L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-19-2015

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GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com 15 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | della condanna a morte degli innocenti Sacco e Vanzetti. E mi pare davvero ingiusto che l'Italia, in particolare negli Stati Uniti, sia così spesso associata prima di tutto alla criminalità mafiosa. Perché ha voluto un così ricco apparato statistico nel Dizionario? Banalmente, potrei risponde- re perché amo i numeri e so che i numeri, le graduatorie, le per- centuali piacciono agli italiani. In realtà ritengo che solo le cifre aiutino a capire la portata dei fenomeni. Certe conoscenze sono appannaggio esclusivo degli studiosi, di poche istitu- zioni e dei membri delle asso- ciazioni di/con emigrati. Di pochissimi, cioè. Alzi la mano chi è consapevole del fatto che g l i i t a l i a n i e o r i u n d i ( o s s i a discendenti di italiani) all'estero sono stimabili in quasi 80 milio- ni, la metà dei quali in Brasile e sul fatto che sono in tanti, che hanno fatto e stanno facendo cose straordinarie e che dovreb- bero alzare di più la voce per non sentirsi mai soli. Una con- ferma che l'Italia ha bisogno di loro, che ne conosce la storia degli antenati anche nei più pic- coli meandri dei loro paeselli d'origine, anche se fa fatica a renderla patrimonio di tutti. E p o i c r e d o c h e g l i i t a l i a n i d'Australia potrebbero essere interessati a conoscere cosa è a c c a d u t o a c h i e m i g r a t o i n Germania, o quelli in Brasile a sapere la storia dei nostri conna- z i o n a l i c h e o g g i v i v o n o i n Africa o in Asia, e viceversa. Col senno di poi, oggi impo- s t e r e b b e d i v e r s a m e n t e i l Dizionario? Detto che è stato per me un g r a n d e o n o r e , e n o n s o l o u n onere, lavorare come direttore e d i t o r i a l e e c o - c u r a t o r e d e l Dizionario, aggiungerei che pur con tutti i suoi limiti e difetti, è un'opera equilibrata, scientifica e divulgativa allo stesso tempo, Da Napoli 12 giorni di navigazione per arrivare a New York di ristorazione, ma gli àmbiti sono numerosissimi. Nella prefazione al Demim si legge che l'opera dovrebbe interessare tanto gli italiani in Italia quanto gli italiani all'e- stero. Perché? Gli italiani d'Italia perché auguro a tanti di fare le scoperte che ho fatto io e di conoscere più da vicino un'altra Italia che è più grande, parla più lingue, si esprime in modi più numerosi rispetto alla nostra penisola. I curricula scolastici non possono ignorare questo fenomeno. La ripresa economica in Italia in decenni particolarmente duri sia del XIX sia del XX secolo ebbe tra le sue cause le rimesse che inviavano gli emigrati. L'alfabetizzazione degli ita- liani si deve in gran parte in modo diretto e indiretto all'emi- grazione: sembra strano e non sono io a dirlo, lo ha documenta- to mezzo secolo fa il grande lin- g u i s t a T u l l i o D e M a u r o . Dobbiamo andare oltre la valigia di cartone, i saluti dai ponti delle navi, le canzoni lacrimevoli, il broccolino (l'accento italo-ame- ricano) e gli zii d'America che tornavano per esibire le ricchez- ze acquisite oltre Oceano. E a parte le scuole? L e i s t i t u z i o n i , s p e c i e l e Regioni, da qualche decennio stanno facendo cose importanti per gli italiani all'estero. Ma non bastano pagine di buona cultura, di lodevole assistenza, e di pro- m o z i o n e d i a r t i c o l i m a d e i n Italy. Ci sono due mondi che sono ancora intimamente legati, ma che non si incontrano veramen- te. Se non nelle sagre di paese e nelle festività patronali per quel- li che hanno i mezzi per tornare Imbarco di emigranti italiani dal porto di Genova e s e m p i o , a l l a g e n t e d i Pantianicco vicino Udine, che monopolizzarono come infer- mieri e portantini i principali o s p e d a l i d i B u e n o s A i r e s . Oppure hanno esportato ciò che Passaporto di un emigrante italiano rilasciato nel 1923 Biglietto di terza classe della nave italiana La Veloce: 20 giorni di viaggio in Argentina. Alzi la mano chi sa che, dopo quella di Roma, le province con più emigrati oggi a l l ' e s t e r o s o n o C o s e n z a e Agrigento. Lo sapevate che nella Grande Emigrazione di fine Ottocento le regioni che hanno visto partire p i ù p e r s o n e s o n o P i e m o n t e , Veneto e Friuli Venezia Giulia? Che negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale la prima regione per numero di emigrati è stata la Lombardia? Il Sud è venuto dopo. Che gli Stati Uniti s o n o s t a t i i l p r i m o P a e s e d i destinazione in modo continuati- vo solo tra il 1898 e il 1916? C h e o g g i i p i ù p r e s e n t i i n Argentina e in Brasile vengono d a l l a p r o v i n c i a d i R o m a , i n Germania e in Belgio da quella di Agrigento, in Svizzera dal L e c c e s e , i n F r a n c i a e i n A u s t r a l i a d a l R e g g i n o , i n Canada dal Cosentino, in Cile da Genova e dintorni, in Irlanda dal Frusinate? A proposito, i ciociari in Irlanda sono diventati i grandi gestori della ristorazione a base di "fish & chips"... Ecco un altro aspetto interes- santissimo degli emigrati all'e- stero. Si sono specializzati in n u o v i m e s t i e r i e p e n s o , p e r sapevano fare nel loro paese e in giro per l'Italia: i figurinai luc- chesi, i librai massesi, i vetrai savonesi, gli scalpellini friulani, gli arrotini trentini, i costruttori di reti fognarie molisani, gli orsanti e gli scimmiari parmensi, i pescatori di aragoste baresi e messinesi... la lista è davvero lunga e straordinariamente inte- ressante. Come esperto di onomasti- ca, quali argomenti di maggior interesse ha trovato nel mondo dell'emigrazione e ha ripropo- sto nel Dizionario? Tanto, davvero. Cito solo tre casi. Primo, il cambiamento di nomi, cognomi, toponimi di pro- venienza degli italiani all'estero. Qualche volta per sciatteria, per f r a i n t e n d i m e n t o o a n c h e p e r scelta consapevole e voluta dei nostri emigrati, al fine di meglio integrarsi. Secondo, le strade dedicate agli italiani nel mondo e le vie e le piazze che i comuni italiani stanno intitolando sem- pre più numerosi ai loro emigra- ti. Terzo: i nomi commerciali italiani che stanno acquistendo crescente prestigio internaziona- le: abbiamo focalizzato l'atten- zione sui nomi di alcuni alimen- ti, sui nomi italiani delle auto- mobili e sulle insegne di luoghi piena di informazioni. Grazie pertanto ai co-curatori, grazie a tutti gli autori e un grazie infor- male, ma sincero, a coloro che la storia dell'emigrazione l'han- no scritta sulla loro pelle. Noi, in fondo, siamo stati solo (quasi) duecento narratori, che si sono appropriati di 80 milioni di esi- stenze e le hanno concentrate in 5 milioni e mezzo di caratteri dalle tastiere dei nostri compu- ter. in Italia. L'Italia possiede una forza enorme fuori dei propri confini e non ne fa uso. E non lo dico da nazionalista (quale non sono, tifo sportivo a parte), ma da semplice osservatore che vede tante occa- sioni sfumare una dopo l'altra. E agli italiani e oriundi resi- denti all'estero che cosa può dire e può dare un'opera come il Demim? Una documentazione ampia I discendenti degli italiani all'estero? Oggi sono quasi 80 milioni Continua da pagina 14

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