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GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE 2014 www.italoamericano.com 20 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Feritoie. Resti di postazioni e trinceramenti. Ricoveri. Posti di vedetta. Sentieri. Ingressi di gal- lerie. Tracce di guerra appollaia- te sulla cruda maestosità delle montagne del nord-est tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Tutte anco- ra lì, a raccontarci la Storia. Lassù, in condizioni impervie si combatté senza sosta. Lassù fu scritta una delle pagine più dolo- rosamente celebri della I Guerra Mondiale. Tra le iniziative della svolta a Venezia nella sontuosa cornice di Palazzo Ducale in Loggia Foscara, la mostra "Teatri di guerra. Fotografie di Luca Campigotto". Un primo giro veloce senza nemmeno "badare" alle didasca- lie. Cerco il mio ingresso perso- nale nel percorso espositivo. Parto dalle Tre Cime di Lavaredo che conosco assai bene. Ci sono passato sotto varie volte. Vi è più di uno scatto sulle celebri vette. Fa uno strano effet- to non vederle con il cielo azzur- ro e il sole splendente, ma tinte to. Abbandonato tra paletti di legno e roccia. Statico e ferreo spettro dominante il panorama tra neve e vegetazione lontana. Non sembrano esserci scorciatoie per fuggire la sofferenza del gro- viglio di morte. Arrugginito ed essenziale. Inesorabile e invinci- bile. Metafora del mondo che stavano vivendo, le gallerie nella roccia paiono condurre all'infer- no della guerra. Come architetti della difesa, gli uomini scavaro- no la montagna. Lì premettero grilletti e scrissero le ultime let- tere ai propri cari. Le loro lacri- me sono andate perdute con l'ac- qua dei nevai. Si sono mimetiz- zate nell'altitudine di una via senza ritorno. L'obiettivo plana sulle 5 Torri e sul monte Lagazuoi. Dal Monte Cristallo a Cima Bocche, Col dei Bos fino a raggiungere la regina delle Dolomiti, la Marmolada. Dal rilievo carsico del Monte San Michele e le alture di Monfalcone, alla Croda Rossa di Sesto (Bolzano). Nei suoi ampi scatti Luca Campigotto ci fa sen- tire attonite formiche. Nel vedere i sentieri esposti che attraversano le rocce irrompono vertigini. E mi devo sedere. Rivolgere a Venezia il mio battito per non sentirmi sopraf- fatto da quel sonoro di spari ormai materializzatisi nella mente. Rientro nelle immagini. Vicino a un'insenatura c'è una scaletta di legno. Poco dopo della legna ammassata accanto a una trincea in pietra. Il mondo è gri- gio. Cinereo come il fumo dei cannoni. Plumbeo come il desti- no di quei troppi milioni di esseri umani che persero la vita. Il sen- tiero sale, come se fosse alla disperata ricerca di una postazio- ne diversa. Sono ancora lì. A sgattaiolare tra crepacci, crode e nuvole irraggiungibili, quand'ecco entra- re nella galleria del mio udito un parlato tedesco. Padre e figlia. Li sento citare i nomi italiani delle montagne. Lo sento spiegare qualcosa alla piccola. Ignoro il significato ma non ha importan- za. Li fisso per qualche secondo fino a incrociare i loro sguardi. Un secolo fa i nostri connazionali si stavano sparando l'un l'altro senza pietà. Oggi siamo amici. Alleati continentali. Oggi non ci sono guerre in Europa. Altrove però si, e le nuove storie di fra- tellanza sono ancora lontane dal- l'essere narrate. Il lavoro di Campigotto è stato presentato a Palazzo Ducale a Venezia Belluno, Monselice, Monastier, Verona, Vicenza: l'itinerario del mistero in Veneto A Belluno c'è chi giura che le anime dei dannati camminino senza sosta per far paura agli abi- tanti delle vallate. A Monselice, nel Padovano, si dice che il fan- tasma del Conte Monticelli si aggiri ancora intorno al lago Lispida alla ricerca della sirena che gli indicò i fanghi caldi per- mettendogli di trovare nuova forza nelle gambe. A Monastier, nel Trevigiano, l'abbazia di Santa Maria del Pero rappresenta uno dei s iti più mis terios i della Marca e c'è chi assicura che verso sera qualcosa si muova in un bisbigliare liturgico. A Verona, nella città del- l'amore tragico di Romeo e Giulietta, la tradizione narra che L'Arena di Verona l'Arena fu costruita in una sola notte dopo la condanna a morte di un ricco signore che vendette la sua anima al diavolo. Non appena il contratto fu fatto mille demoni si misero febbrilmente al lavoro per erigere l'immenso teatro ma, solo il profondo penti- mento dell'uomo che invocò la Madonna riuscì a evitare il peg- gio, ma a Verona l'Arena restò anche se parzialmente incompiu- ta. Vicenza è popolata di figure fantastiche: nani, anguane, fol- letti e streghe. Nel Polesine è viva la leggenda del 'gorgo della Sposa' al confine fra i possedi- menti ferrares i e quelli veneziani. E V enezia... beh Teatri della prima Guerra con scatti dal passato a Venezia LUCA FERRARI Presidenza del Consiglio dei Ministri per le commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale, previste tra il 2014 e il 2018 e iniziate in con- comitanza con il semestre italia- no di Presidenza europea, si è di nuvole e un'atmosfera lontana anni luce dalla gioia dei gitanti che si fanno sempre immortala- re. C'è ovviamente lui, il prota- gonista indiscusso del primo conflitto mondiale. Il filo spina- Le fotografie ripercorrono il sentieri montani tra il filo spinato Venezia fa la parte del leone, ogni sua pietra racconta segreti. Il Veneto è fatto anche di questo: di leggende, di miti e mis teri che affiancano le bellezze che hanno reso questa regione la preferita al mondo dai turisti. Visitare questa regione seguendo un itinerario miste- rioso è una degna alternativa al classico tour tra le mille bellezze del posto. Scoprire questo 'lato os curo' tra s torie antiche e tradizioni popolari pres enti ovunque, nei capoluoghi e nei territori di tutte e s ette le province della Regione, è un modo per visitare il Veneto dopo essere già stati nella "magica" Venezia. Santa Maria del Pero a Monastier La mostra fotografica di Campigotto fa parte delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale