L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 26 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 19 Due italiani tra i 20 nuovi cardinali di Papa Francesco Papa Francesco ha consegnato la berretta color porpora a venti nuovi cardinali provenienti da tutto il mondo. È stato il rito più solenne del Concistoro che ha riunito i "principi della Chiesa" per discutere del programma di riforma della curia. Tra di loro 15 sono elettori e 5 servitori della carità. Sono arcivescovi e vesco- vi emeriti che "si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa". Evidente – spiega in una nota padre Lombardi, diret- tore della Sala Stampa vaticana – il criterio che ha guidato il Papa nella scelta dei nuovi cardinali: Diplomatico della Santa Sede". Tra i venti nuovi cardinali ci sono due italiani: l'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro e quello di Ancona, Edoardo Menichelli. "Mons. Edoardo Menichelli è un grande arcivescovo, un vero pastore, e lo sarà anche come cardinale". Don Vincenzo Tassitani esprime ammirazione per la scelta di Papa Francesco. Per anni in Abruzzo è stato molto vicino all'attuale arcive- scovo di Ancona. Obiettore di coscienza, partito a 20 anni da Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, per prestare il servi- zio militare a Chieti, è ritornato Giustino. Ero solo, nella grande cattedrale mi sentii piccolo, ma immensamente amato da Dio. In quel momento intimo con Dio, dall'iniziale smarrimento trovai luce nel mio animo. Pensai: "Sì, Signore, sia fatta la tua volontà". La svolta. Una scelta di vita. Le riflessioni, i consigli e i buoni auspici di Menichelli. "L'arcivescovo mi disse che la vita del prete non è vita facile. Ma nello stesso tempo si è felici ugualmente, felici perché si porta Dio ai fratelli, quindi la via, la verità e la vita. Passammo un'ora insieme e alla fine mi diede la sua benedizione, dicendomi: "Se son rose fioriranno". Ottenni il parere favorevole ad iniziare l'an- no propedeutico sotto la guida di don Giuseppe Di Virgilio. Poi iniziai il cammino di discerni- mento e formazione". Menichelli lo seguiva con grande attenzione. "Periodicamente lo incontra- vo. Ogni colloquio era un arric- chirsi interiormente. Con lui avevo finalmente chiaro il pro- getto di Dio su di me. Mi ha fatto crescere passo dopo passo. Ha sostenuto ed incoraggiato con amore di padre il mio "Sì" inizia- le. È stato il mio modello di prete. Un prete e vescovo che cammina portando la Verità, Cristo. Lui non cercava di piace- re, farsi amici, come purtroppo tante volte succede nel nostro mondo ecclesiale. Mi ricordo gli anni di lotta col sindaco di Chieti, Nicola Cucullo. L'ex sin- daco che l'attaccava. E lui sem- pre con carità gli rispondeva, invitandolo alla comunione e alla pace. Il suo unico scopo era quello di portare Cristo agli uomini. Negli anni di formazione mi ha forgiato come uomo e come prete. Ho sempre desidera- to di essere prete come lui e pur- troppo anch'io come lui ho tanti nemici nella comunità. Sa, oggi molti hanno paura della Verità. La Verità ci scomoda, ci richia- ma ad una più coerente vita cri- stiana". Don Vincenzo da nove anni svolge la sua missione pastorale nella diocesi di Locri-Gerace, dopo essere stato per un anno a Nova Siri, in provincia di Matera, nella diocesi di Tursi- Lagonegro. "Fu Mons. Bregantini a farmi Papa Francesco ha nominato 20 nuovi cardinali venire nella Locride, dopo un incontro con un missionario, avvenuto nel seminario di Catanzaro. Bregantini era molto amato qui in Calabria". Guida le parrocchie di San Giovanni di Gerace e recentemente anche di Moschetta, due piccoli borghi, in una realtà economica, sociale e occupazionale molto problemati- Poi spiega così la decisione di tornare in Calabria: "Quando rientravo a Corigliano nelle vacanze il mio parroco e gli altri sacerdoti mi chiedevano come mai stavo a Chieti e non nella mia diocesi di Rossano-Cariati, lontano da casa. Mi fecero sco- prire i legami con la mia terra e la mia diocesi. Parlai col mio padre L'Arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro dopo qualche tempo in Calabria per ultimare gli studi nel semina- rio di Catanzaro. Dal volontariato all'altare, sempre dalla parte degli ultimi. Una scelta maturata nella città di San Giustino. Nel 1998 l'incontro con l'arcivescovo Menichelli, allora alla guida della diocesi di Chieti. A fissare l'appuntamento era stato don Giuseppe Di Virgilio, che si occupava "della pastorale vocazionale e accompagnava i giovani che iniziavano il cammi- no di formazione alla vita consa- crata". Ricorda Don Vincenzo: "L'arcivescovo mi fece una domanda a bruciapelo: "Vince', ma davvero ti vuoi fare prete?" Dissi: "Sì, io lo desidero". Raccontai tutto di me, i segni della chiamata di Dio, il giorno che mi fermai a pregare a San Don Vincenzo Tassitani racconta il sostegno e la guida spirituale ricevuta da Mons. Edoardo Menichelli l'universalità. Tra elettori ed emeriti sono 18 i Paesi del mondo rappresentati. Non solo: tra le 14 nazioni di provenienza degli elettori, 6 non avevano un cardinale o non lo avevano mai avuto, come Capo Verde, Tonga o Myanmar, oppure si tratta "di comunità ecclesiali piccole o in situazioni di minoranza". La dio- cesi di Santiago de Cabo Verde, ad esempio, "è una delle più anti- che diocesi africane", mentre quella Morelia in Messico si trova "in una regione travagliata dalla violenza". Essi rappresenta- no - ha detto Papa Francesco - tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori, hanno dato testimonianza di amore a Cristo e al Popolo di Dio sia nelle Chiese particolari, sia nella Curia Romana, sia nel Servizio DOMENICO LOGOZZO ca. Le tante criticità vengono affrontate con grande impegno dal parroco che ancora oggi con- sidera decisivi per la sua forma- zione gli anni trascorsi in Abruzzo, impegnato in alcune cooperative di assistenza agli anziani e degli ammalati. "Ho toccato con mano la sof- ferenza dell'uomo. Li aiutavo a vivere quel momento difficile della loro vita con fede. Sa, ne ho accompagnati tanti all'incontro con nostro Signore. Il lavoro l'a- vevo ottenuto tramite don Luigi Cremasco, sacerdote dell'arcidio- cesi di Pescara-Penne, morto due anni fa, che avevo conosciuto durante il periodo del servizio militare come obiettore di coscienza. Anni belli per me. Ho avuto dei grandi maestri, i camil- liani di Bucchianico. Guardando loro, ho pensato al sacerdozio. Iniziai a conoscerli nelle strutture sanitarie, in particolare alla clini- ca Spatocco. Poi andavo spesso a Bucchianico. Lì ho conosciuto la vita di San Camillo de Lellis e la sua patria". Si è trovato bene in Abruzzo, del quale serba un buon ricordo. spirituale, Mons. Cipollone, l'at- tuale vescovo di Lanciano. Parlammo molto, e in più occa- sioni espressi il desiderio di rien- trare a Rossano, ma non volevo lasciare il Seminario chietino e non potevo continuare a farmi mantenere da Chieti visto che sarei andato via alla fine degli studi. Chiesi al mio vescovo di sostenermi a Chieti, ma lui mi disse che poteva aiutarmi solo nel seminario di Catanzaro. Dovetti perciò rientrare in Calabria. Scrissi una bella lettera di ringra- ziamento a mons. Menichelli, chiedendo scusa anche del fatto che non mi sentivo figlio di quel- la diocesi e quindi desideravo tor- nare in Calabria. Ancora ne con- servo una copia. Lui capì e accol- se positivamente questa nuova scelta". Don Vincenzo, per conclude- re, quale è stato il suo primo pen- siero quando ha saputo della nomina a cardinale di mons. Menichelli? "Sicuramente un pensiero di gratitudine verso Dio e la certez- za che lo Spirito Santo sa quello che fa e sa chi scegliere". Monsignor Edoardo Menichelli appena nominato cardinale

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