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GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Silvi, la 'perla dell'Adriatico' torna a splendere Negli anni Settanta, Silvi, località balneare abruzzese in provincia di Teramo, era la "perla dell'Adriatico". E se Rimini ha mitizzato gli anni Sessanta, Silvi, più modestamente, potrebbe fare lo stesso con i Settanta. Era in fase di esplosione questa terra baciata da Dio e dal Sole. La sera, in piazza Marconi, in quelle estati indimenticabili, si preparavano notti a go go che vedevano nei locali notturni lo sfoggio di eleganza e savoir faire con presenze illustri di scrittori, uno per tutti Mario Pomilio, attori e attrici di fama, trasportati da queste parti da Gabriele Ferzetti, figlio di una patria che non aveva dimenticato e dove in estate, ancora giovincello, si metteva davanti a uno specchio a recitare per migliorarsi, Tognazzi e Vianello, Claudio Gora, persino Vivi Gioj con i suoi sei cagnolini bianchi passeggiavano sul Lungomare che era il più bello d'Italia, non avendo ancora subi- to lo scempio dei tempi contem- poranei. La storia di Silvi deriva dal suo paese arroccato sul colle, a 242 metri sul livello del mare, dove si scorge un panorama moz- zafiato che val la pena vederlo: "Una fetta di mare, il balcone in collina. Silvi, tra le località costiere, è l'unica che può affac- ciarsi dal colle e guardare l'Adriatico" scriveva Tiberio Cianciotta nel 1976. È stato sem- pre così: un lembo di mare da tutti amato; una terrazza unica, una fetta di luna galleggiante sopra un cielo pulito, dunque una "musa ispiratrice" per gli scritto- ri. La storia di Silvi viene ora riportata alla luce dalla monogra- fia "Le perle di Silvi. L'evoluzione storico-sociale e le mutazioni antropologiche di un sito incantato", a cura di Paolo Martocchia ed edito dalla Marte Editrice (pp. 160). Silvi, già narrata come un "sito incantato" sul finire dell'800, inizia il suo percorso evolutivo e sociale il 17 Maggio 1863, giorno in cui viene inaugu- rato il tratto locale della Ferrovia Adriatica. A partire da questo dato, il giornalista e scrittore Martocchia, ripropone i momenti storici salienti della città: dalla Banda musicale alla prima Casa del Maestro, dall'arrivo di Mafalda di Savoia agli edifici di culto, dalla vocazione marinare- sca alle tradizioni gastronomiche, arrivando sino alle memorie popolari e ai personaggi storici che hanno reso celebre la "Perla dell'Adriatico". L'attento itinerario di Martocchia intende corroborare la tesi che vede in Silvi una città amabile, socialmente attraente, con qualità e caratteristiche che giustificano pienamente un gran- de e rinnovato orgoglio. Ma come nasce quest'opera? Un giorno a Martocchia arrivò una e-mail nella quale un giorna- lista scrisse che Silvi era definita, in maniera sprezzante, "quel mitezza del clima, la cordiale ospitalità dei suoi cittadini, una qualità della vita ancora intrisa dalle antiche tradizioni di un popolo leale e laborioso. Ora, nell'epoca della globaliz- zazione che tende a disconoscere il passato e la nostra storia, con questo testo si riafferma il dovere di tutti di custodire questi nostri piccoli tesori con la memoria e la ricerca, valorizzando i nostri saperi e la nostra cultura locale: custodendo il passato possiamo progettare il futuro. In tale contesto, chi studia e fa informazione, è chiamato alla massima compostezza nel rispet- to del dettame deontologico; ma è anche chiamato a rispondere con i fatti chi dileggia Silvi e i Silvaroli. In definitiva, quella di Martocchia è l'atto d'amore di un figlio devoto nei confronti della propria terra, in un libro pieno di aneddoti, di storia anche di quell'Abruzzo forte e gentile ma anche di storia dell'Italia. Un libro, come si suol dire, da leggere tutto d'un fiato, accatti- vante e che lascia profonde rifles- sioni sul futuro e sugli sviluppi turistici di tutto il medio Adriatico. Non a caso il libro ha ottenuto un grande successo. Perché non pensare ad una pre- sentazione negli Stati Uniti? La memoria storica supporta la formazione di un'identità cul- turale e la condivisione di valori comuni da tramandare ai posteri; soprattutto, ci aiuta ad affrontare i nuovi problemi dell'umanità. Magari con l'aiuto di una senti- nella, perché tale è il giornalista. Chi intendesse acquistare il libro (10 euro) può rivolgersi diretta- mente all'autore scrivendo una mail all'indirizzo: pmartoc- chia@yahoo.it. SIMONA DE LUCIA paese lungo la strada che porta al Village (un altro mega centro polifunzionale, nda)". L'autore, per la professione che svolge ha le notizie del paese in tempo reale (è un giornalista di lungo corso, ed ora scrive sul quotidiano La Città), ma quando lesse questa cosa non esitò a defi- nirla una vera e propria offesa alla città. Non rispose, perché i suoi maestri gli insegnarono che il giornalismo deve rappresentare qualcosa di costruttivo; cercò allora di approfondire, magari capendone le motivazioni. Ci riu- scì e arrivò alla conclusione che Silvi, per una moltitudine di gior- nalisti o presunti tali non abitava il concetto di "onestà intellettua- le", Silvi altro non era che il "paese dell'anticultura". Martocchia pensò che questo giornalista non aveva studiato e non poteva comprendere quanti milioni di persone si erano inna- morate di questo indimenticabile azzurro dell'Amarissimo di dan- nunziana memoria, capace di per- vadere gli animi di artisti e politi- ci, di gente comune e turisti con la sua melodiosa armonia di luci e colori sapientemente dosato da Madre Natura, offrendo loro la possibilità di decantare gli ele- menti impareggiabili che hanno fatto raggiungere il diapason alla ricchezza naturale di Silvi: la Scorci di Sicilia nel 'racco-manzo' che regala spazi d'immaginazione Lo scrittore siculianese Peppe Zambito inaugura un nuovo genere letterario: il "Racco- manzo". Con la sua opera "Per le figlie e per le spose" edito da Armando Siciliano Editore (120 pp), l'autore coniuga il Romanzo e il Racconto, sposalizio piena- mente riuscito. I protagonis ti del libro s i incontrano in ogni capitolo, ogni capitolo è un racconto a sé, con una sua natura e talvolta anche con una scrittura differente. Attraverso i capitoli-racconti si sviluppa la storia che costitui- sce il romanzo che naturalmente ha un inizio e una fine. L'autore gioca con i personaggi facendoli muovere nello s pazio e nel tempo e dentro un luogo di rife- rimento preciso: Torre Salsa, una riserva naturale che fa da sfondo alle storie raccontate. Uno scor- cio di Sicilia: odori, sapori, suoni e paesaggi che nelle pagine del libro emergono con prepotenza. La cronologia dei capitoli-rac- conti assume un'importanza rela- tiva, las ciand o al lettore la facoltà di stabilire un proprio percors o di lettura. Con il Raccomanzo P eppe Zambito dopo le raccolte di "Le figlie di Cristenzio" e "Il giorno dell'ac- da aver rinunciato all'idea di cambiarla, almeno nel suo carat- tere. Della Sicilia amo le sue tante contraddizioni. Le s ue paure. Il suo lamento che poche volte diventa rabbia. I miei per- sonaggi la rispecchiano. Sono la sintesi di questa terra che nono- stante tutto lascia spiragli al sogno. In entrambi i volumi la rassegnazione si contrappone alla ricerca del riscatto. Non ci sono né vinti né vincitori, ma uomini e donne che dietro ad un'apparente normalità, dimo- qua corrente" ci consegna un'i- dea e uno stile originale, da sco- prire e da proporre. Ecco l'inter- vista. La formu la d el R acco- manzo suona familiare, ma in realtà non è mai stata sdoga- nata. Al di là della felice defi- nizione, che cosa rispecchia del libro e della sua idea di narra- zione? "Per le figlie e per le spose" è la narrazione di un'amicizia. Che il tempo restituisce in tutta la sua intensità, con tanta rabbia e molti rimpianti. Un romanzo non avrebbe potuto rappresenta- re quello che volevo: un variega- to disporre di eventi ora tragici e poetici, ora realistici e affettivi, ora fantastici e sognanti. Tanti racconti legati l'un l'altro. Nel raccomanzo credo di essere riu- scito ad elaborare il percorso dei personaggi come desideravo, focalizzando soltanto alcuni epi- sodi della loro vita e al contem- po lasciando al lettore la facoltà di immaginare gli spazi in bian- co. Dalle "Figlie di Cristenzio" alle "Figlie e spose": quali donne, quali uomini, quale Sicilia c'è in comune fra i due volumi? Io amo così tanto la mia terra Il 'racco-manzo' di Zambito Il progetto editoriale dedicato a Silvi di Paolo Martocchia strano di avere forti passioni. A quale personaggio è più legato affettivamente? Questo è un libro dedicato a mio padre. Ci sono racconti che attingono alla mia memoria. Ai miei ricordi legati a lui. Per ognuno dei personaggi che si incontrano nei capitoli- racconti nutro molta tenerezza. Fra tutti amo molto la figura di Pippina, una donna vittima della mentalità paesana, dell'invidia e dei pregiudizi, elementi che pur- troppo ancora sopravvivono. In che cosa avverte partico- larmente di essere figlio della Sicilia e in quale aspetto sente di essersene un poco distacca- to? Sono figlio della Sicilia. Con gli anni ho acquisito la consape- volezza che non è soltanto una questione di nascita, ma di vera appartenenza. Ne faccio parte. Mi sento intriso dei suoi odori; amo i suoi rumori e la sua dan- nata bellezza. È un amore che non ammette tentennamenti. Non sono un figlio perfetto, sicuramente sono distaccato dal- l'idea permanente di stagnazione e rassegnazione; un figlio che cerca di comprendere l'anima di questa terra, ma che non potreb- be vivere senza di essa. CHIARA SALPIETRO