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GIOVEDÌ 29 MAGGIO 2014 www.italoamericano.com 25 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | VAlENTINA CAlABrESE Tre i film italiani a Cannes, ma con 12 minuti di applausi 'Le Meraviglie' di Rohrwacher incantano il Festival Tre film italiani presenziano il Festival di Cannes, tre film di- versi ma che raccontano un pun- to di vista che ha in comune quello di un adolescente smarrito tra i suoi desideri e le sue respon- sabilità. L'unico in concorso, e che rischia di vincere la Palma d'Oro, è "Le Meraviglie" di Alice Rohrwacher, non nuova al Festival di Cannes, dove aveva presentato il bellissimo "Corpo Celeste". Le meraviglie rappresenta l'I- talia e anche un cinema al fem- minile che piace. Difatti il film è stato accolto dalla platea da 12 minuti di applausi. È la storia di una famiglia di apicoltori nella campagna tosca- na durante un'estate che cam- bierà per sempre la più grande di quattro sorelle, Gelsomina. "Il film è girato nei luoghi dove so- no cresciuta e con mia sorella tra gli attori, ma non è autobiografi- co. E anche se lo fosse non è quello che vorrei arrivasse al pubblico", dice Alice Rohrwa- cher. I protagonisti del film sono Alba Rohrwacher, sorella della regista e il ballerino belga Sam Louwyck, quattro bambine per la prima volta sul grande schermo e la star internazionale Monica Bellucci. Nella pellicola ogni personag- gio vive la sua prigione: per il padre tedesco, si tratta di non avere il mezzo linguistico per e- sprimersi, mentre per la fata Milly Catena (Monica Bellucci) è la maschera da fata bianca co- stretta a portare per creare sogni in cui far credere la povera gen- te. Ma anche la mamma di fami- glia (Alba Rohrwacher) è impri- gionata in un rapporto di coppia sempre più intollerabile così come la piccola Gelsomina nel "ruolo" di capofamiglia carico di responsabilità. Le lingue diverse, il lavoro, le api, "la scatola televisiva": sono tutti luoghi di un film che è am- bientato in un generico "post '68" perché – spiega Rohrwa- cher – "in quell'anno si è andato a rompere qualcosa che poi si è dovuto ricostruire partendo da basi diverse". "Un racconto sul perdono, sul- la tenerezza, ed anche sulla sconfitta. Non ci sono buoni o cattivi, ma solo due possibilità: proteggersi o esporsi, e chi si espone – come ciascuno a modo suo ne "Le Meraviglie" – spesso fallisce. Credo sia importante ritrovare la tenerezza perduta verso se stessi e chi ci circonda, incluso forse il nostro Paese così incasinato: la proposta del film è di riappropriarci di una certa pa- ce che risolva i contrasti. Per questo non ci sono gloria o rab- bia, esaltazione o indignazione, semmai c'è molto sacrificio. E il lavoro è anche metafora di que- sto". Tra i tre i registi italiani qui a Cannes, oltre ad Alice ci sono Asia Argento con "l'Incompresa" e Sebastiano Riso con "Più buio di mezzanotte" e tutti e tre hanno scelto come protagonisti gli ado- lescenti. "Bisognerebbe ridere un po' di queste coincidenze, ma an- che interrogarsi sul perché si ve- rificano. L'Italia può essere vista come un'adolescente: non si sa truccare bene, ha una grande vo- lontà di uscire dall'infanzia, ha delle potenzialità, ma anche delle grandi difficoltà a crescere". "Incompresa" della particola- rissima attrice italiana Asia Ar- gento, sarà presentato a Cannes nella sezione Un certain regard e arriverà nelle sale italiane il 5 giugno. Nel cast, accanto alla piccola Giulia Salerno, ci sono Charlotte Gainsbourg e Gabriel Garko, ma anche Max Gazzè e Gianmarco Tognazzi. Giulia Salerno è Aria, una bam- bina di 9 anni che si ritrova suo malgrado a vivere la violenta separazione dei suoi genitori, lo strappo dalle sue "sorellastre" in una famiglia allargata. I suoi genitori, artisti ingombranti e separati (Garko e Gainsbourg), non la amano quanto lei vorreb- be. Aria, strattonata nel conflitto tra suo padre e sua madre, re- spinta e allontanata, attraversa la città con una sacca a strisce e un gatto nero, sfiorando l'abisso e la tragedia e cercando solo di sal- vaguardare la sua innocenza. Ambientato nel 1984 e prodot- to da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside con Rai Cinema, in coproduzione con Paradis Films e Orange Studio, il film è stato girato tra Roma e Torino. Impossibile non notare diverse note autobiografiche nella tra- ma: la lunga relazione sentimen- tale di Dario Argento con Daria Nicolodi, genitori di Asia, si concluse nel 1983, e nel 1984 Asia aveva appunto nove anni come la piccola protagonista. Infine c'è "Più buio di mezza- notte" di Sebastiano Riso pre- sentato nella sezione "Semaine de la critique" di Cannes. Un'opera prima forte, dura, che tocca temi scomodi e che quindi ha diviso, ma non lasciato indifferenti. Interpretato dal- l'esordiente Davide Capone, l'attore di teatro Pippo Delbono e Micaela Ramazzotti, il film racconta l'adolescenza vera e disperata di Davide Cordova, oggi Fuxia, drag queen del Muc- cassassina (discoteca di Roma), la scoperta di essere gay, le vio- lenze subìte dal padre (che lo forza a una cura di ormoni "per guarire"), la fuga dalla famiglia, la vita in strada. "Il mio non è un film sull'o- mosessualità — spiega Riso — ma sull'affermazione d'identità di un adolescente che ho voluto raccontare senza decori inutili. Ci sono arrivato dopo 12 stesure, e il risultato è un film politico perché la diversità in Italia fa paura. Ma è anche un film d'av- ventura. Perché inizia con la fuga di Davide verso il ventre di una città, e quella corsa è un per- corso di conoscenza, di forma- zione". Tre film, tre storie italiane, tre urla in mezzo al caos: dalla cam- pagna rurale, al distacco parenta- le fino alla questione gay. Monica Bellucci interpreta Milly Catena nel film Le Meraviglie Davide Capone con Micaela Ramazzotti in "Più buio di mezzanotte" La diva italiana per eccellenza: sulla Croisette arriva Sophia Loren per 'La voce umana' e i 50 anni di 'Matrimonio all'italiana' Ha ancora la capacità indiscus- sa di incantare, di attirare gli sguardi e scatenare le resse tra i fotografi. Di muoversi sulla sce- na dominandola. Come solo le dive sanno fare. Il Festival di Cannes per un giorno si è ferma- to e ha contemplato lei, l'attrice italiana per eccellenza: Sophia Loren. Sulla Croisette è tornata (nel 1961 vinse la Palma d'oro come migliore attrice per La Ciociara e nel 1966 fu presidente di giuria) per celebrare un anniver- sario speciale: nel 1964 usciva "Ma-trimonio all'italiana" il film di Vittorio De Sica di cui la Loren era protagonista insieme a Marcello Mastroianni. A Cannes nella sezione Classics è stata proiettata la ver- sione della pellicola restaurata dalla Cineteca di Bologna. Un grande omaggio all'Italia da parte dei "cugini" francesi, dopo il restyling di "Otto e mezzo" di Fellini e la conclusione del festi- val affidata alla consacrazione del film di Sergio Leone "Per un pugno di dollari", anch'esso arrivato in sala nel 1964. Cannes però ha omaggiato anche lei. È stato proiettato "La Voce umana", che lei vide nella versione di Rossellini con l'in- terpretazione di Anna Magnani da bambina. Ne rimase folgorata e da allora sognò di fare l'attrice e interpretare Angela, la protago- nista del soggetto di Jean Coc- teau. Il suo sogno si è realizzato alla soglia degli 80 anni (li com- pirà a settembre). A dirigerla il figlio Edoardo Ponti, aiutato nel- Sophia Loren in una scena de "La voce umana" girato tra i vicoli di Napoli Marcello Mastroianni e Sophia Loren in "Matrimonio all'italiana" la sceneggiatura del cortometrag- gio da 25 minuti dallo scrittore partenopeo Erri de Luca. L'ante- prima proprio nelle sale di Napo- li: un omaggio alla sua città. BArBArA MINAFrA