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GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE 2014 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com All'oratorio l'educazione spirituale si fa anche su un campo da calcio e il gioco diventa preghiera LUIGI CASALE Nella storia a noi più vicina, la spiritualità di San Filippo Neri (1515 – 1595), ripresa poi da S. della gioventù, come una pre- ghiera. In un progetto di educa- zione totale della persona. È que- sta la pedagogia dell'oratorio, dove la maggior parte delle atti- vità si svolgono. Attività che come ho detto (la prima parte dell'articolo è stata pubblicata la settimana scorsa, ndr) sono già preghiera, e che si sublimano nel momento della invocazione a Dio, nel luogo deputato: che sia il campo di cal- cio, oppure il teatro, o la stanza delle riunioni, o la cappella dove si custodisce il Sacramento. Ciò significa che al centro di tutte le attività dell'oratorio c'è un tipo di catechesi (insegna- mento religioso) costruito a par- tire dal proprio vissuto indivi- duale, offerto a Dio come pre- ghiera. Infatti è questo l'oratorio: come per i monaci benedettini, il luogo dove tutta la vita è una preghiera. Ma volendo si potrebbe anche prescindere da una opzione di fede, intesa come scelta persona- le di adesione ad una proposta religiosa e accettazione di una rivelazione divina, e spostare il problema sul piano della ragione o della coscienza. E troveremmo comunque una risposta, che, antropologicamen- te parlando, tenga conto della tradizione culturale e storica di una collettività. Anche in questo caso non si dovrebbe prescindere dalla cen- tralità della "preghiera" nella vita dell'uomo, e si recuperereb- be allora, ancora una volta seb- bene in maniera laica, il senso originario di "oratorio", attraver- so la valorizzazione del culto alla divinità, l'adorazione del Dio dell'amore e della vita, le devozioni scaturite dalla pratica dei buoni sentimenti, e un ideale di vita accettata e svolta in sinto- nia col creato. Almeno per gli esseri razionali. Per questo motivo anche in una possibile visione laica, e diciamo pure laicista, chiunque può avvicinars i all'oratorio rispettandone la finalità di chi l'ha ideato e l'ha voluto, e di chi, accettandone l'eredità, ne ha fatto motivo di impegno civile, morale e religios o. Come s i vede, qui non c'è né proseliti- smo, né coartazione di coscien- ze, ma piuttosto una vera educa- zione allo spirito libero e alla responsabilità personale. Anzi a voler essere veramente "laici", bisognerebbe partire dal riconoscere che nel progetto educativo, è primaria e fonda- mentale l'esigenza, ai fini di una educazione totale e completa della persona, della preghiera non come qualcosa di estraneo o di aggiunto alla umanità, ma come l'atteggiamento più natura- le e congeniale della stessa con- dizione umana. Giovanni Bosco (1815 - 1888), ha considerato il gioco, la ricrea- zione, il lavoro, l'attività formati- va, in quanto attività primaria