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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Significati che scivolano nel tempo e verbi che cambiano senso grazie a una preposizione LUIGI CASALE In tutte le lingue esistono dei verbi dal significato generico, il quale si specializza a seconda del completamento della frase mediante un argomento che ne costituisca l'oggetto (quello che la grammatica ci fa chiamare complemento oggetto). Uno di questi, sia in italiano che in lati- no, è il verbo fare (lat.: fàcere), che significa quasi tutto, essendo applicabile ad ogni azione; di questo verbo e di alcuni dei suoi composti abbiamo avuto modo Parole comuni che ogni par- lante della lingua italiana potrà riconoscere senza eccessiva dif- ficoltà. Ma per chi ha familiarità col latino una scorsa sul diziona- rio della lingua latina basterà a verificare direttamente come questo verbo, insieme ai suoi composti, abbia una infinità di significati a seconda delle nume- rose situazioni comunicative. Per rendere facile il compito anche a quei lettori che del latino sanno solo che era la lingua dell'antica Roma e, in seguito, di tutto il "mondo conosciuto", vale a dire l'impero romano (e suc- cessivamente della "cristianità"; e, quindi, dell'Europa intera) allo scopo di evidenziare meglio i legami formali tra le parole che saranno esaminate, dirò il para- digma (il modello delle s ue forme essenziali) di pono: pono, ponis (1^ e 2^ persona del pre- sente indicativo); po-s-ui (1° persona del perfetto); pò-si-tum (voce indeclinabile, che tecnica- mente si chiama supino, da cui si forma il participio perfetto); pòn- e-re (infinito presente). Con que- sti elementi ora possiamo com- prendere perché in italiano porre, pongo, posi, e posto appartengono allo stesso verbo. Il medes imo meccanis mo analogico potete applicarlo ades- so ai composti che elencherò: ante-pono (=anteporre); *ad- pono (appono = ap p orre); *cum-pono (compono = com- porre); de-pono (=deporre); ex- pono (=es p orre); in-pono (impono = imporre); ob-pono (oppono = opporre); pro-pono (= proporre); re-pono (= ripor- re). Per rendervi conto della vasta gamma di significati scatu- riti dall'originario verbo pono/posui/positum/ponere. Da posto a opposto, a depo- sto, a imposta, a composta, e via discorrendo con tutti i possi- bili derivati. Chi sa come e chi sa perché lo stesso significato di "colloca- re" del latino pono col passar del tempo l'abbiamo trasferito al verbo mettere. Eppure il verbo mittere (para- digma: mitto, mittis; misi; mis- s um; mittere), antenato del nostro "mettere", esisteva già al tempo dei Romani, e significava "mandare". Chi ne ha voglia, anche in questo caso potrà segui- re la strada dei composti per identificate la famiglia di parole italiane da es s o derivate; anch'essa numerosa. A me basterà, per rendere evi- dente l'originario significato di "mandare" richiamare solo alcu- ne parole, come: missione, com- missione, mittente, ammettere, dimettere. Ed anche messa, la celebrazione rituale delle chiese cristiane, parola nata dall'espres- sione "ite, missa est". "Andate, è stata mandata [l'offerta]". E concludo dicendo che il significato di mittere (mandare) è passato ad un altro verbo lati- no: mando, che originariamente significava: affidare, racco- mandare; significato che è rima- sto vivo nel saluto dei friulani: mandi! Tutto ques to per s piegare ancora una volta a che cosa ci riferiamo quando parliamo di trasparenza linguistica e di sci- volamento di significato. di parlare nell'articolo apparso sul giornale del 27 luglio 2014. Applicando l'identico metodo di indagine andremo a visitare ora il verbo pono (It.: porre), per scoprire l'origine di una larga famiglia di parole della lin- gua italiana. Mi sono limitato a tradurlo col vocabolo italiano porre giu- sto per dare l'idea del suo valore semantico (l'essenza, la radice, del significato che dovremmo trovare presente alla base di tutte le parole da esso derivate).