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GIOVEDÌ 22 GENNAIO 2015 www.italoamericano.com 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GENEROSO D'AGNESE 120mila ettari di vite da vino, 7 milioni di ettolitri di vino, 22 prodotti Doc, 469 aziende e 12 strade del vino. Basterebbero queste cifre per sintetizzare il potenziale di una regione, la Sicilia, che del vino è forse la regina d'Italia. Considerato il vigneto d'Italia, il territorio sici- liano rappresenta una delle punte di diamante dei percorsi alla ricerca dell'Italia vera, lontana dai clamori del tu ris mo " all inclusive" e dai resort troppo costosi per trasudare l'essenza di un'isola ricca di sapori mediter- ranei. Quella da seguire pertanto non è la solita facile strada che porta nella pur bellis s ima Taormina per godere dei piaceri dei Giardini di Naxos e del tea- tro greco, o il giro in barca alla s coperta delle is o le Eolie, Pelagie ed Egadi, o l'atterraggio a Punta Raisi per consegnarsi alla scoperta della splendida Palermo. P er s coprire davvero la Sicilia occorre seguire il profu- mo dell'uva e il sapore del vino e lasciarsi guidare dalla Natura che nell'isola ha profuso le sue migliori doti, incantando i greci alla ricerca di nuove terre da colonizzare, ammaliando i prag- vini rossi. Il territorio dei Comuni di Contes s a Entellina, M enfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belìce e Sciacca vengono identificati come l'area delle Terre Sicane e racchiudono un vero scrigno di tesori culturali e ambientali. La stratificazione di popoli diversi, spesso in pacifica convivenza, ha dato vita a un percorso di storia, arte e tradizioni che miti e leg- gende legano ai luoghi, ai pro- dotti tipici e soprattutto ai vini. A dranone di S ambuca è a tutt'oggi il più alto insediamento punico del Mediterraneo, Terme Acquapia di Montevago mantie- ne invece il suo fascino mitico, così come la magia romantica avvolge il Parco Letterario del Gattopardo di S. Margherita. VITTORIA Vittoria, nell' angolo orientale della S icilia fa rima con Cerasuolo. Il territorio, segnato da dolci colline e coste ancora incontaminate, si presenta ricco di fascino mediterraneo e offre ai visitatori una splendida parentesi turistica con Scoglitti, frazione della città iblea sorta nei pressi dell'antica colonia siracusana Kamarina. Chiamata dal geo- grafo arabo Edrisi "scoglietti dei colombi", la frazione è una citta- dina balneare articolata in borga- a ottenere una menzione speciale al V initaly) viene prodotto esclusivamente nei comuni di Vittoria, Santa Croce Camerina, Acate, Comiso e Chiaramonte Gulfi e fa da sottofondo a una serie di prodotti di eccellenza come il cioccolato di Modica, il formaggio Ragusano e l'olio extravergine di oliva Dop Monti Iblei. NOTO E SIRACUSA Attraversando i comuni di P alazzolo, A vola, N oto, Rosolini, Pachino (tutti in pro- vincia di S iracus a) e Is pica (Ragus a), la s trada del vino dedicata al Moscato di Noto e Siracusa e all'Eloro offre oasi naturalistiche di rara bellezza, centri storici ricchi di storia e bellezze architettoniche e una spiaggia tra le più belle e pulite d'Italia. È assolutamente consigliato fermarsi per assaporare il pomo- doro Igp di Pachino, il melone Igp di Pachino, l'olio extravergi- ne d'Oliva Dop Monti Iblei, la mandorla di Avola, il carciofo Violetto di Ispica e le conserve di tonno e pesce spada. Quel che sopravvive in que- sto angolo di Sicilia segnato dai moscati e dall'Eloro Doc è un patrimonio antropologico. In questo splendido fazzoletto di Sicilia sopravvive un'Europa antica e moderna, piena di fasci- no e di s ugges tioni Il vino moscato di Noto affonda le radi- ci nell'antico "Pollio", un vino dolce che lo storico Plinio elo- giava per le sue caratteristiche organolettiche. P rodotto nelle vers ioni Naturale, Spumante e Liquoroso il Moscato di Noto Doc è un profumatissimo vino da dessert, di colore giallo paglierino inten- so, vinificato nelle versioni natu- rale e liquoros o, dal s apore dolce ed equilibrato ed è ideale come aperitivo. Prodotto con uve di Moscato bianco sottopo- ste ad un leggero appassimento nel territorio comunale di Siracusa, il Moscato omonimo, adatto per il dessert, potrebbe essere considerato invece il vino più antico d'Italia e affonda le sue origini nel VIII-VII secolo a.C., con un odore delicato caratteristico e sapore dolce vel- lutato e gradevole. L'Eloro Doc viene prodotto in alcuni comuni della provincia di Siracusa e nel comune di Ispica in provincia di Ragusa, ottenuto dal Nero d'Avola autoc- tono della zona, e battezzato con il nome della cittadina di Eloro, sito archeologico di rilievo per le numerose tracce della civiltà greca. Tutto il territorio di produzio- ne del moscato, offre una enor- me varietà di bellezze paesaggi- stiche. Gli splendidi canyon preistorici si avvitano lungo i percors i del Cas s ibile e di Manghisi. Laghetti e corsi d'ac- qua punteggiano le zone tra Vendicari, Cuba e Longarini, con migliaia di specie di uccelli migratori, dai fenicotteri agli aironi, che riposano prima delle travers ate oltre il canale di S icilia. Intorno alla città di Ispica è possibile ammirare la parte terminale della Cava d'Ispica, un canyon preistorico dove grotte preistoriche, tombe e necropoli offrono quadri di straordinaria bellezza evocativa. Considerati a tutti gli effetti musei a cielo aperto, i comuni di Noto e di Palazzolo Acreide (con il teatro greco) sono ricono- sciuti patrimonio dell'umanità dall' U nes co. Eletta capitale mondiale del barocco, la città di Noto offre ai visitatori un tesoro di bellezze architettoniche: chie- se, palazzi strabordanti fregi pre- ziosi dell'antica arte degli scal- pellini, balconi tra i più belli del mondo, piazze e scorci di grande effetto scenografico. Tra Ispica e Rosolini si cela un importante patrimonio archeologico. Altrettanto carat- teristici sono i reperti delle anti- che tonnare di Avola, Portopalo di Capo Passero, il borgo mari- naro di Marzamemi con il cortile arabo, la tonnara e il Palazzo di Villadorata. Risultato di una produzione di qualità garantita, il vino siciliano annovera divers i prodotti a D enominazione d' O rigine Controllata e Garantita (Docg), a D enominazione di O rigine Controllata (D oc) e con l'Indicazione Geografica Tipica (Igt). E offre ai viaggiatori alla ricerca dell'Italia da gustare tanti angoli da scoprire e tante strade da percorrere. All'insegna del vino. VALLE DEL BELICE Per chi arriva in Trinacria per scoprire percorsi lontani dalle grandi luci dei riflettori dei tour operator, la valle del Belice rap- presenta una delle tappe signifi- cative nella ricerca di vini pre- Per scoprire davvero la Sicilia occorre seguire i profumi del vigneto d'Italia giati. Terra antica, dalle origini nobili che si perdono nel mito la valle del Belice accoglie il più grande parco archeologico d'Europa, Selinunte, con i suoi maestosi templi e le Cave di Cusa, il cui tufo rappresenta il materiale principe dei templi e dell'intera città di Selinunte, dis trutta nel 402 a.C. dai Cartaginesi. Circoscritta dai comuni di Cas telvetrano, P artanna, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Poggioreale, Salaparuta, il Belice è noto per la straordinaria produzione di olio d'oliva, per gli straordinari formaggi Vastedda del Belice (realizzati con il latte di pecora della valle omonima) P ecorino Ros s o, Ricotta Infornata, Piacentino e Pecorino Siciliano dop, per il Ficodindia di Santa Margherita e il Carciofo spinoso di Menfi. Sulle sue sue colline allignano ottime uve Cataratto, Grillo, Grecanico (per la produzione di vini bianchi) e uva Syrha per la produzione di te che si snodano lungo gli otto chilometri di spiaggia contrasse- gnati da Camarina, Scogliera, Punta d'Angelo, Baia Dorica, Costa Fenicia. Vittoria nel 2005 ha ottenuto l'unico Docg della Sicilia, pur vantando una produzione poco conosciuta dal grande pubblico. Prodotto da vitigni autoctoni F rappato e N ero d'A vola (quest'ultimo presente in quan- tità che devono essere comprese tra il 50 e il 70% massimo) il Cerasuolo docg di Vittoria è col- tivato nelle province di Ragusa, Caltanissetta e Catania e nasce nel 1606. V ittoria Colonna Henriquez, all'atto della fonda- zione della città regalò ai primi 75 coloni un ettaro di terreno a condizione che ne coltivassero un altro a vigneto. L'impegno preso dai contadini diede i suoi frutti, tanto da trasformare que- sto angolo di isola in una nicchia esclusiva di produzione vitivini- cola qualitativa. Il Cerasuolo di Vittoria e il Cerasuolo di Vittoria "classico" (primo Docg siciliano Uve Moscato di Sicilia I pomodorini di Pachino La preziosa area archeologica di Selinunte (la più grande d'Europa) con i suoi maestosi templi Resti delle antiche tonnare di Avola matici romani e resistendo all'o- blio imposto dalla dominazione araba, per poi confermarsi nei successivi periodi della millena- ria storia (segnati dalla presenza normanna, angioina, aragonese e borbonica). A guardarla bene, la Sicilia, pur vantando l'antico nome di Trinacria - treis (tre) e àkra (pro- montori), Capo Peloro (o Punta del Faro) a Messina, Capo Boeo (o Lilibeo) a M ars ala, Capo Passero a Portopalo, assomiglia anche al profilo di un grappolo d'uva disteso sul Mediterraneo. La p iù es tes a delle is ole del Mediterraneo imparò forse a col- tivare la vite proprio grazie alle prime colonie caldicesi e corin- zie, rispettivamente fondatrici delle città di Naxos e Siracusa. E oggi tutta la Sicilia vanta terre di grande prestigio e di particolare adattamento per la coltivazione di uve pregiate, concentrando la produzione di uve bianche nell'a- rea occidentale (Trapani, Agrigento e Palermo) e quella a bacca rosa nelle zone orientali.