L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-12-2015

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GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 'E cambia passo il tempo' davanti alle macerie dell'Aquila È stata presentata a L'Aquila, la silloge poetica "E cambia il passo il tempo" di Anna Maria Giancarli, un'intensa testimo- nianza in versi dedicata al capo- luogo abruzzese, dopo la trage- dia del terremoto del 6 aprile 2009 che continua a segnare la città e i suoi abitanti. La parola, le parole. Proviamo a cercare il significato di una parola e lo troviamo facil- mente su qualsiasi vocabolario. Una parola può assurgere a più significati, tutti previsti e preve- dibili. Come cuore ad esempio. Dal nostro vitale organo fino al cuore del problema, un colpo al cuore, eccetera. Tutto preciso, con un possibile ricorso a quella parola seguendo regole, norme, talvolta consuetudini affastellate- si nel tempo. Tuttavia viviamo una stagione in cui la parola viene tradita nel suo profondo significato. Che dire ad esempio della "cattiveria" agonistica da parte di commentatori di calcio al posto di determinazione, grinta? E della cultura, anteposta a mille altre parole? Cultura dell'ospita- lità, cultura della terza età, cultu- ra della navigazione e così via. Finiremo per dire io ho andato al mercato, tanto che fa, sempre al mercato sono arrivato, no? E finiremo anche per svuotare le parole di tutta la loro ricchez- za, del loro patrimonio genetico. Le utilizzeremo ripetendole all'infinito fino a sottrarre loro ogni possibile significato, fino a dissolverne l'identità. Un vacuo, meccanico e reiterato uso da sconfinare nella pornografia, una pornografia delle parole. Ogni parola, invece, ha per così dire, un suo portato erotico, esatta- mente il contrario della porno- grafia. Attende di essere coniu- gata con altre parole, e tutte si attraggono reciprocamente. Parole, cioè, solo apparente- mente ferme e inchiodate nel vocabolario ai blocchi di parten- za, un po' come gli elementi chi- mici nella tavola periodica del russo Mendelev. "Na" quale è il sodio, "Cl" il cloro. Ma se si uni- scono abbiamo NaCl, il cloruro di sodio, il nostro comune sale da cucina. Le parole, opportunamente messe insieme, disvelano tutto il loro potenziale come nel caso della poesia di Anna Maria Giancarli, messaggera del sogno e del divenire, di un futuro e di un passato ad altri imperscrutabi- li. Parole e suoni che ai soli poeti come lei è consentito di disporre a piacimento, contro qualsiasi norma, nel loro arcano dormive- glia e sempre sospinti da un genesiaco Eros. E questo, anche quando la materia è dolorosa, come nel caso della raccolta di poesie "E cambia passo il tempo". Forse vado contro corrente appellando- difficili risposte. Può bastare una risposta, che è tutta nelle consi- derazioni della poetessa quando dice: "le mie parole, pertanto, vogliono essere un caldo mate- riale ricostruttivo e legarsi a quelle di coloro che ritengono insopportabile tale declino nazionale". Questo vale per dirla con lei solo quando "il tempo s'inchioda"? No davvero! Questa liaison, questo legarsi a destini altrui, queste complicità nel dolore avvengono sempre con il medium di una testimo- nianza e in questo caso per di più poetica. Ecco l'essenza, il frutto, che risiede nell'insorgenza, nell'e- mersione di un sentimento e nel- l'avere la capacità e la fortuna di condividerlo. Dare forma a una espressione emozionale ed emo- zionare trasferendola ad altri. Perché alla fine è importante ciò che con amore hai fatto e con chi lo hai condiviso. Sono sicuro però che Anna Maria sia consapevole come quello della poesia sia un moto perpetuo, sempre sospinti dal bisogno di trovare un baricentro dell'anima. Un baricentro che tuttavia si sposta di continuo e costringe a precari equilibri. Sono anche certo come lei sia altresì consapevole di quanto il terremo- to abbia costretto tutti i soprav- vissuti ad un allenamento alla morte, in primis chi ha perso i propri cari. Ci hanno lasciato anche le cose divenendo macerie e noi siamo rimasti, un domani sarà il contrario, noi ce ne andre- mo e loro resteranno. Al netto c'è poca differenza. Per dirla ancora con Rilke, niente può avvicinare meno un'o- pera d'arte quanto un discorso critico. Ma penso che non possia- mo chiudere, se non con un segno di ottimismo. E allora, parafra- sando Jerry Lewis quando sugge- riva l'atteggiamento da assumere in occasione dell'arrivo in città dei clowns circensi, diciamo: dobbiamo essere felici quando nascono o arrivano nella nostra città i poeti, sono loro a suscitare emozioni, a farci vibrare menti e anime, a indicarci la strada, a sor- reggerci. A loro potremo chiedere aiuto per interpretare i segni e così avvicinarci al significato del- l'esistenza, la nostra, di eterni viandanti. GABRIELE LUCCI mi al desiderio, all'Eros padre delle nostre azioni, ma è a questo che ho pensato quando ho inizia- to a leggere le sue poesie. Perché la forza vitale emerge comunque e quei versi reclamano vita. Non è forse Rainer Maria Rilke a ricordarci come l'espe- rienza artistica è talmente prossi- ma a quella sensuale, al suo con- cepimento e alla sua gioia, che i due processi sono propriamente forme diverse di un medesimo desiderare? Ma la poesia di Anna Maria ha anche una sua funzione catar- tica, purificatrice, perché con l'uso sapiente delle parole è la risposta al sempre maggiore oggi alla scrittura. Il fato, anche stavolta, le ha richiesto una vita attiva e contemplativa, non però vissute separatamente e così osservate nell'antica Grecia, ma contestuali. Un'unificazione dell'anima, del sapere, del fare. E non poteva essere diversamen- te nel post-sisma abruzzese. Nelle poesie di Anna Maria si rintraccia, soprattutto con la complicità del terremoto, questo assemblare, questo unicum. La continua riflessione, consapevo- lezza, su ciò che è accaduto e le è accaduto, il voler tornare dopo "La parola indocile", altro suo testo scritto dopo il sisma, ai luo- ghi del dolore. In questa nuova raccolta cor- redata da poetiche e belle foto- grafie di Luca Bucci, anche quel- la straniante e metafisica di copertina, Anna Maria rivolge l'anima a un'Aquila tutt'ora "ingabbiata e buia in attesa di rinascere, metafora di un decli- nante Paese. Una città che è sospesa, un tempo metafisico l'avvolge e s'impadronisce del suo corpo mutato". Sembra non esserci scampo nemmeno per il poeta, per la poetessa. Ma allora di fronte a tutto questo sorge spontanea una domanda: che fare? E via via aguzzando il pensie- ro arriviamo a chiederci che posto occupa la poesia nella pra- tica letteraria, anche quella di Anna Maria. Quello morale, reli- gioso, quasi divino come voleva- no gli antichi? Che risposte pos- siamo aspettarci? Insomma, qual è il senso ultimo dell' attività poetica? Chi è il destinatario e quale la posizione del mittente? Difficili domande per altrettante atrofismo del vocabolario comu- ne, a un depauperamento della lingua sempre più orfana di sfu- mature, alla forzata semplifica- zione di una ben più complessa realtà. Anna Maria è la discendente diretta di Marcel Duchamp e di Robert Rauschenberg. Si parte dagli Objects trouvés come una ruota di bicicletta per dire che quella non è solo una ruota di bicicletta, come una pipa non è solo una pipa. Oltre il senso comune per avventurarsi nel senso della vita. Oltre il "nor- male" senso delle parole per arri- vare alla polivalenza semantica, all'ambiguità, alla moltiplicazio- ne dei significati. Seguire Anna Maria ci aiuta. Soprattutto in tempi di relativi- smo assoluto. Ci aiuta a decodi- ficare una difficile realtà. Sono tempi in cui è importante ricor- dare come ogni affermazione debba trovare una sua giustifica- zione. Un improprio uso della paro- la, se non addirittura una parola sbagliata, può aprire le porte a tanti guai. Le parole per lei sono in attesa di epifanie poetiche. Per arrivarci il viatico non è sempre agevole, come si può capire dal movente tragico che l'ha spinta Stile poetico innovativo e originale premio a Luca Ferrari "Cerco di sorridere a ogni ricordo...ho voluta- mente ignorato le divisioni di un volantino differentemente cantato... davvero, c'è troppo amore perché un semplice bicchiere d'acqua possa bastare per un futuro separato dicono che dal tempo si possa sempre attingere per beneficiare delle risposte, e va bene, oggi posso anche rispettare delle tradizioni purché scalzo nella rincorsa finale in mancanza di una lettera mi sarà più facile mantenere le promesse che ho formulato nel mio cuore… Adesso spero non mi direte che ho esagerato in fatto di comprensione". Questa poesia si intitola "In mancanza di lettere, manterrò tutto quello che ho pensato" ed è con la Silloge "Anteprime di vulnerabilità" al XXII premio letterario internazionale Messaggi di Natale 2014 indetto dalla Libera Associazione Poeti e Scrittori - Movimento Shalom, consegnato a Fucecchio. stata scritta nel dicembre 2003 a Nazareth, Pennsylvania. L'autore è Luca Ferrari, gior- nalista, scrittore, poeta e collabo- ratore de L'Italo Americano che ha ottenuto il Premio Speciale per lo stile innovativo e originale Luca Ferrari, poeta, scrittore e collaboratore de L'Italo-Americano Anna Maria Giancarli, autrice di "E cambia passo il tempo"

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