L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-14-2014

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conservare. Il suo elevato punto di fumo lo rende molto adatto alle fritture e la presenza di sostanze antiossidanti (fenoli e tocoferoli) esalta le sue capacità benefiche: in un recente studio della rivista Nutrition and Metabolism, sono state eviden- ziate le proprietà protettive nei confronti del fegato grazie ai suoi antiossidanti. È soltanto l'ultimo riconoscimento in ordi- ne di tempo per un prodotto che oggi l'Italia considera il proprio biglietto da visita per l'immagi- ne di "italianità" nel Mondo. Con un export che supera il miliardo di euro e in costante crescita percentuale, l'olio ha una bilancia commerciale in atti- vo di quasi 30 milioni. Numeri altisonanti per un comparto che rappresenta l'eccellenza della produzione agraria e che deve essere assolutamente tutelata dall'attacco degli oli stranieri e dalla contraffazione. Con una legislazione europea troppo permissiva a livello di etichettatura e parametri qualiti- tavi, l'Italia è chiamata a com- pattarsi a difesa del suo oro verde che trova i maggiori esti- matori negli Stati Uniti (di cui siamo i primi fornitori), in Brasile, Francia, Germania e in Cina. Contrassegnata da ben 43 oli a denominazione d'origine pro- tetta (la palma d'oro va alla Sicilia con sei riconoscimenti) e da una produzione certificata che raggiunge le 10.500 tonnellate nel 2010, l'Italia vanta 27 Consorzi di tutela a difesa di un prodotto che viene ottenuto senza additivi chimici, a diffe- renza degli oli di semi. Sono 340 gli enti pubblici uniti nella salva- guardia dell'oro verde riuniti nell'Associazione Nazionale Città dell'Olio che ha sede a Villa Parigini nel Senese. Fondata nel 1994, promuove l'olio e i territori di produzione riconoscendone il fondamentale ruolo nella tradizione agricola, alimentare e culturale. Grazie a tale sodalizio è possibile scoprire percorsi turistici all'insegna della produzione olivicola. ULIVI E TURISMO - L'olivo caratterizza gran parte del paesaggio italiano, punteg- giando le colline appenniniche del centro Italia e i declivi meri- dionali della Penisola. Ed è un'Italia lontana dai rumori delle città e dello smog, quella che si offre agli esploratori dell'oro verde, capace di sorprendere per i suoi straordinari borghi contor- nati dalla tipica sagoma contorta e nervosa dell'olivo. Le "vie dell'olio" sono da percorrere a giugno per ammira- re gli straordinari e delicati colo- ri della fioritura olearia o nei primi giorni d'inverno per gusta- re l'olio appena spremuto, su una fetta di pane cotto in forno al legna e accompagnato dal vino novello. In Abruzzo l'Olea europea fu introdotta circa 3000 anni fa e la natura collinare della regione permette coltivazioni di varietà tipiche come "la gentile", "la n'dosso", la "toccolana", la "car- pine tana", "cucco" e "crognale- to". A Roseto degli Abruzzi (Teramo) c'è un esemplare che vive da più di 500 anni, mentre un ulivo secolare segna da sem- pre il confine tra i comuni aqui- lani di Navelli e Capestrano e viene citato nelle cronache del XVII secolo. L'area della "dop aprutino pescarese" va dalla zona Vestina di Loreto Aprutino, Moscufo e Pianella, fino a quella di Tocco da Casauria, verso le Gole di Popoli e il Massiccio del Morrone. Per fregiarsi di questa Dop (denominazione di origine protetta) gli extravergini devono essere composti per l'80% delle varietà Dritta, Leccino e Toccolana provenienti da oliveti certificati. L'area della "Dop colline teatine" comprende le aree costiere da Francavilla al Mare fino a San Salvo e si spin- ge all'interno fino a Pretoro, Casoli e Lama dei Peligni. Il ter- ritorio teramano rappresenta in Abruzzo l'area di produzione di eccellente olio d'oliva sin dall'epoca italica. La "Dop pre- tuziano" comprende le colline teramane e deve essere composta almeno dal 75% complessivo della varietà Leccino, Frantoio e Dritta, associata a varietà come il Tortiglione, la Carboncella e la Castiglionese. Per chi volesse intraprendere una facile escursione, partendo dalla capitale d'Italia, la Sabina rappresenta la soluzione ideale. Fra gli itinerari è possibile sce- gliere la tappa di Selci, un paese che ha mantenuto vive le antiche tradizioni rurali. Altra interes- sante meta, scegliendo la via Salaria, è Frasso Sabina, picco- lissimo borgo medievale domi- nato da una grande torre e dai resti di un antico castello. Nel paese si trova il Museo dell'Olio della Sabina dove è possibile degustare l'extravergine locale. Lungo il percorso che porta alla riserva è possibile ammirare quello che in molti considerano l'olivo più vecchio d'Europa: L'Olivone di Canneto Sabino. Apparteneva all'Abbazia di Farfa fin dal VI Secolo e dal 1886 è proprietà della famiglia Bettini. Frantoi e uliveti rappresenta- no la peculiarità di un tour fra le colline dell'Alto Casertano. Il paradiso della degustazione è tra gli uliveti di Caiatino che danno origine alla denominazione dell'olio Colline Caiatine, un susseguirsi di cultivar che cir- condano la cittadina di Caiazzo. L'extravergine Terre Aurunche rappresenta la cultivar tipica del vulcano Roccamonfi. Alle porte del Parco del Matese c'è l'oliva Tonda. Qui l'olivicoltura risale all'epoca dei popoli sanniti. Riviera dei fiori, Riviera di Ponente savonese e Riviera di Levante rappresentano il bigliet- to da visita della produzione ligure. È lungo i declivi della piccola regione tirrenica che viene coltivata l'oliva taggiasca, che rappresenta il 90% della pro- duzione della "Riviera dei Fiori". La varietà lavagnina, razzola, pignola e la locale "frantoio" concorrono a formare la produ- zione di olio extravergine del Riviera di Levante. Il territorio siciliano conta 20 milioni di piante su 157 mila ettari: rappresentano il 13.85% del patrimonio nazionale. La produzione si attesta mediamen- te su 2,8 milioni di quintali, di cui 2,5 milioni destinati all'olei- ficazione e 300 mila quintali alla lavorazione per olive da mensa. Queste arrivano dalle province di Trapani, Siracusa e dall'area etnea, conferendo alla Sicilia il primo posto nella produzione di olive da mensa. Le otto cultivar (Biancolilla, Cerasuola, Moresca, Nocellara del Belice, Nocellara Etnea, Oglialora Messinese, Santagatese,Tonda Iblea), rappresentano l'80% di tutti gli olivi coltivati in Sicilia. Altrettanto importanti sono le altre sette cultivar (Brandofino, Crastu, Giarraffa, Minuta, Pidicuddara, Verdello, Zaituna) con diffusione più limitata. Otto sono le strade dell'olio riconosciute dalla Puglia e coprono larghi tratti della regio- ne, spaziando dalla "Dop Dauno" (Alto Tavoliere, Gargano; Sub Appenino e Basso Tavoliere) al "Castel del Monte", dalla "Cima di Bitonto" agli itinerari della Murgia dei Trulli e delle Grotte, fino alla strada "Terra d'Otranto", alla scoperta di una cultura contadina all'insegna della produzione oli- vicola di qualità. GIOVEDÌ 14 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 13 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il made in Italy ha l'oro verde dell'olio extravergine sul suo biglietto da visita Le proprietà venivano descritte già dai popoli semitici e nell'Antico Testamento il suo nome appare spesso. La pianta era sacra alla dea Atena e nelle gare in suo onore (le Panatenee) i vincitori ne ricevevano anfore piene. Catone, Columella e Plinio hanno lasciato testi sulle modalità di coltivazione. È un cammino ricco di notizie quello iniziato in Asia Minore dall'Oleastro ed entrato a far parte della nostra vita quotidiana con il nome di Olivo. Ed è un libro pieno di succes- si quello che caratterizza l'olio d'oliva italiano, secondo al Mondo per quantità produttiva (la Spagna vanta più di 8milioni di ettari coltivati) ma primo in classifica per le qualità organo- lettiche apprezzate sulle tavole dei Cinque Continenti, ed essen- za della dieta mediterranea. L'olivo è ambasciatore uffi- ciale del Made in Italy enoga- stronomico nel Mondo traendo il proprio successo dall'intuizione di Pierre Ravanas che nel 1826, giunto a Bari, trovò il modo di realizzare un frantoio con nuove tecniche di produzione (dotati di torchio idraluico e di due mole) sconvolgendo un sistema di rac- colta millenario. Un'intuizione raccolta da Felice Garibaldi, fra- tello del celebre eroe dei Due Mondi, che nel giro di pochi anni raccolse i frutti del proprio investimento, introducendo 120 frantoi nel territorio pugliese traendone notevole profitto qua- litativo e economico. Realizzato con la sola spremi- tura meccanica delle drupe, l'olio d'olivo vergine è caratte- rizzato da un contenuto molto elevato di acidi grassi monoinsa- turi, dalla presenza di acido gras- so linoleico, polifenoli, vitamina E, Beta carotene e viene utilizza- to in cucina (nella varietà extra- vergine) per condire, insaporire e L'export dell'olio italiano supera il miliardo di euro GeNeRoso D'AGNese scadente di non meglio definita produzione Come per l'olio, succede così anche per centinaia di altri pro- dotti nazionali che sui banchi dei supermercati si trovano a com- petere con prodotti che falsifica- no pure i nomi dei nostri prodotti spacciando per Parmigiano Reggiano, altra eccellenza nazio- nale, prodotti (forse) vaccini made in Asia. Va peggio se oltre a rubare parole, colori, bandiere, località, immagini, denominazio- ni e ricette che richiamano all'Italia ("italian sounding") si storpia talmente il prodotto origi- nale che si finisce per mangiare altro. Un esempio: in Usa la mor- tadella di Bologna si fa con il tac- chino anzichè con il maiale. All'estero sono falsi tre pro- dotti alimentari di tipo italiano su quattro. Significa che il mercato mondiale delle imitazioni vale oltre 50 miliardi di euro. Un vero e proprio furto all'economia e all'identità gastronomica del Paese: le esportazioni di prodotti Made in Italy potrebbero addirit- tura quadruplicare se venisse bloccata la contraffazione ali- mentare internazionale, che oggi è causa di danni milionari,--- ma anche di immagine. Ma il rischio maggiore è che si radichi talmente nelle tavole internazionali il falso Made in Italy, che a quello autentico non rimangano più spicchi di merca- to. E tra i Paesi dove sono più diffuse le imitazioni e le contraf- fazioni ci sono proprio gli Usa. Quel furto di qualità che minaccia i nostri prodotti tipici Continua da pagina 1

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