L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-5-2015

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 www.italoamericano.com 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | I 12 anelli di Bertinoro che accolgono gli ospiti Bertinoro è un borgo medioe- vale situato sulle colline roma- gnole, fra Forlì e Cesena, sulla cima del monte Cesubeo. Il suo nome è legato a miti e leggende, una vede Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio, assag- giare un vino s erv ito in una coppa di terracotta e dire: "Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro". nel 1600, e il Palazzo comunale, fatto erigere da P ino degli Ordelaffi nel 1306, come sede del potere civile. L'edificio pog- gia su 8 colonne di stile bizanti- no e romano, nel corso del tempo ha subìto numerose trasforma- zioni. A lato della piazza sorge la Colonna degli Anelli (o della Anella), un monumento di sasso bianco, simbolo dell'ospitalità e l'unico modo per sapere cosa accadeva nel resto del mondo. La prima domenica di settem- bre la città rievoca l'antico rito, ogni ospite stacca una delle buste legate alle anelle e partecipa al pranzo della famiglia o del risto- rante bertinorese a cui corrispon- de. Sulla cima del monte Cesubeo è posta la Rocca, costruita nei primi decenni del X secolo dai Conti di Bertinoro, grazie alla sua posizione privilegiata, fu una delle opere difensive più temute del tempo e un sicuro rifugio dagli assalti nemici. Ne fecero la loro dimora molti nobili perso- naggi: Federico Barbarossa, i Malatesta, gli Sforza, i Borgia. Dal 1994 la Rocca è sede del Centro residenziale universitario legato all'Alma Mater Studiorum di Bologna, ospita corsi di for- mazione, seminari e convegni. A l piano terra è alles tito il Museo Interreligioso, un unicum assoluto in Italia, dove ammirare sale dedicate ai luoghi, ai gesti e agli oggetti che legano l'uomo e la sua storia ai culti delle tre reli- gioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam. La pieve di San Donato, nella frazione di Polenta, è la chiesa più caratteristica e più citata di Bertinoro. D al giorno in cui Giosuè Carducci la fece oggetto del s uo canto " La Chies a di Polenta", questa assurse a fama nazionale. Quando poi l'interro- gativo posto dal poeta "Forse qui Dante inginocchiossi?" per alcu- ni divenne quasi certezza ed il piccolo paese fu battezzato col nome di "Polenta di Dante". In Romagna, quando si parla di Bertinoro, si pensa al vino, il più importante tra i bianchi è l'Albana, primo vino bianco ita- liano ad ottenere il riconosci- del paese. Secondo la tradizione la colonna venne eretta per vole- re di Guido del Duca e Arrigo Mainardi, nobili bertinoresi del XIII secolo, per porre fine alle dispute su chi dovesse ospitare il forestiero in visita alla città. La colonna fu dotata di 12 anelli utili per legare le briglie dei cavalli. Ad ogni anello corri- spondeva il nome di una fami- glia. A seconda di quella che veniva scelta per legare il cavallo dall'ignaro viandante, la famiglia corrispondente aveva l'onore di ospitare il forestiero. Questo era mento Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Storia e mito parlano di questo vitigno senza definirne i confini; probab ilmente, introdotto in Romagna dai romani, dal latino albis-bianco, l'Albana è legata a Bertinoro dalla leggenda di Galla Placidia, che lo identifica con questo territorio. Altro vino bian- co è il Trebbiano, la cui origine risale ai periodi etrusco e roma- no, dove i colonizzatori impian- tarono vitigni dopo la bonifica e zione il vitigno del Pagadebit, il cui nome deriva dal fatto che i contadini, grazie alla sua resi- stenza alle avversità atmosferi- che, riuscivano sempre a pagare i debiti contratti nell'annata vitivi- nicola. Il vino rosso d'eccellenza è il celeberrimo Sangiovese, le cui prime notizie risalgono al '600; quando durante un banchetto tenuto nel monastero dei frati cappuccini in Santarcangelo di Romagna, alla presenza di Papa WILLIAM MOLDUCCI Il palazzo comunale Ordelaffi eretto nel 1306 quale sede del potere civile La colonna dei Dodici anelli che accolgono i viandanti l'appoderamento delle terre. I vignaioli bertinoresi hanno il merito di aver salvato dall'estin- Leone XII, fu servito dagli stessi monaci. Ne fu chiesto il nome e un monaco disse che quel vino rosso si chiamava "Sunguis di J ovis ", S angue di G iove (Sanjovese). Un'altra specialità di queste parti è la famosa piadina, vendu- ta nei caratteristici chioschi. Gli ingredienti sono pochi e sempli- ci: farina, strutto, acqua e sale. Perfetta per salumi, formaggi ed erbe di campagna, la piadina accompagna molti alimenti e ben si sposa con i vini di questa terra. La piadina ha recentemente otte- nuto il riconoscimento e quindi la registrazione del marchio Igp (Indicazione geografica protetta): piadina terre di Romagna e piada romagnola (variante di Rimini). Un abbinamento da golosi è quello della piadina con lo squacquerone, formaggio Dop pas ta molto molle, di forma rotonda e senza crosta. Delizioso anche con marmellate, saba (sci- roppo d'uva o mosto cotto) e savor (conserva di frutta a base di mosto) e fichi caramellati. Altro prodotto tipico della zona è l'olio d'oliva extravergine, di colore giallo con riflessi verdo- gnoli molto intensi. L'odore frut- tato tenue e il sapore di media dolcezza e di acidità molto bassa ne fanno una via di mezzo tra il delicato olio ligure e il più deciso olio pugliese. Camminando tra le vie acciot- tolate di Bertinoro, fra palazzi storici, chiese e abitazioni come pure sui sentieri che costeggiano i resti dell'antica cinta muraria, si possono scoprire sempre nuovi scorci suggestivi, panorami che guardano la vallata sottostante. Dalla terrazza di Piazza della libertà, ottenuta all'inizio del secolo abbattendo alcuni palazzi che ne chiudevano la vista, nelle giornate limpide, la visuale arri- va sino al mare Adriatico, da Rimini a Ravenna. Nella piazza sorgono la Cattedrale, ultimata Pizza a domicilio ordinata via Internet: l'idea di un bolognese ora vale milioni Idea semplice, ma geniale tanto da trasformare l'intuizione del giovane neolaureato bologne- se Christian Sarcuni in una start up che fa gola a Internet. La sua società Pizzabo.it, creata nel 2009, per mettere in rete le piz- zerie del capoluogo bolognese e agevolare la consegna a domici- lio dopo un ordine via internet, è diventata un prodo tto molto appetibile. Tanto che la s ua s ocietà è s tata acq uis tata da Rocket Internet, gruppo di e- commerce berlinese quotato alla borsa di Francoforte lo scorso anno. Il suo progetto confluirà nella nuova idea di consegna a domicilio mediata da internet chiamata G lobal O nline Takeaway Group. Del progetto fanno parte la s pagnola La Nevera Roja (che mette in rete 4.000 ristoranti e 560mila uten- ti), Delivery Hero (che connette 24 Paesi, 90mila ristoranti e 5,8 milioni di utenti) e di F oodpanda, pres ente in 39 nazion i as iatiche. In ques to modo Rocket Internet arriverà a distribuire cibo in 64 Paesi, per diventare la più grande piattafor- ma online al di fuori degli Stati Uniti e della Cina. A lla bas e della s ocietà di Sarcuni, laurea in Scienze di Internet, messa in piedi insieme a Livio Lifranchi che si è occu- pato della parte commerciale, c'è un dispositivo che viene dato alle pizzerie e ai ristoranti che effettuano consegne a domicilio. Il cliente che s i connette a Pizzabo.it vede gli esercizi aperti più vicini a sé, corredati di tempi di consegna e recensioni. Dopo la registrazione dell'ordine, l'ap- parecchio del pizzaiolo squilla e stampa una specie di scontrino con le richieste. Il progetto in 5 anni ha messo insieme 312 fra pizzerie e ristoranti, 240 mila utenti e più di un milione di ordini (dati al dicembre 2014).

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