L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-2-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/488959

Contents of this Issue

Navigation

Page 32 of 39

GIOVEDÌ 2 APRILE 2015 www.italoamericano.com 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | LUCA FERRARI Luci nella notte. Schizzi di salsedine portati dalla vicina fra- zione di Schiavonea, in provin- cia di Cosenza, in Calabria. Mancano pochi minuti alle dieci di sera quando mi avvicino all'imponente castello ducale di Corigliano Calabro. Il comune cosentino mi si presenta in un'in- solita veste, quasi da presepio natalizio. È il giovedì Santo, il giorno che dà inizio al triduo pasquale. Il momento più alto e intenso del mistero cristiano, qui celebrato con rappresentazioni popolari che nel tempo sono diventate un misto di religiosità, folclore e attrazione turistica. Terminata la messa con la distri- buzione del pane benedetto a tutti i fedeli, inizia il "rito dei sepolcri" (subbuarg, in dialetto) durante il quale le chiese (anche quelle che durante l'anno sono sempre chiuse) vengono addob- bate con i simboli della Pasqua (grano, pane e vino), restando aperte fino a notte inoltrata. Il rituale prende anche il nome di "altare o cappella della reposizione", ossia quello spazio della chiesa dove vengono depo- ste le eucaristie consacrate e lì c o n s e r v a t e f i n o a l l a l i t u r g i a penitenziale del venerdì Santo per poi essere offerte ai fedeli. "Il giro dei sepolcri è molto bello poiché è uno dei pochi momenti in cui puoi visitare luo- ghi sconosciuti, il paese si ripo- p o l a e a d i s p e t t o d e l l a t a n t a gente in giro, c'è comunque un rispettoso silenzio" racconta il coriglianese Alfonso Pacino. "E anche se l'intento della preghiera non si manifesta con parole e intenzioni, gli occhi che ammira- no la bellezza e la voglia di stare insieme della gente si fanno con- versazioni interiori che toccano il cuore di Dio". Nel peregrinare da una chiesa all'altra, luci a forma di croce s p l e n d o n o f u o r i d a l l e c a s e . Manifesti della propria fede, o forse più semplicemente il pro- prio umile contributo a una tra- dizione secolare. Di ben altro tono, più grave, l'evento del venerdì Santo. "Avevo sempre sentito parla- r e d e l l a – p r o c e s s i o n e d e i Misteri – di Corigliano, ma non l'avevo mai vissuta" racconta la giovane Maria Oriolo, arrivata d a l l a v i c i n a f r a z i o n e d i S a n Nico. "Solo una volta a 18 anni andai su all'ospedale ad aspettar- ne l'arrivo. Mi rimase molto impressa o meglio, m'impres- sionò. Persone incappucciate che portavano in spalla le statue che rappresentano la vita di Gesù. Da allora preferii come pro- cessioni quelle viventi che si svolgevano nelle contrade vici- ne. L'anno scorso però decisi di tornare a riviverla. Un po' per curiosità, un po' per conoscere e v i v e r e a p i e n o l a v e r a Corigliano. La partenza della p r o c e s s i o n e n o n p o t e v a c h e essere la chiesa dell'Addolorata, la cui statua fa davvero rabbrivi- dire: una Madonna con sette pugnali conficcati nel cuore". Spalmata su di un collina della Calabria settentrionale, nella valle del Coriglianeto fra i t o r r e n t i M i z o f a t o e C i n o , a Corigliano si sale e si scende. Grazie a questa conformazio- ne naturale, la processione assu- me toni molto intensi. Quasi "biblici", passando per stradine strette, talvolta con non poche difficoltà per chi regge le scultu- re. La vista dell'insieme lascia il segno. Consorelle con la testa coperta. Confratelli incappuccia- ti. I soldati romani. Le statue del Cristo e della Madonna portate in spalla per quasi tre ore di lenta camminata. La musica suo- nata è lacrimosa, alternata al silenzio dei passi. Gli sguardi dei f e d e l i s o n o c o n c e n t r a t i . Stringono in mano candele elet- triche (il vento ballerino le spe- gnerebbe facilmente). La faccia del Cristo nella bara è quanto di più sofferente si possa immaginare. Nell'attraversare il centro sto- rico c'è chi assiste dal terrazzino d e l l a p r o p r i a a b i t a z i o n e . Lentamente mi faccio inglobare dalla massa. Avanzo dentro que- sto mondo. Chiudo gli occhi pensando a quello che vorrei tra- mandare. Sulle orme di un'abita- zione ormai diventata casa, que- sta notte ho mutato la mia spada in sabbia e vento. Adesso posso andare avanti e sentirmi come voglio essere. La faccia del Cristo, portato in processione nella bara, è quanto di più sofferente si possa immaginare (tutte le foto in pagina Ph. Antonietta Salvatore) Tra visite dei Sepolcri e la processione dei Misteri: i riti pasquali di Corigliano Calabro La Madonna Addolorata con i sette pugnali conficcati nel cuore

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-4-2-2015