L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-18-2014

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GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | ELISABETTA MANcINELLI L'Abruzzo ha un volto molto antico: quello dei suoi tratturi, bracci, tratturelli che ne segnano il territorio, là dove sono stati conservati e tutelati. Le antiche cartine d'Abruzzo mostrano una sorta di sistema vascolare di una regione che attraverso l' "erbal fiume silente", come Gabriele d'Annunzio nella sua poesia "I pastori" definiva il tratturo, si alimentava ed alimentava la pro- pria economia, quella della tran- sumanza. Il termine deriva da "trans" forma avverbiale: attraverso, e humum: terra. Andare attraverso con il significato di trasferimen- to di persone e bestiame in estate ai pascoli della montagna e in autunno al piano. Questo "sentiero naturale greggi in pianura anche a distan- za di centinaia di Km. Nel caso dell'Abruzzo la transumanza orizzontale veniva praticata già in epoca italica dai Sanniti che si scontrarono con i Dauni della Puglia proprio per il controllo dei pascoli invernali. Durante il periodo romano la transumanza ebbe un forte incre- mento grazie ad un'efficiente organizzazione dello stato. Alcune importanti città romane sorsero proprio sui tratturi per controllare lo spostamento delle greggi tra Peltuinum e Juvanum in Abruzzo e Sepino in Molise. La seconda rivoluzione eco- nomica nel campo della pastori- zia si ebbe alla metà del XV secolo per opera di Alfonso d'Aragona re di Napoli che di tratturi. Era tutto un mondo che si muoveva, un'economia che si sviluppava intorno a que- ste vie che organizzata con pre- cise leggi fiscali, è servita a sostenere per secoli le finanze del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Alfonso I d'Aragona, con la Prammatica del 1 agosto 1447, istituì la Dogana per la "Mena delle pecore" in Puglia. Le terre di pascolo, dette locazioni, erano del Demanio Regio e si potevano utilizzare solo pagando la "fida", un canone annuo, fis- sato in rapporto al numero delle pecore: ogni 100 pecore davano diritto ai pastori, detti locati, di utilizzare 24 ettari di terre non arate, chiamate poste. Un sistema fiscale, duro per i piccoli pastori, che ha fruttato enormi entrate, fino al maggio 1806, quando Giuseppe Bonaparte, re di Napoli abolì le servitù sul Tavoliere di Puglia. Con l'Unità d'Italia alcuni dei tratturi principali furono assimilati alle strade nazionali e protetti, altri furono riassorbiti dall'agricoltura. Questo sistema di percorsi naturali, storicamente sedimentato, era incardinato su pochi valichi che limitavano e canalizzavano i collegamenti con il resto della penisola. SOCIETÀ GERARCHICA Le greggi transumanti appar- tenevano a grandi proprietari detti armentari, ricchi possidenti che investivano i loro capitali nell'allevamento e nella produ- zione della lana. Ma anche gli ordini e le congregazioni religio- se e i feudatari locali e gli espo- nenti dell'alta borghesia posse- devano numerose greggi. I pic- coli proprietari locali che per necessità si recavano nei pascoli invernali si riunivano in società per ridurre le spese dell'atti- vità. Tra i pastori vigeva una ferrea organizzazione gerarchica. A capo stava il padrone che si serviva del "massaro di pecore" che organizzava tutte le attività connesse al pascolo. Il "casaro" era addetto alla lavo- razione e trasformazione del latte, il buttero sovrintendeva agli animali da soma e agli spostamenti logistici durante il periodo della transumanza. I "pastori" erano addetti alla custodia delle greggi. Ad ognuno veniva affidata una "morra" di pecore compo- sta da circa 200 animali, infi- ne venivano i più giovani detti "pastoricchi" a cui erano affi- dati i compiti minuti e umili. UNA VITA DURA- I pastori transumanti a settembre ripren- devano mestamente la via delle Puglie dove rimanevano fino a maggio quando, dopo la fiera di Foggia, iniziava il viaggio di ritorno verso la montagna natia e le famiglie lasciate per molti mesi. Quando tornavano porta- vano nelle loro bisacce i doni per i loro bambini e le loro spose. Drammatiche ed epiche insie- me, le partenze a fine settembre separavano i nuclei familiari, affidati alle madri coraggio delle montagne abruzzesi, che si riuni- vano per poche settimane da maggio a giugno in un'atmosfera di ritrovati sentimenti e passioni e poi di nuovo in montagna nella solitudine dei pascoli in attesa di ridiscendere in paese. La vita del pastore non era facile, caratterizzata da privazio- ni e stenti. D'estate, quando seguiva le greggi sui pascoli della montagna, era costretto a vivere all'interno delle grotte adibite sia a stazzo, ricovero degli animali durante la notte, sia a rifugio del pastore, e quan- do non vi erano ripari naturali costruivano rifugi in terra o in pietra o anche capanne a tholos dalla copertura a cupola a base circolare o quadrata. Il cibo scarseggiava ed era costituito essenzialmente da ricotta, siero e pancotto una semplice mine- stra fatta con il pane secco e condita con poco olio. Si man- La v ita dei pastori era dura, all'aria aperta e regolata sulla v ita del bestiame Le greggi appartenev ano a grandi proprietari detti "armentari" tracciato dalle greggi", viene da molto lontano, perché già all'epoca dei Romani si indivi- duavano come "semita aspera qua pecora in montes ire solent" (aspri sentieri sui quali sogliono transitare le pecore sui monti). Su questi "sentieri" si svolgeva- no le partenze ed i ritorni, con un fenomeno chiamato appunto transumanza. Tratturo, che sui dizionari viene definito "largo sentiero erboso per far transitare greggi e armenti dalla Puglia ai monti degli Abruzzi e viceversa" è un termine moderno, che si incontra poco nella letteratura italiana, salvo nell' "Alcyone", e nel libro terzo delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi" del D'Annunzio. LA STORIA- La transuman- za è un sistema di allevamento antico diffuso in molte aree del bacino del Mediterraneo che pre- vede in estate lo sfruttamento dei pascoli dislocati a quote più ele- vate sui territori montani e d'inverno il trasferimento delle D'inv erno le greggi v eniv ano portate a v alle v erso la Puglia, d'estate tornav ano sui pascoli in montagna Il sistema vascolare dell'Abruzzo: gli antichi Tratturi dei pastori prese a modello il sistema in uso da tempo nella penisola iberica dei pastori spagnoli chiamata mesta. Riorganizzò le vecchie "cal- les" romane che presero il nome giava carne solo quando qualche pecora moriva, per cause acci- dentali o sbranata dai lupi. La giornata era lunga e scan- dita dagli astri. All'alba i pastori si alzavano quando in cielo splendeva il pianeta Venere, a sera riposavano quando compari- va la "stella del pecoraio". Nel silenzio delle lunghe ore passate a guardia del gregge, i pastori impiegavano il tempo intagliando il legno, leggendo i racconti cavallereschi e le gesta dei Paladini di Francia o scriven- do i loro pensieri e le loro rifles- sioni, ma anche risentimenti e rancori incidendoli sulla roccia. Esiste infatti una letteratura di tipo pastorale scritta sulle pietre della Maiella che va dal 1600 ai nostri giorni. Molti di umili ori- gini avevano imparato a leggere e a scrivere intorno al fuoco dello stazzo. Un'altra occupazio- ne era suonare le zampogne o le ciaramelle, strumenti musicali tradizionali che portavano sem- pre con loro durante il lungo periodo della transumanza. Rifugi in pietra dei pastori

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