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GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE 2014 www.italoamericano.com 13 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | ANIME CONTRAPPOSTE Stefano Fassina, il grande oppositore La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Da una parte i "renziani", gli uomini e le donne del Premier, depu- tati e senatori, seduti a Montecitorio o a Palazzo Madama. I più fieri difensori delle teorie di Matteo Renzi che spaziano dalla politica industriale alle riforme. Dall'altra i dissidenti, quelli che non si rico- noscono in Renzi e nel suo travolgente entusiasmo, spesso condito (dicono) da slogan fini a se stessi, senza basi solide. Due anime contrapposte all'interno dello stesso Partito, quello Democratico. Un classico della vita italiana se è vero che, dall'altra sponda, dentro Forza Italia, pure Berlusconi, giorni fa, ha animato un acceso duello verbale con l'ex-governatore della Puglia, Fitto, che reclamava un'opposizione più decisa al Premier e non politiche, idee e concetti spesso allineati a quelli del Governo in carica. La diatriba, il solco ideologico all'interno del PD si è manifestato, più in particolare, negli ultimi giorni quando molti esponenti del Partito si sono espressamente schierati con la CGIL; il sindacato più intransigente, in concomitanza con la manifestazione andata in scena a Piazza San Giovanni. Sul tavolo la nuova riforma del lavoro, con molte meno tutele per i lavoratori (qualora diventasse legge), con molti concetti che – a detta di diversi contestatori interni del Premier – si allineerebbero a quelli propugnati anni fa dall'allora Ministro del Lavoro, Sacconi, esponente del Governo Berlusconi, dunque centro- destra senza se e senza ma. Chi sono coloro che osteggiano, all'interno dello stesso movimen- to, il Premier Renzi? L'ex-segretario Bersani, tanto per cominciare. E poi Rosy Bindi, l'ex-presidente del Partito. Non uomini e donne qua- lunque, come potete constatare. E poi, in ordine sparso, Civati, Cuperlo (che, non condividendo il modo di operare di Renzi, si dimi- se per protesta da presidente del PD appena pochi mesi fa), Fassina, Boccia, Damiano, che fu Ministro del Lavoro in una passata legisla- tura. Per adesso – davanti ad anime così smaccatamente contrapposte, con idee che non collimano – il rischio di una fragorosa scissione non è in discussione. "Facciano ciò che credano, io non mi fermo, l'Italia ha la necessità, la prossima primavera, di ripartire sulla base di nuove riforme", strepita il Premier, orgoglioso e carico a mille. La minoranza del Partito incassa, barcolla, ma non molla. Vorrebbe un confronto franco, rivendica teorie e concetti che dovrebbero necessa- riamente sorreggere un partito di sinistra. In molti (stando ai numeri una quarantina) strizzano l'occhio alle rivendicazioni della Cgil e del suo segretario, Camusso. Tutelare i lavoratori, non cancellare l'arti- colo 18 e ciò che esso significa per un partito nato comunque nelle fabbriche e nei consessi di lavoro. Le manganellate subite ad opera della Polizia da alcuni lavoratori delle acciaierie di Terni (che prote- stavano a Roma contro il rischio di chiusura con conseguente licen- ziamento) hanno acuito il confronto. Il Governo non accetta il con- fronto, ha urlato la Cgil, con, a ruota, l'avallo di coloro che, per ades- so dall'interno del PD, stanno osteggiando il Premier Renzi. Un seme che non germoglia completamente, ecco cosa sembra, oggi, il PD. Con un Premier che si specchia nel sorriso dei suoi sodali e un'altra parte consistente del Partito che non approva, ma contesta. La storia lombarda attraverso i cognomi (che in Italia sono 350,000) S a p e v a t e c h e i l c o g n o m e Caoduro, di cui si ha traccia sin dal XIII secolo, deriva dal latino Caput durum e vuol dire "testa dura"? E che Aschieri deriva dal germanico e significa "lancia divina"? Queste e molte altre curiosità, accanto alla ricerca di dati storici e distributivi, vengo- no soddisfatte dall'importante v o l u m e d a p o c o u s c i t o : C o g n o m i d e l l a L o m b a r d i a : Dizionario storico-etimologico. Il Cremasco, il Cremonese, il Casalasco, pubblicato dalle edi- zioni Mauri 1969 e scritto dagli studiosi Valerio Ferrari e Andrea Finocchiaro. L'opera colma una lacuna importante nella conoscenza del territorio lombardo e della sua storia e ha l'ambizioso proposito di rappresentare il primo tassello di una serie, riproponibile anche p e r a l t r e r e g i o n i , d a t o c h e i cognomi, in Italia, si stima che siano in tutto oltre 350 mila. Novità assoluta per la Bassa Pianura lombarda, il ponderoso t e s t o s i o c c u p a d e i c o g n o m i autoctoni ovvero originari del territorio e non quindi "importa- ti" dalle massicce immigrazioni degli ultimi decenni, immigra- zioni che pure hanno reso l'indo- p a c h i s t a n o S i n g h i l p r i m o c o g n o m e n e l C o m u n e d i Cicognolo ed il secondo in quel- lo di Crotta d'Adda. Proposto in un'elegante veste tipografica in brossura cartonata, il volume consta di 788 pagine e p r e n d e i n e s a m e o l t r e 2 . 3 0 0 cognomi della provincia cremo- nese, offrendo di ciascuno di essi un'accurata ricostruzione etimologica, basata sulle attesta- zioni rinvenute nelle fonti locali in un periodo compreso tra l'XI ed il XVII secolo. L'edizione è arricchita dalle lettere dell'alfa- beto figurato tratte dal Taccuino di disegni di Giovannino De Grassi, scultore, architetto e miniatore attivo in Lombardia tra il XIV e il XV secolo. Il suo Taccuino di disegni è annoverato tra i migliori esempi di arte tardo gotica italiana. In esso dominano scene di attività quotidiane, ani- mali e immagini della natura, perfettamente coerenti con l'ori- gine etimologica più ricorrente dei cognomi del territorio preso in esame da questo prezioso stu- dio. Di ciascun cognome vengono specificate le origini, nonché le ricorrenze provinciali e regiona- li. L'intento dell'opera è quello di restituire "il senso di una sto- ria plurisecolare attraverso cui una comunità umana si è venuta strutturando nel tempo, potendo- ne segnalare i vari livelli di evo- l u z i o n e s t o r i c a s t r a t i f i c a t i s i lungo i secoli – si legge nell'in- troduzione – Anche i cognomi mutano di forma, d'aspetto e di luogo, si piegano alle inflessioni più diverse delle tante parlate italiane". Non solo: certamente al secolare processo di redistri- buzione geografica dei cognomi hanno contribuito gli spostamen- ti dei nuclei familiari contadini, che ieri come oggi rappresentano 100 mila italiani) e poi Rossi e Vailati: "Ferrari è un cognome di mestiere – spiega uno degli auto- ri, Andrea Finocchiaro –, si rife- risce al fabbro. Rossi invece era originariamente un soprannome, la maggioranza assoluta della popolazione, specie nella Pianura Padana. Tali trasferimenti, in ambito locale, interregionale o interprovinciale, avvenivano per tradizione l'11 novembre di ogni anno, ricorrenza di San Martino, giorno che segnava la conclusio- ne dell'annata agraria. Da qui è rimasto in voga il modo di dire far San Martino in riferimento al trasloco, di cui è testimonianza la splendida tela di Vincenzo Campi. La scena raffigurata nel q u a d r o , c o n s e r v a t o p r e s s o i l Museo Civico di Cremona, è l'immagine ideale per la coperti- na di questo lavoro. Grazie alla meticolosa ricerca, condotta con criteri scientifici, sono state scoperte affinità ono- mastiche tra il Cremonese e il Casalasco, nonché differenze col Cremasco, trattandosi di aree geografiche con storie diverse. I cognomi autoctoni più frequenti s o n o r i s u l t a t i e s s e r e F e r r a r i (peraltro anche secondo cogno- m e i n L o m b a r d i a , d o p o Colombo, nonché terzo a livello nazionale: pare denomini circa che si riferiva al colore dell'in- carnato o dei capelli e della barba. Vailati è un detoponimi- co, cioè un cognome derivato dal nome del luogo di prove- nienza, in questo caso il piccolo paese di Vailate. Ciò indica c o m e n e l l a d i f f u s i o n e d i u n cognome vi sia anche una com- ponente di casualità". La maggior parte dei cogno- mi affonda le proprie radici nel Basso Medioevo ed ha subìto c o n t i n u e t r a s f o r m a z i o n i n e l tempo, condizionate dalla lingua parlata oppure da errori di tra- scrizione: "I cognomi sono in grado di raccontare molta della nostra storia – conferma Valerio Ferrari – Ad esempio, il cogno- me Pinferi o Pinferetti richiama la forma dialettale cremonese 'pinferada' ad indicare gli anti- chi suonatori di piffero, all'epo- ca frequenti sul territorio". MAURO FAVERZANI San Martino segnava tradizionalmente la conclusione dell'annata agraria