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GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Una cannonata dall'altopiano vicentino disse da che parte stava l'Italia nella Grande Guerra Una cannonata sparata dall'al- topiano vicentino piomba nella storia della I Guerra Mondiale. d'artiglieria l' Italia dis s e al mondo da che parte stava. Nel secondo decennio del '900 l'umanità sprofondò nell'i- nimmaginabile. Una guerra tota- le. Una guerra che coinvolse ta dalla popolazione civile. Nello scacchiere internazionale la I Guerra Mondiale fu combattuta in particolare dagli Imperi Austroungarico, Germanico e Ottomano da una parte; Francia, risposta venne affidata ai nuovi mortai Skoda da 305 mm. Una potenza questa che non tardò a farsi sentire in tutta la sua più devastante intensità distruttiva. Alle ore 15 del 12 giugno dello stesso anno, Forte Verena non fu più in grado di resistere e l'enne- simo colpo sparato, oltre a perfo- rarne la corazza, uccis e il comandante Trucchetti e quaran- ta soldati. Tempo un anno e il Forte avrebbe cambiato proprie- tario. Tra il 15 maggio e il 27 giugno 1916, nel corso della Battaglia degli A ltipiani (Strafexpedition), Forte Verena fu conquistato, rimanendo poi austroungarico fino al termine delle ostilità. Cent'anni esatti dopo, quel Forte ha smesso di essere un avamposto di guerra, sacrificio e morte. Grazie al costante impe- gno dell'Associazione Storico Culturale Fronte Sud Altopiano 7 Comuni e l'Archivio Storico Dal Molin (www.archiviostori- codalmolin.com), fondato nei primi anni Ottanta dall'impren- ditore bassanese Ruggero Dal M olin (co-autore ins ieme a Stefano Aluisini del recente volume "Molti non tornarono" – 2015, Itinera Progetti Editore), la memoria storica della Grande Guerra viene preservata e rac- contata. Non solo documentazio- ne s ull'Italia. N ella s ezione Reparti del sito trovano posto tutti quegli eserciti (alleati e nemici) ingaggiati in quest'area; tra di es s i, anche il 332° Reggimento di Fanteria statuni- tense che entrò in servizio verso la fine del giugno '18. Per tutti coloro che volessero vedere il Forte, una volta "sbar- cati" in Veneto e raggiunto il Forte Verena in una foto d'epoca (Ph. www.archiviostoricodalmolin.com - collezione Minto) Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella depone una corona al cippo italo-ungherese sul Monte San Michele, nel Carso La foto della breccia causata dal colpo che centrò il forte e la parete oggi restaurata (Ph. www.archiviostoricodalmolin.com) Gran Bretagna, Impero Russo e Italia dall'altra. Le prime opera- zioni belliche presero il via nel- l'estate del '14. In principio legata agli Imperi centrali ma di fatto avulsa dagli scontri, la posizione italiana cambiò radi- calmente nel corso dei mesi a venire fino alla definitiva rottura con l'asse austro-germanico e successiva firma (il 26 aprile 1915) del patto di Londra da parte del Ministro degli Esteri italiano Sidney Sonnino che impegnò l'Italia a entrare in guerra nel giro di un mese al fianco degli Alleati. Così fu, e alle 4 del mattino del 24 maggio 1915 venne sparato dalle batte- rie di Forte Verena (2019 metri sul livello del mare), una delle più importanti fortificazioni rea- lizzate sul fronte vicentino degli Altopiani, il primo colpo di can- none contro le pos tazioni austriache. Il nemico non era certo di quelli facili da s uperare. Incamerato l'attacco italiano, la Primo atto (italiano) di quattro lunghi anni di aspri e logoranti combattimenti. Con quel colpo (quasi) il mondo intero lascian- do milioni e milioni di caduti, un'ampia fetta dei quali costitui- Forte Verena durante l'occupazione nemica (Ph. www.archiviostoricodalmo- lin.com - collezione Minto) Cento anni fa per l'Italia iniziava la Prima Guerra Mondiale Il presidente della Repubblica S ergio M attarella, nel 100° annivers ario dell' ingres s o dell'Italia nella Grande Guerra, ha deposto una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria e ha reso omaggio ai caduti visitando il museo della Grande Guerra e le trincee scavate dai soldati sul monte San Michele del Carso, l'altopiano roccios o che s i estende nel nordest dell'Italia, dai piedi delle Alpi Giulie al mare Adriatico, in provincia di Gorizia e di Trieste. Accompagnato dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Capo dello Stato è intervenuto alla cerimonia celebrativa che si è aperta con un minuto di silen- zio in memoria dei caduti della Grande Guerra, 650 mila militari e circa 600 mila quelli civili. Il prezzo pagato dall' Italia fu altissimo. A decidere l'entrata in guerra il Re e il gruppo dirigente liberale. Ma la maggior parte del Paese era contraria. Ventisei milioni le vittime, la metà civili, nel conflitto che coinvolse 28 Paesi tra l'estate del 1914 e la fine del 1918. Si contrapposero le forze dell'Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia, Italia e loro alleati) e gli Imperi Centrali di Austria, Ungheria, Germania e loro alleati. H a avuto una dimensione mondiale perché è stata combattuta oltre i confini dell'Europa: Impero ottomano, in Asia e su tutti i mari. comune di Roana-Mezzaselva (Vicenza), si deve procedere verso il rifugio Verenetta (1655 metri) e di lì proseguire per Forte Verena a piedi, in fuoristrada o eventualmente, quando è aperta, con la comoda seggiovia. Oggi, nel 2015, a un secolo da quella tragica epopea, il sole scotta appena. Siamo a ridosso di una pacifica estate del terzo mil- lennio. Attorno a me, solo poca vegetazione e roccia. Qualche pannello esplicativo in triplice lingua: italiano, inglese e tede- sco. Salgo in cima alla scaletta del Forte Verena. Guardo l'oriz- zonte e la Val d'Assa a picco. Il vento sibila amorevole. Non c'è odore di polvere da sparo. Non c'è nessuno a parte me. Ci sono tutti loro insieme a me e la ban- diera Tricolore che fiera sventola vicino alle lapidi commemorati- ve, "a memoria di tutti i morti caduti e monito di pace ai viven- ti". LUCA FERRARI Il Tricolore a Forte Verena (Ph. www.archiviostoricodalmolin.com)