L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/525588

Contents of this Issue

Navigation

Page 23 of 47

GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La storia può insegnare ma non sempre i Paesi imparano dagli errori C i s o n o d a t e c h e s e g n a n o pietre miliari della Storia. Q u e s t ' a n n o n o n s o l o c o n - tinuiamo le commemorazioni d e l c e n t e n a r i o d e l l a G r a n d e Guerra, ma ricorre anche il set- tantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e, infine, a giugno inizieranno i festeggiamenti per il duecentesi- mo anniversario della Battaglia di Waterloo che segnò la fine d e f i n i t i v a d e l p o t e r e d i Napoleone. Ma queste date davvero seg- nano la fine di epoche? Oppure segnano cambiamenti che anco- ra producono effetti sulla nostra vita? P er quanto s ia importante W a t e r l o o , u n ' a l t r a b a t t a g l i a francese del 1792 segna l'inizio della guerra moderna tra gran- dissimi eserciti di leva. A Valmy un esercito rivoluzionario com- posto interamente da soldati di leva sconfisse l'esercito austro- prussiano decretando il declino d e g l i e s e r c i t i a r i s t o c r a t i c i . Inoltre, con questa vittoria iniziò il processo storico che porterà alle vittorie napoleoniche. Quel giorno tra gli osservatori presen- ti alla battaglia si trovava il grande autore Johann Wolfgang von Goethe che ne disse: "In questo luogo e in questo giorno comincia una nuova era nella storia del mondo, e tutti voi potrete dire di essere stati pre- senti alla sua nascita". Aveva ragione e quell'era dura ancora. Però la sconfitta di Napoleone a W a t e r l o o n o n m i s e f i n e a i problemi legati a un concetto nato sotto la Rivoluzione. Dopo Waterloo il senso di nazione che spingeva i rivoluzionari francesi p o r t e r à a l l a n a s c i t a d i P a e s i come l'Italia e la Germania, come anche delle due guerre mondiali ed è ancora con noi. Basta guardare i notiziari e leg- gere i quotidiani per vedere che il nazionalismo esiste nel mondo moderno e che è causa di con- flitti in quasi tutti i continenti. Nella cultura classica latina il "Genius loci" era un'entità spirituale legata ad un luogo, che spesso diventava oggetto di culto nella religione romana. Oggi questa espressione defini- sce l'interazione tra un luogo fisico e un'identità culturale. Individua cioè l'insieme delle consuetudini, delle caratteristi- che socio-culturali, architetto- niche, linguistiche, storiche, che caratterizzano un posto, un ambiente, una città. Un termine c h e a n d r e b b e r e c u p e r a t o i n senso identitario. La storia che c'è dietro di noi, che ha modellato la comu- n i t à a l l ' i n t e r n o d e l l a q u a l e viviamo, che ha lasciato tracce nei luoghi che abitiamo, che ha segnato la vita di chi ci ha pre- ceduti, andrebbe recuperata e non trascurata come facciamo nella vita quotidiana. Per un semplice motivo: sviluppa una parte essenziale della nostra identità culturale e personale. In quest'edizione, la sezione i t a l i a n a , h a s c e l t o d i d a r e ampio spazio alla storia. Non una semplice celebrazione di anniversari di eventi, remoti o recenti, che hanno segnato la vita collettiva ma il tentativo di p r o m u o v e r e u n a r i f l e s s i o n e sull'importanza di non disper- dere il nostro patrimonio stori- co-culturale per conservare il "genius loci" che ci caratteriz- za, ovvero per non disperdere l'essenza di cui siamo fatti in contesti ambientali, urbani, etnici, linguistici sempre nuovi. Perdere la capacità di rico- noscere l'identità dei luoghi e delle società in cui si vive non è molto diverso dall'incapacità di riconoscere se stessi come individui sociali, portatori di valori e memorie uniche e al t e m p o s t e s s o c o l l e t t i v e . Recidere le relazioni tra l'indi- viduo, l'ambiente, gli altri da sè significa spaesamento, sra- dicamento, vuol dire svuotare l'individuo del suo "genius". L'importanza della memoria storica per la nostra identità Napoleone prima della battaglia di Waterloo GIANNI PEZZANO Ma come le guerre non scop- piano mai per motivi semplici e spesso solo dopo decenni di scontri diplomatici ed economi- ci, nessuna guerra finisce senza conseguenze e quasi mai i pro- tagonisti si rendono conto dell'- effetto che avranno le eventuali sconfitte o vittorie. La Grande Guerra che era iniziata dopo un assassinio per motivi nazionalisti finì in modo politicamente ambiguo e porterà a due dittature in Paesi che ave- vano combattuto nel conflitto e creò le condizioni per un'altra guerra ancora più orrenda e cru- enta trent'anni dopo. La Seconda Guerra Mondiale che oppose le democrazie alle dittature in Italia e Germania, insieme all'Impero giapponese loro alleato, finì con la con- s a p e v o l e z z a d i u n o s c o n t r o politico che prese il nome di Guerra Fredda. Però, i Paesi combattenti che lottavano contro le dittature non si resero conto che la lotta per la libertà dei Paesi sottomessi dalle dittature avrebbe portato la fine del colo- nialismo. Purtroppo, non senza guerre lunghe e sanguinose. Il tentativo di evitare guerre tra gli ex alleati che avevano vinto la guerra vide la nascita di Paesi "artificiali" come le due Coree e i due Vietnam con il risultato di decenni di guerre e scontri diplo- matici che esistono ancora. Dopo il fallimento della Lega delle Nazioni che non fu capace di evitare la Seconda Guerra Mondiale, gli alleati vincitori avevano formato un nuovo ente sovranazionale per cercare di trovare soluzioni pacifiche, per p r e v e n i r e g u e r r e n e l f u t u r o . L'Onu fu fondata come mezzo di pace e per aiutare Paesi in via di sviluppo ad arrivare a livelli economici sufficienti per man- t e n e r e l e l o r o p o p o l a z i o n i e dunque impedire altri conflitti. P u r t r o p p o l e c o n d i z i o n i imposte dalla Guerra Fredda ebbero l'effetto di limitare le azioni che l'Ente internazionale poteva compiere. Due punti in particolare crearono difficoltà ad a z i o n i d e c i s i v e d a p a r t e dell'Onu. Il primo, il potere di veto dei cinque Paesi permanenti del Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti, la Russia (come erede dell'Urss), il Regno Unito, la Francia e la Cina. Ognuno di questi membri permanenti ha utilizzato il proprio veto per impedire decisioni concernenti i loro alleati e dunque per evitare interferenze con le loro azioni diplomatiche. Di conseguenza, conflitti che potevano essere facilmente controllati da forze internazionali continuano, spes- so per decenni, come accade in Sudan e altri Paesi africani. Il secondo punto di debolezza è la mancanza di una forza mil- itare capace di agire in tempi veloci. Ma, come sempre, la log- ica degli scontri diplomatici tra le superpotenze non permette la nascita di una forza militare internazionale che non sia sotto il loro diretto controllo. Naturalmente, la legge inter- nazionale protegge un diritto statale che è figlio diretto del nazionalismo nato nella Francia rivoluzionaria. Il concetto di sovranità nazionale è considera- to assoluto, ma allo stesso tempo impedisce aiuti diretti in Paesi in g r a v i c r i s i e c o n o m i c h e e politiche, oppure in guerre civili. Ci vuole poco per capire che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza non per- m e t t e r e b b e r o m a i u n a ridefinizione del concetto di sovranità nazionale. Infatti, due di essi, la Russia e la Cina hanno Waterloo fu l'ultima battaglia di Napoleone e tra le più sanguinose Continua da pagina 1 Continua a pagina 25

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-6-11-2015