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GIOVEDÌ 10 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 26 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Alla fine, in fondo al Mondiale 2014, sono arrivate tre protagoni- ste annunciate e una semi-sorpre- sa. L'Argentina, il Brasile e la Germania non hanno tradito le attese, mentre l'Olanda, comunque una squadra forte e di tradizione, ha saputo riscattare il pessimo Euro 2012 e ha preso il posto che la critica assegnava alla Spagna. ARGENTINA: AI PIEDI DI MESSI - L'Argentina, fin qui, non ha molto impressionato. In un girone tutt'altro che proibitivo, L'Albiceleste ha molto faticato. Dopo il fallimento di Sudafrica 2010, però, Messi si è tramutato in trascinatore: chi gli gioca vici- no fatica e non migliora (Maradona, in questo senso, rimarrà sempre di un altro livel- lo), ma la Pulce, questa volta, ha fatto sul serio ed è stato determi- nante. La squadra di Sabella (che ha deciso di escludere Tevez, è sempre bene ricordarlo), non bril- la certo per qualità: tolto un super attacco (dove, però, come detto, Messi 'si mangia' tutti), l'Argentina schiera un centrocam- po lento e poco qualitativo e una Argentina, Brasile, Germania e Olanda: le magnifiche quattro che si giocheranno il Mondiale valore: ha fatto quadrato e convo- cato una psicologa. Contro la Colombia le cose sono cambiate notevolmente (anche se va detto che i Cafeteros erano la squadra 'spavalda' perfetta per essere infi- lata dal Brasile) ed è arrivata la prima vittoria 'seria' del mondiale verde-oro. In vista della semifina- le, però, due 'tegole' pesantissime: la squalifica di Thiago Silva (con- tro cui è stato presentato uno stuc- chevole ricorso) e, soprattutto, l'infortunio di Neymar (per lui tor- neo finito). GERMANIA: L'ORA DELLA VERITÀ - I tedeschi sono alla loro quarta semifinale mondiale consecutiva, ma non vincono dal 1990. Il lavoro di Löw, cominciato a fianco di Klinsmann nel 2006, ha rivoltato completamente la Mannschaft. Dopo decenni di calcio fisico, organizzato e più vincente che spettacolare, la Germania (anche per la profonda rigenerazione del- l'intero movimento tedesco) è diventata una squadra spettacolare (anche se un po' meno vincente). In Brasile si è assistito a una leggera flessione in termini di bel gioco, accompagnata, però, da una maggiore concretezza. Una Germania maggiormente 'all'ita- liana', insomma. Müller si sta con- fermando giocatore di livello mondiale, Neuer è una garanzia, Klose è a un solo gol dall'essere il miglior cannoniere nella storia dei Mondiali. Ora o mai più. OLANDA: SERENITÀ, GENIO E RISCATTO: Dopo il pessimo Euro 2012, nessuno si aspettava un'Olanda così perfor- mante. Invece, all'esordio, gli Oranje hanno demolito (5-1) i 'campioni di tutto' della Spagna. Il cammino degli uomini di van Gaal, poi, non è stato del tutto impeccabile, ma ha pagato. Sofferenza con l'Australia, a 2 minuti dall'eliminazione contro il Messico e 'di rigore' contro la Costa Rica. Il Ct è stato un valore aggiun- to: ha presentato la Nazionale con un 'sacrilego' (nella patria del 4-3- 3 d'attacco) 5-3-2, ma così ha potuto coprire le spalla a Robben (clamorosamente rigenerato, sem- bra un ragazzino) e van Perise, proteggendo al contempo una difesa tutt'altro che imperforabile. Contro la Costa Rica ha cambiato portiere in vista dei rigori e il subentrante Krul ne ha addirittura parati due. La squadra segue van Gaal in blocco e prosegue nell'av- ventura con la serenità, ormai, di non aver nulla da perdere: il van- taggio dell'outsider. steFANo CARNeVAlI difesa tutt'altro che irreprensibile. Paradossalmente, anche se più che altro per demeriti altrui, la miglior partita dell'Albiceleste è stata quella sulla carta più com- plessa: il quarto di finale con il Belgio. È finita 1-0, ma Messi & co. sono davvero parsi in control- lo. Il vero problema, ora, è l'infor- tunio occorso a Di Maria, la vera spalla della Pulce. BRASILE: CONDANNATI A VINCERE - Non ci sono dubbi: questo è il Brasile meno talentuoso della storia recente (e forse non solo). La Seleçao fatica terribilmente a imporre il proprio gioco, segna con il contagocce e non ha un centravanti degno di questo nome (Fred è irriconosci- bile, Jo resta un mistero). Il fatto di essere Paese ospitan- te, poteva essere una risorsa enor- me o una zavorra insostenibile. Come prevedibile, vista la grande tensione che sta vivendo la nazio- ne sudamericana, giocare in casa non si è rivelato un vantaggio. Una modesta Seleçao, quindi, partita dopo partita, ha sentito la pressione crescere a dismisura. L'ottavo di finale contro il Cile (vinto con grande fortuna ai rigo- ri), ha visto il crollo emotivo di numerosi giocatori. Qui il Ct Scolari si è dimostrato uomo di Mondiale finito per Neymar dopo il grave infortunio con la Colombia YANKS GO HOME. MA A TESTA ALTA - Dopo essersi qualificati come seconda forza del 'girone di ferro' (in cui figura- vano anche Germania, Portogallo e Ghana), gli Stati Uniti si sono arresi, negli ottavi di finale, con- tro il Belgio. Ai Diavoli Rossi di Wilmots, però, sono serviti 120' per aver ragione sugli Usa e se, al 90esimo Chris Wondolowski non avesse calciato in tribuna la cla- morosa palla-gol capitatagli, con ogni probabilità staremmo rac- contando un'altra storia. Stati Uniti fuori agli ottavi di finale, ma il soccer ha vinto comunque KLINSI ÜBER ALLES - Tutti con Klinsmann, comunque. I modi scientifici, ma informali dell'allenatore tedesco hanno con- vinto un po' tutti: gli addetti ai lavori pronosticano un futuro roseo alla Nazionale a stelle e strisce. La strada imboccata in Brasile è quella corretta e c'è la sensazione che non servano trop- pi ritocchi per migliorare ancora. ONE NATION, ONE TEAM - La vera vittoria di Klinsmann, però, non è stata otte- nuta in Brasile, bensì in patria. Gli Stati Uniti, infatti, sono lette- steFANo CARNeVAlI ralmente impazziti per il soccer, in un modo del tutto superiore a quanto avvenuto sia durante l'in- felice esperienza della Nasl (anni '70-'80), sia all'indomani di Usa '94. In quelle occasioni, il Paese non era pronto: il calcio era anco- ra uno sport non diffuso e non capito, destinato agli immigrati e - successivamente - alla popola- zione femminile. Ora è tutto diverso: la Mls è un esempio vir- tuoso: riempie gli stadi, mostra un buon calcio, investe tanto e bene e attira sempre più giocatori di alto livello (avanti con l'età, magari, ma tutt'altro che finiti: Villa e Kakà sono le new-entry più recenti). UN PAESE PRONTO - Gli Usa sono pronti. Lo stesso Obama, entusiasta delle presta- zioni della Nazionale al Mondiale, ha dichiarato di essere "molto orgoglioso dei calciatori americani" e di essere convinto che gli Stati Uniti "vinceranno tutto prima di quanto il mondo possa pensare". Con un bacino di utenza enorme, una 'scienza dello sport' di primissimo livello e la possibilità di grandi investimenti, gli Stati Uniti potrebbero essere davvero prossimi al salto di qua- lità. PALLA ALLA FIFA - Anche la Fifa vede di buon occhio un'eventuale 'conversione degli Usa' al soccer. Il Paese sarebbe un esempio virtuoso per tutti e, di certo, un mercato ric- Il ct della nazionale statunitense Jurgen Klinsmann chissimo. Per farcela, il calcio dovrebbe penetrare negli stati Usa più refrattari alla novità (si parla soprattutto del Midwest). Una mossa geniale, da parte della Federazione internazionale sarebbe, in caso di fallimento del progetto Qatar, assegnare i Mondiali del 2022 proprio agli Stati Uniti. VOCE FUORI DAL CORO In questo clima di entusiasmo diffuso, Landon Donovan (il grande escluso da Klinsmann) spara a zero contro il Ct della Nazionale, che sarebbe reo di non aver mai giocato per vincere le partite, optando troppo spesso per un 4-5-1 con Dempesy abbandonato al proprio destino. C'è del vero nelle parole della stella dei Galaxy, ma in questo momento di trasporto generale, rischia davvero di rimanere ina- scoltato... Non ha nemmeno dato tempo ai Mondiali di finire, nè di far capire cosa non abbia funzionato nella squadra che ha selezionato, preparato e modulato per Brasile 2014, che Cesare Prandelli è volato a Istanbul dove ha già tro- vato casa, squadra e soprattutto un contratto di tutto rispetto. Non che ci si aspettasse una lenta elaborazione del lutto, ma magari un'uscita più in sordina sarebbe stata più delicata. Invece, dopo le dimissioni subito annunciate nel dopo parti- ta con la Costa Rica che (con le insufficienze evidenti della nazionale italiana) ha bloccato le speranze azzurre di raggiungere i quarti del Mondiale, eccolo già con in mano un contratto pluri- milionario con il turco Galatasaray. Prenderà il posto di Roberto Mancini, indicato tra gli aspiranti alla panchina azzurra. In fin dei conti, nel mondo del calcio il tempo è denaro e se per Mario Balotelli è sfumato il ritorno in Uk, all'Arsenal, pro- prio a causa della brutta figura ai mondiali, per l'ex ct della nazio- nale è stato un prezioso alleato, in termini di economie personali. Peraltro allenare il Galatasaray significherà potersi confrontare nuovamente con la Champions League, giocata nel 2010 con la Fiorentina. Il ct italiano pronto per una nuova avventura Chris Wondolowski