L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2015

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GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La memoria scomoda di Moro, la lezione di Impastato e la caserma nella villa confiscata I l 9 m a g g i o 1 9 7 8 , i n v i a Caetani, a Roma, nel portabaga- gli di una Renault R4 rossa viene rinvenuto il corpo senza vita di Aldo Moro, lo statista ucciso dalle Brigate Rosse. La prigionia nel covo di via Montalcini, durata 55 giorni, ebbe inizio la mattina del 16 marzo 1978 quando insieme agli uomini della scorta, Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele I o z z i n o , G i u l i o R i v e r a e Francesco Zizzi, venne intercet- tato tra via Fani e via Stresa da un commando. Bastarono pochi secondi per uccidere i 5 agenti e p r e l e v a r e i l p r e s i d e n t e d e l l a Democrazia Cristiana. Moro si stava recando alla Camera dei Deputati dove sarebbe stato pre- sentato il quarto governo guidato da Giulio Andreotti. entrambi, in teatro. Recita la stessa Maria Fida e il figlio Luca Bonini Moro è sul palco a ricor- dare il nonno conosciuto sino all'età di due anni ma di cui con- serva vivo il ricordo grazie alla madre che ne ha tenuta viva la memoria. Il 9 maggio 1978, un altro c a d a v e r e " s c o m o d o " p e r l o Stato, quello di Giuseppe (detto Peppino) Impastato, veniva tro- vato morto sui binari della ferro- via, adagiato su una carica di esplosivo. Fu inscenato un suici- dio: un tentativo fallito di atten- tato. Appartenente ad una famiglia di tradizione mafiosa, ma in completo disaccordo col padre, Impastato fu cacciato da casa e iniziò la sua battaglia a viso aperto contro la mafia del suo paese Cinisi e di Terrasini, che "vantano" tra i mafiosi più cru- deli del territorio. m a f i a c o m e A l d o M o r o e Peppino Impastato. U n p o l i z i o t t o – s c r i t t o r e , C a r m e l o P e c o r a , c a p o d e l l a Scientifica di Forlì, ma origina- 2008, trentanni dopo la tragica fine dei due protagonisti del testo. L ' a p p e n a d i c i a n n o v e n n e C a r m e l o è g i à p o l i z i o t t o , i n vacanza ad Enna, ma quella mat- tina deve ritornare a Roma. È il 9 maggio 1978, si trova su un aereo che lo porterà nella capita- le dove, poche ore dopo sarà tra i primi a vedere il corpo crivel- lato di colpi di Aldo Moro. Alla radio, al "gazzettino", prima di salire sull'aereo aveva saputo d e l l a m o r t e d e l g i o r n a l i s t a Giuseppe Impastato. Troppe emozioni in un solo giorno per un giovanissimo poli- ziotto che ha conservato per anni il bisogno di metabolizzare quel- le esperienze. Scrivere il libro e poi rappresentare la pièce in tea- tro ha costituito la necessaria catarsi. 9 m a g g i o 2 0 1 5 : A n g e l i n o Alfano, Ministro dell'Interno, è a Palermo ad inaugurare la nuova s t a z i o n e d e i C a r a b i n i e r i d i Palermo-Uditore. La sede è stata realizzata nella villa che fu l'ulti- ma dimora di latitanza del boss mafioso Salvatore Riina. "Oggi lo Stato vince sulla mafia. Lo Stato è più forte della mafia e lo sta dimostrando anche oggi. I mafiosi non sono solo degli assassini, ma sono anche ladri, ladri di futuro, speranza e di bellissime parole del nostro vocabolario come onore, fami- glia e rispetto". Ad accoglierlo il sindaco di Palermo Leoluca Orlando insie- m e a l c o m a n d a n t e g e n e r a l e dell'Arma dei Carabinieri, gene- rale Tullio Del Sette e al coman- dante della stazione, luogotenen- t e C i r o M u s t o , n e l l a s e d e dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia posta nel complesso resi- denziale confiscato alla mafia, alle cui pareti sono affissi mani- festi che riproducono i giornali- sti siciliani vittime di mafia. Il Ministro dell'Interno ha ribadito il grande valore simboli- co che assume la presenza della stazione dei Carabinieri nell'ex dimora di Salvatore Riina e, scacco ancora maggiore, il fatto che la stanza del comandante sia stata allestita proprio nella came- ra da letto del mafioso ormai da tempo in carcere e che, secondo la mentalità mafiosa, ritiene cer- tamente un'offesa intollerabile la "violazione" della sua camera da letto. Cerimonia di inaugurazione della Caserma dei Carabinieri nella villa sequestrata a Riina, in carcere per mafia rio di Enna, nel 2008 pubblica un libro "9 maggio '78" che, intercettato da Antonio Maria Di Fresco, diventa un reading tea- trale che Pecora reciterà a Bosa ( i n p r o v i n c i a d i O r i s t a n o i n Sardegna) col titolo di "L'urlo di Maggio" la sera del 18 agosto Fondò un giornale e si diede alla politica attiva, conducendo lotte contadine per difendere quelli a cui erano state espropria- te le terre per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Punta Raisi. Fondò il gruppo "Musica e cultura" consapevole che sono entrambe un mezzo per migliorare le condizioni sociali del territorio, e nel 1976 una r a d i o l i b e r a a u t o f i n a n z i a t a , "Radio Aut" che diventò la sua postazione di accusa dei mafiosi di Cinisi e Terrasini. Suo princi- p a l e b e r s a g l i o , i l c a p o m a f i a Gaetano Badalamenti che spesso c h i a m a v a " T a n o s e d u t o " d a i microfoni della trasmissione Onda pazza. Nel 1978 si candidò alle ele- z i o n i c o m u n a l i n e l l a l i s t a Democrazia proletaria, ma nella notte tra l'8 e il 9 maggio venne ritrovato il suo cadavere e la pantomima dell'attentato serviva a screditare la sua immagine. Non fu così. Quando le schede elettorali furono aperte, Peppino era stato votato e, simbolicamen- te, eletto. Ancora una volta torna il tea- tro a ricordare questi eroi, vitti- me del terrorismo e vittime della Una folla di giovani siciliani si presentò spontaneamente al funerale di Peppino Impastato ma altrettanto non fece la gente di Cinisi, nemmeno - denunciò con amarezza la madre - i vicini di casa TERESA DI FRESCO Peppino Impastato, giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di cosa nostra a seguito delle quali fu assassinato Lo statista, la mattina del 9 maggio seguente, fu fatto salire e nascondere con una coperta nel portabagagli dell'auto per scaricargli addosso dieci cartuc- ce, che lo uccisero. Una telefo- nata ai familiari avvisava che s a r e b b e s t a t o t r o v a t o i l s u o corpo nella Renault 4 in via Caetani, strada fatalmente vicina a Piazza del Gesù, dove aveva sede nazionale la Democrazia Cristiana e a Via delle Botteghe Oscure, dov'era la sede naziona- le del Partito Comunista. Il 13 maggio successivo Papa Paolo VI, suo amico, celebrò i funerali di Stato alla presenza delle più alte cariche dello Stato e della televisione, ma senza il corpo di Aldo Moro per espresso volere dei familiari che accusa- rono lo Stato di non avere fatto abbastanza per salvare la vita del congiunto. Fu sepolto nel picco- lo cimitero di Torrita Tiberina, in provincia di Roma e luogo dei suoi momenti sereni. V e n t ' a n n i d o p o l a f i g l i a Maria Fida e Antonio Maria Di Fresco, giornalista, poeta, scrit- tore, autore di testi e regista tea- trale portano la pièce "L'ira del sole, un 9 di maggio", scritta da

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