Nappa ha una manica più lunga dell'altra? Chi vuole vede- re in ciò l'amputazione di una mano come punizione per qual- che furto commesso, chi, invece, vede il vestito indossato sbilen- co. Forse non importa saperlo, il mistero fa parte del sogno, della fantasia e della magia. Allora lasciamo al Carnevale di Sciacca la gioia di un sogno magico. La storica maschera siciliana di Peppe Nappa La medaglia commemorativa del presidente della Repubblica italiana conferita al Carnevale di Sciacca nel 2011 ca, gioiosa, all'insegna del puro spasso e del lavoro preparatorio che impegna anche parecchi arti- giani nella costruzione di queste che possiamo definire dei veri strumenti del divertimento. Il Carnevale di Sciacca si di- stingue dagli altri per lo spirito con cui i cittadini vivono, fin dalla preparazione che avviene diversi mesi prima, tutta la mani- festazione. Inoltre, durante le fasi terminali della composizione dei carri hanno accesso ai laboratori e, durante le sfilate, non sono tenuti lontano da transenne, sen-