L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-7-2014

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GIOVEDÌ 7 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 20 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dal 1799 due leoni di pietra calcarea sono i custodi del Real Parco della Favorita di Palermo, immenso polmone verde della città che prelude al mare di Mondello, ridente borgo marina- ro e spiaggia, da tempo ormai immemorabile, dei palermitani. Da quando Ferdinando, IV come re di Napoli e III come re borbone di Sicilia, si rifugiò nel capoluogo siciliano insieme alla moglie Maria Carolina, figlia di Maria Teresa D'Asburgo impera- trice del Sacro Romano Impero, per sfuggire all'occupazione dei francesi la notte del 25 dicembre 1798, scortato dall'ammiraglio Orazio Nelson, la città arricchì ancor di più i fasti del passato. La nobiltà fu solidale con il re e gli regalò, perché gli vendette Ben quattrocento ettari diven- nero di esclusiva proprietà del sovrano. Scelse come sua dimo- ra, e vi si insediò insieme ai suoi familiari il 4 ottobre 1799, la "Palazzina Cinese", originale costruzione all'interno del parco, fatta erigere da Giuseppe Maria Lombardo e Lucchese barone della Scala e dei Manchi del Belice. È chiamata anche Villa delle Campanelle perché un numero infinito di campanellini che suonavano ad ogni lieve fru- sciare del vento, ne adornava il prospetto. L'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia ne curò il restauro. La regale tenuta, o meglio, il sito reale così chiamato per influenza napoletana, aveva il significato di vasto territorio destinato alla caccia del re. Non assolse soltanto a quel compito, sperimentazione di nuove tecni- che e metodi che miravano ad una razionalizzazione dell'agri- coltura, per cui era ricco di aran- ci, mandarini, olivi, noci e persi- no sommacco, tanto caro nel '900 alla famiglia Florio che ne fece grande commercio. La presenza di Ferdinando III diede l'avvio alla costruzione di altri siti regali a Scopello, Calatafimi, Partinico e alla casi- na di caccia nel bosco di Ficuzza, sicuramente la più importante e imponente. Tornando alla Palazzina Cinese, non fu abbattuta e rico- struita, fu soltanto ampliata in alcune parti e resa fruibile dopo accurati restauri sia all'interno che nelle facciate anteriore, late- rali e posteriore. È composta di tre piani, un seminterrato dove sono la sala da ballo e una camera per il buffet; il primo piano a cui si può acce- dere sia dall'interno che dall'e- sterno, composto dal salone per i ricevimenti in stile cinese, la sala da pranzo e la camera da letto del re con relativo bagno. La regina alloggiava all'ultimo piano, il secondo, ed era così composto: camera da letto con spogliatoio, saletta per ricevere visite in stile turco e un'altra in stile pompeiano. Importanti pittori affrescaro- no le pareti, Velasquez, Riolo e dei mobili e delle sete preziose rimangono oggi alcuni esempla- ri. La Favorita è attraversata da due lunghi viali paralleli: Viale Diana e Viale Ercole. Quest'ultimo termina in una fontana al cui centro si erge una colonna in stile dorico e alla cui sommità si trova la statua di Ercole in atteggiamento di ripo- so. Uno spiazzo arredato con sedili e circondato da alti cipres- si, a mo' di proscenio di chiaro stile neoclassico, racchiude lo spazio della fontana. I due citati viali, Ercole e Diana, sono intersecati da un terzo, Popona, dal nome mitolo- gico anch'esso della dea della frutta e dei giardini. Oggi il Parco della Favorita, arteria principale per il collega- mento con la località balneare di Mondello, è inglobata all'interno della Riserva Orientata Regionale "Monte Pellegrino" istituita dalla Regione Siciliana nel 1995 e che si estende per 1020 ettari e ha lo scopo di man- tenere vive le tradizioni agricole, pastorali e di salvaguardia boschiva, attività di cui si occu- pano i Rangers d'Italia. Al parco della Favorita si può accedere da diversi ingressi, ma il più trafficato, il più imponente è quello che risale al 1799 chia- mato "La Porta dei Leoni", dal- l'omonima piazza che è stata così "battezzata" per via dei due gros- si e maestosi felini che sono a guardia dell'ingresso. Molto cari ai palermitani i leoni, in più luo- ghi si trovano in statue come ai lati dello scalone del Teatro Massimo. E poiché simbolo di forza e di potenza furono scelti dalla famiglia Florio come suo simbolo. La Favorita è il grande parco creato nel 1799 da Ferdinando III di Borbone Colori geografici, decorazioni storiche e tradizione isolana: ad Aci Sant'Antonio apre il museo dei carretti siciliani Domenico Di Mauro, 101 anni, ha dedicato tutta la vita a dipingere i carretti siciliani. C'era anche lui, maestro di un'arte antica coloratissima e fantasiosa, all'inaugurazione del nuovo museo nel Comune di Aci Sant'Antonio, in provincia di Catania. Nel museo, ogni aspetto del carretto è analizzato in tutte le sue parti, dalla struttura alla dec- orazione. L'allestimento fa uso di pedane per rendere più agev- ole al visitatore la visione del telaio del veicolo, realizzato da carradori e intagliatori, nelle sue componenti: la "cascia" costitui- ta dall'insieme di cassa e ruote, i "masciddara" ossia le sponde, i "barruna" cioè le sbarre verticali spesso scolpite ad intaglio, la "cascia di fusu", ossia le deco- razioni arabescate in ferro bat- tuto allocate sotto il piano del carretto. Il carretto più vecchio risale all'Ottocento, ma fino a che non si sono diffusi i camion motoriz- zati, in Sicilia erano il mezzo di trasporto per definizione. Basta osservarne i colori: a seconda della prevalenza del giallo, del verde o del blu si può capire l'area geografica di diffusione. La cittadina etnea vanta una straordinaria tradizione nell'arte del carretto e merita una visita, soprattutto se un turista non dis- tratto, cerca i luoghi che conser- vano la vera essenza della Sicilia. Oggi i carretti sono il simbolo di una cultura tradizionale di tutta l'Isola. Il museo nasce pro- prio con questo intento: non dis- perdere un rilevante patrimonio culturale e offrire ai visitatori e alle nuove generazioni un'occa- sione di conoscenza degli usi e costumi d'epoca. Ruote, sponde e superfici a vista hanno motivi geometrici oppure, a seconda dei periodi storici, figure religiose o scene tratte dall'opera dei pupi. Varianti erano anche determinate dal tipo di materiale che veniva trasportato sul carretto. Nel museo di Aci Sant'Antonio anche finimenti e bardature. La Favorita e i suoi leoni teResA dI FResCo a mero valore simbolico, parec- chi ettari dei suoi possedimenti in quella che era e si chiama ancora oggi "Piana dei Colli", territorio che si estende dalla borgata di San Lorenzo sino alle falde del Monte Pellegrino. ben ricco com'era di fagiani, conigli, lepri, beccacce. Fu luogo di divertimento. Era il parco che in seguito J.W.Goethe definì "il più bello del mondo". E fu soprattutto un luogo di grandi coltivazioni agricole e di La Palazzina Cinese è un'antica dimora reale dei Borbone, situata a Palermo a margine del Parco della Favorita Interno con scale a chiocciola nei piani superiori della Palazzina Cinese Il carretto siciliano uno degli elementi che connotano la cultura italiana

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