L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-14-2015

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GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 www.italoamericano.org 26 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Gli Stati Uniti valgono 1,1 miliardi di euro per i produttori italiani Buoni segnali dalle regioni meridionali: l'export allontana la recessione Campania, locomotiva del sud Italia nell'export di prodotti agroalimentari e manifatturieri. Nell'anno 2013, la regione è stata l'unica del Mezzogiorno a registrare un andamento positivo delle esportazioni con un +1,8%, risultato confermato anche nel primo trimestre del 2014 con un +1,2%. Lo studio è emerso durante la tappa napoletana del roadshow "Italia per le imprese, con le piccole e medie imprese verso i mercati esteri". L'export rimane uno dei setto- ri più redditizi in Italia e si con- ferma un'ottima possibilità di crescita per le aziende esistenti e una nuova occasione per creare lavoro. Ma la crisi non assume solo il significato che tutti cono- sciamo. Nell'antica Grecia, la parola "krisis" identificava non solo una situazione di pericolo, ma anche di decisione. Nell'antica Cina, invece, la stessa espressione era rappresentata con un doppio ideogramma che racchiudeva un duplice significato (wei ji): peri- colo e opportunità. L'uso di tale termine guadagnò la sua massima popolarità nel discorso del 35° Presidente degli Stati Uniti d'America John F. Kennedy ad Indianapolis nel 1959 e, a distan- za di qualche anno, anche da Richard M. Nixon. L'etimologia della parola "crisi" ha dunque unito la visione del mondo occidentale a quello orientale in un'unica direzione orientata verso un momento di crescita, di cambiamento e di riscatto. Nel linguaggio economi- co invece la crisi rappresenta una fase temporale del ciclo econo- mico, destinata a finire per lasciar spazio alla ripresa econo- mica. Nonostante l'attuale reces- sione italiana, l'export dei pro- dotti del Mezzogiorno registra ogni anno un trend positivo, con- fermandosi un punto di forza del- l'economia locale. I prodotti più esportati sono quelli del settore agroalimentare (alimenti, ortofrutta, viticoltura, florovivaismo) moda (abbiglia- mento, calzature, oreficeria, edi- toria, cinematografia), mobilità (nautica, aerospazio, locomoti- ve), arredo e costruzioni (arredo, sviluppo urbano, restauro), ecc. Ad avallare tali iniziative è il Piano export per le Regioni della Convergenza (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) detto anche Piano Export Sud promos- so dall'Italian Trade Agency che pubblicizza un programma che mira a favorire l'internazionaliz- zazione delle piccole e medie imprese e la promozione dell'im- magine del Made in Italy nel mondo. Il Piano evidenzia differenti misure integrate, di formazione e di promozione, rivolte alla cresci- ta dell'economia della Campania utilizzando le risorse stanziate dal Piano di Azione e Coesione. L'iniziativa dà così spazio a ser- vizi, consorzi, reti d'impresa, start-up e parchi universitari della Campania, seminari tecnici for- mativi di orientamento ai mercati internazionali, programmi di eventi fieristici e tanto altro. Tra le iniziative più interes- santi, spicca l'Italian Food and Wine Week, una formula origina- le per potenziare la presenza delle imprese vinicole italiane negli Stati Uniti che si svolge all'inizio di ogni anno a New York ed è rivolta ad acquirenti, importatori, distributori, esperti del settore e giornalisti specializzati. L'export campano, nel suo complesso, si conferma un punto di forza di una Regione ricca di risorse e capace di creare opportunità che aspetta- no solo di essere colte. L'8% delle esportazioni è assorbito dal mercato americano Il Nord-est punta sui macchinari sbaragliando la concorrenza Quasi il 25 per cento delle merci prodotte nel Nordest pren- de la strada del mercato franco- tedesco e un altro 7,8 per cento quella per gli Usa. Anche nel 2014, ricorda l'Ufficio studi della Cgia, l'associazione degli Artigiani e delle Piccole Imprese di Mestre, la Germania è stata la principale partner commerciale: fatto 100 l'export totale, il 15 per cento è stato venduto ai tede- schi e un altro 9,5 per cento ai francesi. Nel 2014 il Nordest ha incassato dalle vendite all'estero oltre 73,4 miliardi di euro (+ 3 per cento rispetto al 2013). I macchinari sono la tipolo- gia produttiva che si riesce a vendere meglio: ad eccezione di Belluno (che esporta soprattutto occhiali) e di Gorizia (che ha nella produzione delle navi il settore che traina l'export), nelle altre 11 province del Nordest sono il prodotto più richiesto all'estero. Il secondo prodotto esportato sono le apparecchiature elettri- che e gli elettrodomestici (per un valore di 5,5 miliardi di euro) e il terzo è costituito dalle calzatu- re e dalla pelletteria (5,2 miliardi di euro). Rispetto al 2013, le esportazioni dei macchinari sono aumentate del 4,1 per cento. In termini assoluti, l'anno scorso è stato "piazzato" nel mondo un volume di vendite pari a 15,2 miliardi di eu ro (il 20,8 per cento dell'export totale): di que- sti, poco più di 3 miliardi sono "ascrivibili" alla provincia di Vicenza, altri 2,75 a quella di Padova e circa 1,88 miliardi di euro s ia per V erona che per Treviso. Se escludiamo la provincia s caligera dove s i es portano soprattutto bruciatori, forni, mac- chine per la refrigerazione/venti- lazione e apparecchi per la movi- mentazione e il sollevamento, nelle altre principali realtà terri- toriali del N ordes t come Vicenza, Padova, Treviso, Udine e Pordenone, la parte del leone la fanno le macchine per gli impie- ghi speciali per la lavorazione metallurgica, per l'industria ali- mentare, per la carta, per il tessi- le/abbigliamento, per le materie plastiche e per la gomma. "Negli ultimi anni – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – ci siamo specializ- zati nella produzione di macchi- nari, grazie al know how delle nostre maestranze, all'affidabi- lità, alla qualità, all'elevato livel- lo tecnologico raggiunto e, soprattutto, ai servizi post vendi- ta che siamo riusciti a garantire nei mercati stranieri. Abbiamo sbaragliato i competitori tede- schi, francesi, giapponesi e statu- nitens i, dimos trando di non temere alcun confronto, in parti- colar modo sul terreno della ricerca e dell'innovazione tecno- logica". Q uello dei macchinari è comunque risultato, in termini di valore assoluto, il settore più "pesante", con vendite nel 2014 pari a 48,4 miliardi. A livello nazionale cioè, non solo ha reso di più ma ha consolidato un trend positivo che ha posto basi molto promettenti anche per il 2015. Lo scorso anno la crescita è stata del 3,5%, un dato fonda- mentale perché ha riguardato uno dei capisaldi della meccani- ca made in Italy. Il comparto garantisce il maggiore avanzo commerciale tra tutti i settori, quasi 31 miliardi di euro nei primi nove mes i dell' anno. Ottime le performance 2014 negli Stati Uniti dove la crescita ha sfiorato il 20%. Il florovivaismo è tra i settori che trainano le esportazioni FRANCESCO BUCCARO

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