L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-2-2015

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GIOVEDÌ 2 APRILE 2015 www.italoamericano.com 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | L'Italia riempie di vino i bicchieri degli Stati Uniti "Ti ho mai detto perché fare il vino è fonte di grande piace- re?" chiedeva il s aggio zio Henry (Albert Finney) al giova- ne nipote M ax (F reddie H igh more) nel bucolico "Un'ottima annata" (2006, di Ridley Scott). "Io amo fare il vino perché questo nettare subli- me è semplicemente incapace di Stati Uniti, "inondati" dai pro- dotti nostrani per il 63%. Secondo gradino del podio per importazioni la Germania (30%), quindi Cina (25,2%). S eguono G iappone, Regno Unito, Canada, Russia, Svizzera, Brasile e Svezia. Tra l'11° e il 15° posto infine si piazzano Norvegia, Danimarca, Olanda, Australia e Belgio. Cammino. M i s offermo. Assaggio. Proseguo. Toscana, Puglia, Calabria ed eccomi in V eneto. Entro nel regno del "Cons orzio V ini V enezia", ormeggiando il mio interesse presso l'azienda Terra Musa, spe- cializzata in vini biologici e vegani. "Abbiamo cominciato circa 40 anni fa - mi spiega il titolare-lavoratore M oreno Musaragno - e verso la fine degli anni Novanta abbiamo iniziato a convertire la nostra produzione abbandonando in seguito la puli- zia del vino con prodotti animali anche se così agendo, tempi e costi sono aumentati. La scelta biologica per me è molto impor- tante poiché io stesso vivo nei campi e mi accorsi che usando altri tipi di prodotti, la mia salute ne risentiva. Sul filone bio-vega- no la Germania è molto attenta ma anche gli Stati Uniti, nei quali importiamo soprattutto il nostro Pinot grigio". Mi lascio ora condurre nei sapori dell'agroalimentare pas- sando dall'immortale sostanza del Parmigiano alla dolcezza di spicchi d'arancia ricoperti da cioccolato, con intense incursio- ni in olive, 'nduja e colomba pasquale. Torno fra i grappoli. Non è vino ma acqua quella che mi ritrovo tra gli occhi una volta arrivato allo stand della casa vinicola tarantina M iali, s ul quale è incisa questa frase del giornalista Indro Montanelli, "Ogni filare di vita è la storia di un nonno e un bisnonno". Parole queste che sarebbero potute essere pronunciate anche del burbero (poi addolcitosi) viticoltore A lberto A ragon (Giancarlo Giannini), quando nel finale de "Il profumo del mosto selvatico" (1995, di Alfonso Arau) si rivolge al neo-genero Paul (Keanu Reeves), consacran- dolo nel vincolo umano-terreno: "Questa è la radice della tua vita. La radice della tua famiglia. Tu sei legato a questa terra e a que- sta famiglia con la promessa, con l'onore e l'amore. P iantala. Crescerà". Arrivederci alla 50^ edizione di Vinitaly (Verona, 10-13 aprile 2016). Il 94,5% delle cantine italiane esporta vino negli Usa (Ph. Luca Ferrari) L'uva Bursôn protetta e promossa dal consorzio Bagnacavallo Alla scoperta della Romagna robusta e matura con le uve Burson Parafrasando il famoso verso di Giovanni Pascoli, poeta nato in terra di Romagna, possiamo dire che il Bursôn ha molto da comunicare agli appassionati di v i n o , a n c h e s e l e s u e r a d i c i affondano nel passato. E quanto sia importante questo prodotto di Romagna lo si nota osservando il cartello stradale che si trova all'ingresso di Bagnacavallo, paese ove ha sede il consorzio vinicolo: raffigura lo stemma di un cavallo al trotto mentre guada un fiume e un grappolo d'uva, e la scritta "Bagnacavallo, zona di produzione del Bursôn". Quel cartello è importante p e r c h è r a c c o n t a l e p r o f o n d e radici storiche di questa parte di Romagna utilizzata come grande riserva di grano e vino per le legioni romane impegnate nelle varie campagne militari. Un luogo lasciato in abbandono d o p o l a c a d u t a d e l l ' I m p e r o Romano e divenuto un territorio impervio, paludoso e malsano. La sua rinascita è iniziata nell'VIII secolo quando il re longobardo Liutprando donò quel territorio al vescovo di Faenza che ne cominciò la boni- fica. Il grappolo d'uva testimonia una lunga tradizione agricola e vitivinicola che, in una zona palustre e acquitrinosa, si è con- servata fino ad oggi attraversan- do i secoli, proiettandosi nel futuro che vede nella produzione del Bursôn una realtà da valoriz- zare e su cui puntare per l'eco- nomia del futuro. La storia del Bursôn è affascinante per le v i c e n d e d e l s u o s a l v a t a g g i o dall'estinzione e visitando questi luoghi non si può non pensare che sia quasi impossibile che un vino così robusto nasca in una terra paludosa. Antonio Longanesi detto il Bursôn, ai margini di un bosco i n t o r n o a l l a s u a p r o p r i e t à a Boncellino di Bagnacavallo, notò ai primi del 1900 una vite abbandonata, appunto il Bursôn, un vitigno autoctono dall'aspetto rustico che sembrava una varietà antica, inselvatichita dal tempo ma ancora con un frutto buono, dolce e molto resistente all'ap- p a s s i m e n t o . A v v i n t a a d u n a quercia, quella vite dagli acini zuccherini faceva da richiamo agli uccelli per la caccia dal capanno. Se per i viticoltori di q u e s t a z o n a l a q u a n t i t à e r a necessità e la qualità un lusso, oggi la filosofia è nettamente c a m b i a t a e i l c o n s o r z i o " I l Bagnacavallo" fondato nel 1999, è garante della valorizzazione del Bursôn, espressione dell'e- conomia e della cultura locale, recuperato dal 1956. U n o " s t r a n o " v i t i g n o , i l Bursôn, dai caratteri contrastanti perfettamente adattato al clima di pianura, resistente alle gelate primaverili e alla calura estiva. Questa vite si dimostrò subito differente. Grande alcolicità e possenti tannini fecero aumenta- re enormemente l'interesse e la curiosità sulle potenzialità del- l'uva Bursôn. Conoscerlo significa la curio- sità di scoprire una realtà vitivi- n i c o l a u n i c a e c o n u n a f o r t e identità territoriale, ma anche la certezza d'incontrare il calore della Romagna più autentica. La curiosità di assaggiare un vino poco noto e dal nome bizzarro e la certezza di degustare qualcosa che non si trova altrove. Q u e s t o v i t i g n o u n i c o c o l tempo è diventato l'alfiere della produzione vitivinicola bagnaca- vallese e il custode delle radici storiche di una Romagna da sco- prire. Due sono i tipi di vini. Il Bursôn Etichetta Blu, che non fa appassimento, ma un processo fermentativo della macerazione carbonica, caratterizzato da fre- schezza di frutto, note di viole, prugne e pepe in sottofondo. Un vino molto piacevole da abbina- re a grigliate di carne, lasagna al forno, stracotto di manzo. Il Bursôn Etichetta Nera è il vero campione, il vino più pre- giato, che proviene da uve fatte appassire e poi messe ad affina- re per almeno due anni in fusti di legno. Il risultato è un vino di grande fascino, dal colore rubi- no tendente al granato. Ricco di note mature, prugne sotto spiri- to, cioccolato, liquirizia, erbe alpine e una struttura notevole, sempre composta ed elegante, con tannini scolpiti dall'affina- mento nel rovere. Si abbina a piatti di cacciagione. mentire. Vendemmiato presto o tardi non importa, il vino ti bisbi- glierà in bocca sempre con com- pleta e imperturbabile onestà ogni volta che ne berrai un sorso. Aaaah, delizioso!". H a inizio il viaggio. U n nuovo viaggio. Verso Verona e la 49^ edizione di Vinitaly, salo- ne internazionale b2b di riferi- mento per vino e dis tillati. Nell'avvicinarmi alla corte di "zio Bacco", il Regionale Veloce mi offre uno scorcio della cam- pagna veneta. Ci sono trattori, contadini impegnati nel duro lavoro dei campi. Scorgo quei paesini lontani dalla luce dei riflettori. Piccole bomboniere ove si gettano le fondamenta del buon vino che verrà. Vinitaly 2015. Business, cul- tura e formazione. Il commercio passa sempre più per questi tre binari. Uve, ma non solo. Tra i giganteschi stand regionali c'è il padiglione Sol&Agrifood, rasse- gna sull'agroalimentare di qua- lità, ed Enolitech, appuntamento con la tecnologia innovativa per la filiera dell'olio e del vino. Sono da poco passate le 10 del mattino e le degustazione si susseguono già incessanti. In un momento in cui la crisi è ancora lì a rallentare l'avanzata dell'e- conomia, il settore vinicolo fa la voce grossa. Il 94,5 per cento delle cantine presenti a Vinitaly esporta, in particolare verso gli Gli Stati Uniti sono un mercato molto attento al filone bio-vegano LUCA FERRARI NICOLETTA CURRADI

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