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GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Laudomia Bonanni, la scrittrice che usò la penna come un sasso "Aggredisce mostri la ragaz- za di Aquila", scrisse Eugenio M o n t a l e q u a n d o g l i " A m i c i della domenica" portarono al Premio Strega, allora agli inizi, u n a d o n n a c h e s i c h i a m a v a Laudomia Bonanni, ma che non sapevano che fosse una donna, per due racconti inediti, poi rac- colti sotto il titolo "Il fosso" e "Il Mostro". L'anno seguente, nel 1949, Mondadori pubblicò il libro definitivo "Il fosso" con l'aggiunta di altri due racconti, "Messa funebre" e "Seme". Montale voleva sottolineare di quei racconti la complessità " t a l e c h e u n o s c r i t t o r e dell'Ottocento ne avrebbe tratto romanzi, e la carica aggressiva, la scrittura piena di pungoli". Così sulla Stampa del 30 giugno 1979 scriveva Giulia Massari. Con "Il bambino di pietra" quel- l'anno era entrata nella cinqui- na dello Strega. "Penso che non vincerò - disse - le donne arriva- n o s e m p r e s e c o n d e " . V i n s e Primo Levi con "La chiave a stella". Lunghi silenzi per scelta, ma anche ingiusti silenzi subiti per anni. "Sono un'abruzzese schiva e selvatica. Quando è comincia- ta l'industrializzazione della let- teratura, mi sono un po' distac- cata dal mondo letterario. Poi mi è tornato il desiderio, il bisogno di pubblicare" diceva di sé. In questi ultimi anni c'è stata la riscoperta dell'opera bonan- n i a n a . L o s i d e v e a l l ' Associazione Internazionale di Cultura Laudomia Bonanni, nata per "la diffusione, la conoscenza e la traduzione delle opere della scrittrice". Un lodevole lavoro che si è arricchito di ulteriori elementi di conoscenza e valuta- zione con la pubblicazione di 392 pagine: "Laudomia Bonanni tra memoria e futuro" realizzato da Gianfranco Giustizieri, il più autorevole studioso della scrit- trice. È il suo terzo libro. I due precedenti sono: "Io che ero una donna di domani. In viaggio tra gli scritti di Laudomia Bonanni" e "Laudomia. Scrittrice senza tempo". Così Giustizieri sull'ul- timo libro: "Ha un titolo che nasconde un dono per la città dell'Aquila: un frammento della sua storia e del suo glorioso pas- sato, per non dimenticare una delle figlie illustri che questo territorio ha generato". Una mole di documenti alla base di un volume realizzato con g r a n d e s c r u p o l o e d e s t r e m a competenza. La cultura della conoscenza. Rilevante il mate- riale fotografico reperito tra non poche difficoltà. Dalle foto a colori con le copertine di tutti i libri della Bonanni, alle foto in bianco e nero, molte inedite. Q u a l i c r i t e r i h a s e g u i t o nella stesura di questo ritratto letterario della Bonanni? Il libro dispiega, attraverso le sue pagine, la vicenda umana e letteraria di Laudomia Bonanni dai primi anni del '900 ai giorni nostri secondo la "narrazione" dei più grandi scrittori e critici letterari. Dall'itinerario com- "L'approdo letterario" dell'Eri negli anni '60; sempre negli anni '60 sulla rivista enogastro- nomica Romani a tavola diretta da Luigi Volpicelli. N o n s o n o m a n c a t e l e stroncature e lei con molta onestà intellettuale le ha ripor- t a t e n e l l i b r o d e s t i n a t o a d avere un ruolo fondamentale nella comprensione del mondo di Laudomia. Quali sono stati i critici più cattivi? Ne ricordo soprattutto due che emergono per un'acredine di fondo. La prima, in occasio- n e d e l p r e m i o o p e r a p r i m a Bagutta per "Il fosso", con lo p s e u d o n i m o G i u l i a S o f i a s u L'Europeo di Milano del 26 feb- braio 1950 scrisse: "…non ho capito perché hanno premiato un'opera pubblica importante p e r l a m a l a r i a " . L ' ' a l t r a d i S e r g i o S a v i a n e , c h e s u Cronache di Roma il 7 dicembre 1954, a proposito di "Palma e sorelle", sentenziò: "Con tutto il rispetto che abbiamo per l'edito- re Casini è difficile, credo, per- donargli di aver pubblicato un tal mucchio di parole e parente- si, che rischiano di diventare, oltre che inutili e ridicole, addi- rittura nocive". Bisogna ammet- tere che molte osservazioni venute da critici famosi non sono da sottovalutare: provincia- lismo diffuso nelle prime opere ( E m i l i o C e c c h i ) , i m p i a n t i romanzeschi freudiani nelle ulti- me (Claudio Marabini). E Laudomia come reagì? Sdegno assoluto in alcune lettere agli amici nel caso degli "assalti" personalistici, serenità con i critici intelligenti, cessa- zione di ogni forma di scrittura quando nel 1982 capì il muta- mento di gusti e le difficoltà poste dal suo editore Bompiani. In conclusione, qual è la più grande lezione che ci viene da L a u d o m i a d o p o a v e r l e t t o questo libro? Una scrittrice che non si ade- guò mai alle mode letterarie, a n t i c i p ò m o l t e e i m p o r t a n t i tematiche sociali, usò la penna come un sasso. DOMENICO LOGOZZO plessivo si ricavano due inse- gnamenti: il valore della memo- ria e la capacità del suo utilizzo per traguardi culturali e civici dalle radici lontane. Poi, nello specifico, la possibilità di capire come la Bonanni ha saputo leg- gere i fenomeni sociali del suo tempo, farne letteratura e proiet- tarli nel futuro con aperture che a n c o r a h a n n o d i f f i c o l t à a d imporsi. Fra tutte mi viene alla mente il ruolo della donna nella famiglia e nella società di oggi. Nel testo ci sono testimo- nianze autorevoli da Eugenio Montale a Carlo Bo, da Geno P a m p a l o n i a G o f f r e d o Bellonci e anche degli abruz- zesi Eraldo Miscia e Giovanni Titta Rosa. Quale immagine viene fuori dai loro scritti su Laudomia? Una grande scrittrice, una delle maggiori del nostro '900 letterario. oblio, quali sono state le sco- perte e le sorprese più belle? T r o v a r e r a c c o n t i d e l l a Bonanni su lontanissime riviste. Mi riferisco agli anni '30 e '40, che ormai fanno parte del mer- cato dell'antiquariato. Racconti che, a ben leggere, sono gli inci- pit di futuri romanzi. La rivista "I Diritti della scuola" pubblicò il 29 novembre 1936 il racconto I visi d'Aurora. Nello stesso a n n o l ' O r g a n i z z a z i o n e N a z i o n a l e B a l i l l a d i M i l a n o pubblicò il racconto La schiavitù dell'amore. Entrambi costituiro- no parte integrante del romanzo per ragazzi Men. Avventura al N u o v o F i o r e p e r l e e d i z i o n i Bompiani nel 1939. Tutti i rac- conti del libro Città del tabacco (1977) erano già usciti su riviste e quotidiani. Il primo Sezione corrigendi che nel libro porta il titolo Porte chiuse era uscito nel 1940 e così per molti altri libri. Per capire Laudomia e tra- smettere il suo pensiero alle g e n e r a z i o n i d e l n u o v o Millennio, ha dovuto compie- re un lungo percorso culturale mai esplorato finora. Ho voluto esaminare tutti gli scritti usciti con testi editoriali (non dimentichiamo che c'è una scrittura corposa dispersa in mille rivoli) dal 1927 al 2013 (per l'opera postuma). Ho letto quasi mille recensioni, dai gior- nali più quotati, ai fogli locali più dispersi. In questa ricerca c'è la scoperta entusiasmante di scritti provenienti da nazioni di cui si ignorava l'esistenza e del c o i n v o l g i m e n t o d e l r e g i s t a Luciano Paesani che, unico, riu- scì a portare sui palcoscenici t e a t r a l i u n r a c c o n t o d e l l a Bonanni con artisti del calibro di Ludovica Modugno e di Gigi Angelillo. La migliore conoscenza di Bonanni quanto sarà utile ai giovani di oggi? Offre preziose opportunità di riflessione. La capacità di anda- re oltre l'effimero, di approfon- dire le conoscenze dei muta- menti sociali, di andare oltre le convenzioni radicate nel tempo, di essere ribelli dai giusti occhi, di comprendere i guasti storici di una società reazionaria, di essere sempre e dovunque con- tro la guerra. Scavando come un archeo- logo nel passato sepolto dal- l'as surdo, lungo e ripetuto Racconti "rari" li troviamo nella rivista Costellazioni, pubblicata a Milano negli anni '40 e '50; su Il libro senza pagine di 'un africano caduto dal cielo' A Martinsicuro, in provincia di Teramo, è stata inaugurata la collana d'arte Fili d'erba diretta dal critico Alessandra Angelucci per la Di Felice Edizioni. Una collana che pone attenzione a quell'aspetto che spesso, nel mondo dell'arte, passa in secon- La forza segnica che per anni ha caratterizzato le opere del- l'artista rendendo omaggio alla tradizione orale nubiana, si è fatta parola diventando conteni- tore di memoria per chi ha conosciuto "l'età dei figli smarri- ti" e la forza del deserto. Il libro compos to dalle sezioni Pensiero disordinato, Sintesi, Deserto, Odore, Fatma, Armonia, Epilogo, raccoglie le riflessioni di Hassan scritte in italiano, con traduzione in inglese di Morag McCarron. La prefazione è firmata da Katia Migliori e suggerisce l'idea di un "libro senza pagine" che offre un corpo di "pensieri-sogni offerto ai mendicanti in abbondanza, come confessa nella nudità di un intimo diario". Dall'intoduzione di Angelucci: "Una foglia, un bambino che disegna la ragione del deserto e l'odore delle cose. È così che nasce Un Africano caduto dal cielo: la volontà di chi desidera dare movimento a un ricordo". do piano rispetto all'opera d'arte : la voce di chi crea, di chi in un gesto ha immortalato un'esisten- za. È il caso del primo volume in collana: "Un africano caduto dal cielo" dell'artis ta di origine egiziana Fathi Hassan, che opera in campo internazionale. Fathi Hassan è autore di"Un africano caduto dal cielo"