L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-10-2014

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GIOVEDÌ 10 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | lAuRA RossI Per raggiungere la Triennale di Milano, noto museo di design, dovrete percorrere un pezzo di strada in parco Sempione oppure su una piacevole via ombreggia- ta da alberi. Non si può negare che avvicinandosi a questo tem- pio milanese delle tendenze arti- stiche, sembra di uscire dalla città e arrivare in un'oasi di pace. Geograficamente non è così: siete in pieno centro a Milano. Le esposizioni qui organizza- te sono sempre molto attuali e in parte gratuite. Si è appena con- clusa una mostra intitolata "Atlas" che esponeva i dipinti di un pittore moderno: Marco Petrus, classe 1960. La peculia- rità di questo artista, oltre al suo tratto estremamente pulito, geo- metrico, iperrealista, è il fatto che non presenta un insieme di lavori preconfezionati che potrebbero essere esposti in qua- lunque parte del mondo, in qua- lunque città. Marco Petrus studia il contesto urbano in cui viene organizzata la sua esposizione e sceglie tele che siano coerenti con la città ospitante, quasi ad omaggiarla. Questo implica il fatto che una sua mostra non sia mai uguale alla precedente ed alla successiva. Avrete avuto modo di vedere delle sue esposi- zioni in città come Santa Fe, New York, Londra, Roma, Mosca. Il pittore si dedica alla rappre- sentazione su tela di edifici o comunque elementi architettoni- ci realmente esistenti. Il suo trat- to così pulito vi darà l'impressio- ne, in un primo momento, di essere di fronte ad una pagina pubblicitaria o alla grafica stiliz- zata e quasi geometrica degli anni settanta. Marco Petrus è invece ben inserito sia in questa epoca che nel contesto urbano in cui espone. La mostra a Milano com- prendeva dei dipinti che la rap- presentavano. Questa forma di contestualizzazione dell'evento in base alla location ha una forte connotazione di contemporaneità accorciando la distanza tra il pubblico fruitore e l'artista. Nella mostra a lui dedicata si rimane colpiti dalla forza e dalla vibrazione che i colori dei suoi quadri trasmettono. Nell'osser- vatore, che si avvicina per la prima volta a questo autore, cre- sce lo stupore della precisione del tratto e dell'efficacia descrit- tiva nonostante la sintesi. La sala che ha ospitato la mostra era un ampio spazio bianco e illuminato dalla luce naturale: questo ha permesso di evidenziare i colori accesi delle tele. La seconda sen- sazione è quella di essere di fronte a qualcosa di familiare. Ciò si razionalizza focaliz- zando la scelta delle strutture urbane rappresentate. Sulla pare- te sud spiccava una grossa tela con un agglomerato di palazzi. La rappresentazione non lasciava nulla al dubbio: la classica forma della torre Velasca che si trova in pieno centro a Milano. Alla sua sinistra, in basso, un'altra tela rappresentava la Camera del Lavoro. L'artista è particolar- mente affezionato alla città di Milano: qui abita e qui ha inizia- to tutto il suo percorso artistico. Come è la sua città ideale? Non è una in particolare, ma l'insieme di alcuni aspetti di tutte. Non esistendo questa realtà, l'artista fa sì che possa vivere sulle sue tele. Con attenta osservazione Marco Petrus riporta i tratti che più gli servono per descrivere il suo spazio urbano ideale e que- sto si staglia sempre su cieli piat- ti e monocromatici, come se fossimo in una limpida giornata di sole invernale, dove la foschia non deforma all'occhio i contor- ni degli elementi. Perché Atlas è il nome della mostra appena conclusa? Per richiamare alla continua ricerca geografica simbolica con cui l'artista caratterizza il suo lavo- ro. Alla base del suo realismo vi è una costruzione geometrica delle forme che non offusca il significato semiotico di ciò che è dipinto: la Camera del Lavoro sulla tela sarà sempre quel fami- liare edificio che incontriamo fuori dal tribunale di Milano e non l'insieme di rettangoli usati per riprodurla. L'occhio, a causa della familiarità del soggetto rappresentato, scavalca le forme che lo costituiscono arrivando dritto al suo significato. Dietro alla precisione della rappresentazione vi è la consa- pevolezza della vita, caotica o meno di un insieme urbano che ogni giorno rivendica la sua identità e accetta, per un solo istante, di essere fermato su una tela e poi rientrare in un proces- so di movimento che renderà la realtà della città differente da quella che era, da quella sulla tela e da quella che conosciamo. Tra gli edifici spicca, in alto, il grattacielo milanese del Pirellone Parcheggio storico in San Babila a Milano Nel quadrilatero milanese della moda sfilano le auto storiche con le loro carrozzerie retrò Stavolta non sono stati i danarosi turisti stranieri che affollano le strade che portano ai negozi delle grandi marche del- lusso e del lifestyle, ma le auto storiche a sfilare lungo via Montenapoleone, cuore del Quadrilatero milanese della moda. L'occasione per ammirare le splendide vetture, che ripor- tano indietro nel tempo con le loro carrozzerie fascinose, l'ha data la Cuervo y Sobrinos Cup, la gara che parte da Milano per dirigersi verso i grandi laghi e i passi alpini fra Italia, Svizzera e Austria attraversando lo Stelvio e il Bernina. Un equilibrio perfetto di eleganza e charme, intervallati da tornanti impegnativi, curve veloci e paesaggi mozzafiato, Passerella nel lusso milanese con la Cuervo e Sobrinos Cup Osservare Milano dentro un quadro per riscoprire la città e i suoi edifici cronometri e prove di media. Cuervo y Sobrinos Cup è una gara di regolarità classica inter- nazionale, inserita dalla Csai tra i "Grandi Eventi", le gare più blasonate del calendario italiano. Si svolge lungo un percorso di circa 600 chilometri ed è aperta a un massimo di 60 vetture storiche immatricolate fino al 1969, con una classifica speciale dedicata alle barchette. 49 sono le prove a cronometro e 3 le sfi- danti prove di media in mon- tagna con rilevamenti segreti, ma anche per gli spettacolari 600 km di strada da percorrere nel cuore di tre nazioni. Un percorso nel paesaggio montano delle più belle Alpi tra Italia, Austria e Svizzera. Ogni giornata di gara Sfida su 600 km tra 3 nazioni sarà fortemente caratterizzata da uno scenario diverso. Un week- end imperdibile per gli appas- sionati di auto storiche, ma anche per gli amanti della ricer- catezza come stile di vita e del "tempo lento" come ama dire Marzio Villa, patron dell'evento e presidente della Cuervo y Sobrinos. In alto domina la Torre Velasca

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