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GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 www.italoamericano.org 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il futuro del mondo si 'crea' a Venezia, a 120 anni dalla prima Esposizione d'arte L'arte assorbe. L'arte rispec- chia. L'arte si consuma. L'arte rinasce. L'immobilismo della Guerra Fredda è ormai un lonta- ris olutivo tramonto. L' era moderna però non è un posto troppo immacolato. O ggi le società nascono e crollano. Oggi l'essere umano è un campo aper- to senza protezione. Secondo dopo secondo (in)costanti mes- come vive l'artista tutto questo? Su il sipario su All the World's F utures , la 56^ Es pos izione Internazionale d'Arte di Venezia diretta dal critico d'arte, giornali- sta e scrittore nigeriano-statuni- tense Okwui Enwezor. Nutrite come sempre le pre- senze dei padiglioni internazio- nali il cui totale quest'anno ha toccato quota 89 (S anta Sede inclusa), cinque dei quali pres enti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico e Repubblica delle Seychelles. C'è molta attesa per gli Stati Uniti con "They Come to Us Without a Word" di Joan Jonas, newyor- chese classe '36, visual artist nonché pioniera di performance art e già attiva dalla fine degli anni Sessanta. Ma prima di cominciare a viaggiare tra i cinque continenti, non si può non cominciare il tour espositivo dalla Mostra specifica "All the World's Futures". Un unico grande percorso es pos itivo tra il P adiglione Centrale dei G iardini e l'Arsenale al quale hanno parte- cipato 136 artisti, molti dei quali provenienti dagli States: Jennifer Allora ('74), Keith Calhoun & Chandra McCormick (rispettiva- mente del '55 e '57, entrambe di New Orleans), la piattaforma editoriale newyorchese E-Flux Journal, Melvin Edwards ('37, attivo nella Grande Mela), e poi ancora Walker Evans , Coco Fusco, Charles Gaines, Theaster Gates, Nancy Holt & Robert Smithson, Glenn Ligon, Kerry James Marshall, Bruce Nauman, Gedy Sibony, Gary Simmons, Taryn Simon, Lorna Simpson e Sarah Sze. Nell'epoca del dominio incon- tras tato della parola-w eb, la Biennale va in controtendenza dando vita ad Arena, un luogo di raccolta della parola parlata, del- l'arte del canto, dei recital, delle proiezioni di film e aperto a pub- bliche discussioni. Concepita dal premiato architetto ghanese-bri- tannico David Adjaye, sarà un teatro con una continua program- mazione interdisciplinare dal vivo. Prendendo spunto dal rito sikh dell'Akhand Path (recitazio- ne ininterrotta del libro sacro per la quale si alternano più lettori nell'arco di diversi giorni), più attori si avvicenderanno nella let- tura di testi di cui il più corposo saranno i tre volumi del Das Kapital (Il Capitale) di Karl Marx, per la regia dell'artista e regista Isaac Julien. Venezia e la Biennale non solo ai Giardini e all'Arsenale. Anche in questa edizione sono numerosi (ben 44) gli Eventi Collaterali ufficiali promossi da enti e istituzioni internazionali che allestiranno mostre e iniziati- ve tra i vari luoghi ed edifici sto- rici nella città. Il direttore della 56^ Esposizione d'Arte di Venezia Okwui Enwezor e Paolo Baratta, presidente della Biennale d'arte LUCA FERRARI Due prospettive di "Hero" di Saracino ispirato al David di Michelangelo Senza titolo, di Nino Longobardi (Ph. Peppe Avallone) "Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospetti- ve" ha spiegato il presidente della Biennale, Paolo Baratta. "Nonostante i colossali progres- si nelle conoscenze e nelle tec- nologie, viviamo una sorta di age of anxiety. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l'arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell'in- calzare delle forze e dei fenome- ni esterni. Si vuole quindi inda- gare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri e i moti dell'animo (il loro inner song)". Il sempre numeroso pubblico da tutto il mondo avrà a disposi- zione sei mesi e mezzo per visi- tare la Biennale fino a domenica 22 novembre 2015. nissimo ricordo. Perfino lo stori- co muro Usa-Cuba è sul viale del saggi, speranze e paure mutano forma, colore e s os tanza. E Il Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale d'arte Da New York a Firenze un David di Michelangelo in versione riveduta e corretta "Hero" è la personalissima interpretazione del David di Michelangelo dell'architetto e designer Antonio Pio Saracino, pugliese d'origine che da oltre un decennio vive e lavora a New York. L'opera è esposta nel cor- tile interno della G alleria dell'Accademia di Firenze. Realizzato con lo s tes s o marmo di Carrara, Hero è una scomposizione in chiave con- temporanea e originale del capo- lavoro michelangiolesco, alle cui dimensioni si avvicina: l'altezza (5,17 metri) corrisponde a quella dell'originale, ma pesa poco meno di 5 tonnellate, contro le 5,56 di Michelangelo. Fino al 20 settembre l'opera sarà la star dell'evento espositi- vo "Hero a Firenze. Omaggio al D avid: S aracino interpreta Michelangelo", promosso dalla Galleria dell'Accademia con l'A mb as ciata d'Italia a Washington D.C. e Pmg Italia, e sponsorizzato da Gem Group che ha commissionato l'opera a Saracino (copia della scultura commissionata nel 2013 all'arti- sta pugliese dal governo italiano e dall'Eni, e attualmente esposta nel Three Bryant Park di New York a simbolizzare l'amicizia tra Italia e Stati Uniti) che dalla fine di settembre sarà visibile negli spazi dell'Expo 2015. "Co n la realizzazione del primo Hero ho voluto creare un protettore simbolico di New York City, così come il David - ha detto Antonio Pio Saracino - lo è per Firenze. La statua cele- bra il superuomo e la sua ispira- zione e le costruzioni architetto- niche stratificate antropomorfe visualizzano la capacità univer- sale del genere umano di cemen- tare la propria pres enza nel mondo con la sua perenne abilità di costruzione". L'ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Claudio Bisogniero, sottolinea che "il David è un così forte simbolo del patrimonio ita- liano, e ora un Guardiano dell'a- micizia tra i nostri due paesi. L'anno della cultura italiana negli Stati Uniti non poteva lasciare un'eredità migliore".
