L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-11-2014

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GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 www.italoamericano.com 44 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Nella retrospettiva su Minguzzi arte e contorsione a Bologna La Galleria Maurizio Nobile di Bologna apre l'anno 2015 con due importanti appuntamenti che raccontano l'artista Luciano Minguzzi attraverso una grande retrospettiva pensata in occasione dei dieci anni dalla morte. Le torea sia su quella grafica al fine di presentare, attraverso entram- be le forme espressive, quel "dialogo" tra i differenti medium, la cui importanza e forza la critica ha già messo in valore. Il confronto diretto tra dise- gno e scultura permette di apprezzare l'interessante elabo- razione libera e spontanea del Minguzzi che avviene prima, ma a volte anche in maniera paralle- la, nell'ambito grafico e poi in scultura. La scelta delle opere vorrebbe suggerire anche questa direzione. Non vi saranno solo progetti grafici, ma anche, quan- do si è potuto reperirli, dei boz- zetti preparatori in gesso e terra- cotta di alcune delle sue più ricerche, corrispondendo con opere mirabili alle tante commis- sioni pubbliche e private. Nel 1958 è vincitore del concorso per la V Porta del Duomo di Milano, che verrà inaugurata nel 1965. Nel 1956 espone alla Quadriennale di Roma, al Museo Rodin di Parigi e alla Viviano Gallery di New York. Nel 1964 è insegnante di scultura alla Sommer Academy di Salisburgo. Nel 1970 riceve l'incarico da Paolo VI per la realizzazione della Porta del Bene e del Male per la Basilica in San Pietro in Vaticano, opera alla quale lavo- rerà per sette anni. La carriera artistica riconosciuta a livello internazionale, fu costellata di premi e riconoscimenti e le sue opere sono conservate nelle col- lezioni private e nei musei di tutto il mondo. Le opere in mostra, quasi cin- quanta tra quelle esposte alla Galleria Maurizio Nobile e ad Arte Fiera, provengono da presti- giose collezioni italiane, tra le quali quella degli eredi diretti del Minguzzi che conserva inediti, disegni preparatori, e le sculture che l'artista aveva deciso di con- servare per sé fino alla morte. La scelta curatoriale si è foca- lizzata sia sulla produzione scul- La giovane trecciaiola di Cristiano Banti Grande contorsionista, bronzo, 1952 di Luciano Minguzzi scultura all'Accademia di Brera. Nel capoluogo lombardo, calato in un contesto aperto alle speri- mentazioni e alle suggestioni provenienti dai centri di elabora- zione artistica internazionali, Minguzzi porterà avanti le sue opere del Minguzzi, il più impor- tante scultore bolognese del Novecento, saranno presentate ad Arte Fiera e, con una più ricca selezione di opere, alla Galleria Maurizio Nobile di Bologna. Minguzzi è forse l'artista che coniuga al meglio la tradizione artistica locale con le moderne tendenze espressioniste e cubiste europee. Formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Bologna sotto la guida di Giorgio Morandi, Ercole Drei e Roberto Longhi studiò gli scultori bolognesi e fiorentini del primo Rinascimento e i moderni Medardo Rosso, Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù che gli offrirono una forte carica di ispirazione. I suoi studi, uniti ad un sog- giorno parigino che si dimostra tappa fondamentale nella sua for- mazione, lì avrà l'opportunità di vedere le opere dei grandi mae- stri del passato e dei principali artisti contemporanei, lo porte- ranno ad affinare le sue capacità artistiche e ad imporsi nel pano- rama internazionale per le sue qualità espressive e narrative, caratterizzate da dinamismo delle forme e, talvolta, dalla tendenza all'astrazione poetica. Espone nel 1934 per la prima volta alla XIX Biennale di Venezia e, nel 1939, alla Quadriennale d'Arte di Roma. Ritorna a Venezia nel 1942 dove è presente con una sala personale alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1949 tiene una mostra al Museo dell'Athénée di Ginevra e, l'anno dopo, invitato alla XXV Biennale di Venezia con un grup- po di opere, ottiene il Gran Premio della Scultura. Nel secon- do dopoguerra si trasferisce a Milano dove, per quasi vent'anni (1956-1974), terrà la cattedra di I Macchiaioli e la pittura che voleva rinnovare la cultura italiana L'ultima volta che le opere dei Macchiaioli furono esibite negli Stati Uniti risale al 1968, per la precisione a Los Angeles, in una mostra che raccoglieva i principali capolavori di un perio- do artistico poco conosciuto fuori dall'Europa. Dopo più di quarant'anni, l'Istituto Italiano di Cultura di New York ha ridato luce a queste opere mettendo in discussione il canone di bellezza artistico ita- liano, che all'estero viene identi- ficato soprattutto con la pittura rinascimentale. Sono stati esposti 24 dipinti provenienti da colle- zioni private all'IIC, con l'inten- to di riprodurre le atmosfere del Caffè Michelangelo di Firenze, dove i Macchiaioli si incontrava- no e discutevano, tracciando le linee di un impressionismo ante litteram. Il movimento vide i propri albori nel 1855, in un periodo s torico che portò mutamenti importanti sul piano politico e cambiò per sempre la penisola italiana: qualche anno più tardi, infatti, si sarebbe celebrata l'uni- ficazione nazionale. In questa atmosfera di nuove idee e fermenti artistici nacquero le intuizioni di Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e S ilves tro Lega, alcuni degli esponenti più importanti del movimento, spregiativamente definito così dalla Gazzetta del Popolo nel 1862 nel tentativo di screditare una corrente che si proponeva nel panorama artistico nostrano come anti-accademica. La ras s egna nella G rande Mela ha rappresentato un salto indietro nel tempo: i locali dell'Istituto sono stati arredati in stile retrò, nel tentativo di far rivivere allo spettatore l'ambien- te di un salotto ottocentesco e di riportarlo a contatto con una realtà lontana due secoli. I pittori appartenenti a questa corrente si portavano con sè le esperienze di guerra risorgimen- tali e provenivano da retroterra culturali talvolta lontani tra loro, dando forma a un eclettismo che sarà una delle ragioni del loro successo. La loro poetica rappre- senta un'anticipazione di quello che sarà espresso poco tempo dopo dagli Impressionisti, una ferma opposizione agli ideali del Romanticis mo e del MARCO BRUNA Pausa nella Maremma di Giovanni Fattori importanti opere. È questo il caso della Contorsionista. Tema più volte affrontato dall'artista, che lo ha portato a rielaborare a più riprese l'idea iniziale e di cui la galleria Maurizio Nobile vorrebbe esporre uno studio grafico, la ter- racotta preparatoria e il monu- mentale bronzo. Saranno poi pre- senti in mostra alcune delle opere più importanti dello scultore che ripropongono quello che è stato il suo percorso artistico attraverso le opere che egli stesso, decidendo di far entrare nella sua collezione personale, riteneva più vicine alla sua poetica interiore. Si tratta di opere imprescindibili per la cono- scenza dello scultore e significati- ve per la storia della scultura ita- liana. Neoclassicismo. Le loro opere rispecchiano lo stile verista che stava prendendo piede in Europa nella s econda metà del X IX secolo e sono ottenute con la cosiddetta tecnica dello specchio nero, ovvero tramite l'utilizzo di uno specchio annerito con il fumo che permetteva di far risal- tare il chiaroscuro all'interno del quadro. La loro arte consisteva "nel rendere le impressioni che rice- vevano dal vero col mezzo di macchie, di colori, di chiari e di s curi", come commentarono alcuni studiosi d'arte dell'epoca. Un'occasione per il pubblico d'oltreoceano, italo-americano e non solo, di accostarsi a una cor- rente culturale meno celebrata nei musei ma ricca di spunti inte- ressanti e originali, tramite la quale si potrà arricchire il mosai- co di capolavori artistici del Belpaese.

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