L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-5-2015

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Dal fato al detto, dal pensiero che diventa discorso all'affabulazione e alla fandonia LUIGI CASALE Fatum significa "il detto". È il participio passato, meglio se diciamo "perfetto", del verbo latino: for, faris; fatus sum; fari (= "parlare, dire"). La radice della parola è "fa", corrispondente alla radice greca φα/φη [fa/fē] (vedi anche il verbo greco φημί [phēmì] = parlo, dico), la quale ritorna in tutta la grande famiglia di parole (si dice anche: sfera lessicale) di N on può utilizzare F atum, essendo questa una parola forte- mente connotata dalla storia del pensiero religioso del mondo classico, a cui si contrapponeva la nuova religione cristiana. Q uindi, parola inflazionata. Inoltre nella visione cristiana il Verbo è persona, il Figlio di Dio. Egli stesso è Dio. Eppure l'autore del Vangelo di Giovanni la usa tranquillamente, con chiaro riferimento alla tradizione filosofica greca. Da quanto detto, emergono due cose importanti. La prima attiene alla storia delle culture. E ci mostra quanto siano sorprendentemente vicine culture che, chi sa perché, noi abbiamo sempre considerate diverse e opposte. Senza voler sminuire con questo la differen- za, l'originalità, e la grande novità del Cristianesimo, sia rispetto alla visione ebraica che a quella pagana: la filosofica dei G reci, e la mitologica dei Romani. La seconda è di tipo antropo- logico e ci fa vedere come in ogni civiltà sia costante ed uni- forme l'atteggiamento dell'uomo antico di fronte al miracolo del linguaggio umano e la con - seguente consapevolezza storica della sua portata (simbolizzare, argomentare, raccontare, pro- durre testi rituali; e poi anche scrivere): forza meravigliosa, originale e creativa che prospetta il mis tero della creazione. Consegna della eredità divina (come sostiene il Foscolo in "dei Sepolcri", parlando di mitologia e poesia). Se poi questa attività "divina" dell'uomo la presentiamo con la parola greca, scopriamo un altro assioma: l'intuizione dell'iden- tità tra pensiero e linguaggio. Infatti, in greco λόγος (logos) è pensiero, ed è discorso. Questa nostra riflessione sulla "parola" (linguaggio), o questo parlare del "pensiero", merita un ulteriore approfondimento. Che lascio all'iniziativa del singolo lettore. Se vi va, però, cari amici stu- denti che immagino numerosi nella schiera dei miei lettori, voi potete continuare a giocare con le parole (la famiglia del /par- lare/) anche da soli, partendo da quelle italiane: fama, fante, infante, fata, famigerato, fàti- co, nefando, prefazione, pro- fezia, eufemismo, affabile, inef- fabile, favella, favola, affabu- lazione, fandonie, ecc.. E anche fatale, fatalità e fatidico più direttamente collegate a fato. P as s ando poi a quelle cor- rispondenti delle lingue sorelle: francese, spagnola e portoghese. Non è difficile: vi aiuteranno i vocabolari. ques t'area s emantica (cioè, campo di s ig nificato) delle lingue indeuropee. Parole che troviamo quasi identiche nel francese, nel portoghese, nello spagnolo, ecc. Ecco. Fatum dovremmo tradur- lo allora con "il D etto". Corrispondente alla voce greca Logos, utilizzata nel Vangelo di Giovanni (periodo ellenistico), che san Girolamo, in latino, tra- duce Verbum (Parola di Dio). FINE SECONDA E ULTIMA PARTE

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