L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2015

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GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il ricordo di un sopravvissuto a 30 anni dalla strage dell'Heysel "Noto uno Juventus Club, in particolare, lo Juventus Club Pescara, che viene investito dal lancio di bottiglie. Alcuni signori si toccano la testa, forse sono stati colpiti e si voltano a prote- stare verso gli inglesi responsa- bili del gesto. Per tutta risposta ricevono il lancio di altri oggetti: mi sembrano sassi, oppure pezzi di intonaco dello stadio che sono stati staccati per essere usati come pietre". Tra i primi ad essere stati presi di mira dai tifosi inglesi n e l l a " n o t t e d e i b a r b a r i dell'Heysel" furono gli abruzze- campo di battaglia. Alcool, furia, follia. Un'orda di ubriachi all'as- salto e nessuno ha fermato il massacro. Tufano è miracolosa- mente sopravvissuto alla strage degli italiani travolti, aggrediti e schiacciati. Un inferno. "Ma quanti saranno? Devo cercare di scivolare verso il basso. E quelli cosa sono? Perché tutti quei corpi a terra? Sono morti o sve- nuti? Morti, sembrano morti, Sono morti! Le urla mi stanno entrando nel cervello". Per quasi trenta anni quelle urla e quelle immagini di furia e di terrore le ha tenute per sé, intimo ricordo di un dramma mai dimenticato. A spingerlo a "rompere il ghiaccio" ed a scri- i n m e z z o a l l e v i t t i m e dell'Heysel. Tifosi mandati allo sbaraglio in una partita organiz- zata senza alcuna tutela degli spettatori. "L'Uefa, le autorità locali, la gendarmeria belga e il personale medico: ci sono tanti colpevoli, ognuno ha contribuito primo e dopo a quella che non è stata una drammatica fatalità", affer- ma Ceniti. E sottolinea che con amarezza che "soltanto nel 1991 i coraggiosi familiari delle vitti- me, con l'associazione voluta da O t e l l o L o r e n t i n i , p a p à d i Roberto (a cui il libro è dedica- to), morto nel tentativo di salva- re un bambino, sono riusciti a ottenere la condanna dell'Uefa per omessa prevenzione e delle autorità locali ritenute responsa- b i l i d e l s a n g u e v e r s a t o i n Belgio". Erano stati più di seicento i tifosi juventini che dall'Abruzzo avevano seguito la squadra del cuore a Bruxelles. Rocco Acerra e Nino Cerullo erano partiti da Francavilla al Mare sicuri della vittoria bianconera: "Torneremo con la Coppa". Tornarono in due bare. "Semplici e inermi tifosi - s c r i v e C e n i t i - a r r i v a t i a Bruxelles sognando un giorno di festa o, nel peggiore dei casi, di delusione sportiva. Gioia e dolo- re legati ad un risultato. E invece l'orrore dell'Heysel ha spazzato v i a i l g i o c o p i ù b e l l o d e l mondo". E precisa: "Molto è cambiato dal 1985: oggi sarebbe i m p e n s a b i l e o r g a n i z z a r e u n e v e n t o c o m e l a f i n a l e d i Champions con la stessa facilo- neria di 30 anni fa. L'Uefa e il Paese che ospita la partita più importante della stagione per i club lavorano 12 mesi per curare ogni dettaglio. E la sicurezza è a l p r i m o p u n t o . C ' è v o l u t o l'Heysel, purtroppo". E Boniek nel rievocare nel libro di Ceniti e Tufano le sensa- zioni vissute quella sera, affer- ma: "C'era una mentalità sba- gliata e tutti facevano finta di m i a l z o i n p i e d i p e r c a p i r e meglio cosa sta succedendo. Sembra una piccola schermaglia tra un paio di tifosi inglesi e i s i g n o r i d e l l o J u v e n t u s C l u b Pescara colpiti dalle bottiglie, ma c'è comunque una piccola rete da pollaio che li divide. Poliziotti non ne vedo, anzi ne conto 6 in tutta la curva, tra settori X e Y degli inglesi e il settore Z occu- pato da noi. Certo, sulla pista di atletica, nei pressi della nostra curva, ci sono anche due poli- ziotti a cavallo, quindi il totale dei poliziotti presenti è di 8. Sta d i f a t t o c h e n e s s u n o d i e s s i muove un dito per sedare sul nascere quel piccolo diverbio tra tifosi vicini di settore. Il lancio di oggetti, anzi, si infittisce di più". La situazione improvvisa- mente si fa esplosiva. "Un boato, un tuono che scuote lo stadio. Cosa è stato? Cosa sta succeden- do? Cos'è questo improvviso fragore? Sono in piedi, fermo, ma tutto intorno a me si muove. È u n t e r r e m o t o f o r s e ? D o v e vanno tutti? In un attimo la curva dei tifosi del Liverpool non è più la stessa: gli inglesi, che prima erano tutti compressi nei loro settori, sembrano essersi mossi improvvisamente tutti insieme di circa cinque metri verso di noi. Vedo uno spazio vuoto, piuttosto ampio alla fine del loro settore X, quello più lontano, però non vedo più i signori dello Juventus Club Pescara che stavano discu- tendo con gli inglesi… Dove sono finiti?" Tifosi mandati allo sbaraglio in una partita organizzata senza tutele per gli spettatori: una tragedia dello sport v e r e " i o s o p r a v v i s s u t o " c o n Francesco Ceniti, autore fra l'al- tro del libro-inchiesta su Pantani che ha fatto riaprire le indagini, è stata una foto che non conosceva e che nel 2012 è stata ripetuta- mente pubblicata dai giornali di tutto il mondo. Lo ritrae in piedi, con lo zaino arancione in mano nulla. Se la tragedia non fosse accaduta a Bruxelles, sarebbe stata solo questione di tempo. Poco tempo. L'uomo è fatto così: "Solo dopo avere toccato con mano il sangue apre gli occhi e rimedia agli errori". Errori gravissimi. Misure di sicurezza praticamente inesisten- ti, come testimonia Tufano nel La finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool del 29 maggio 1985 si trasformò in un campo di battaglia. Persero la vita 39 tifosi italiani "Il ragazzo con lo zaino arancione" che dà il titolo al libro-memoria ritrae l'autore (e sopravvissuto) Alberto Tufano DOMENICO LOGOZZO si. È quanto emerge dalle pagine del libro "Il ragazzo con lo zaino arancione. Io, sopravvissuto all'Heysel, 29 maggio 1985" del giornalista Alberto Tufano e dello scrittore Francesco Ceniti della Gazzetta dello Sport, che l'ha pubblicato nel trentennale della tragedia. Ci furono 39 vitti- me, due abruzzesi: Rocco Acerra e Nino Cerullo di Francavilla al Mare. "Torneremo con la Coppa". Tornarono in due bare. Non ci fu nessuna pietà per i morti. Corpi straziati dalle auto- psie e non ricomposti. Tutto l'Abruzzo fu vicino al dolore della comunità francavillese. Ai funerali parteciparono più di trentamila persone. Un racconto "da dentro l'or- r o r e " . S c o n v o l g e n t e . S c r i v e Ceniti: "Per come si svolge, il r a c c o n t o d i A l b e r t o s e m b r a quasi romanzo, sceneggiato e pensato in ogni punto. Non è un romanzo: è tutto tragicamente vero". Scrive Tufano su face- book: "Io e Francesco abbiamo scelto di narrare i fatti come se io avessi ancora i 16 anni che avevo all'epoca, per far vivere al lettore l'atmosfera e il dramma, momento per momento. Onore a 39 vittime innocenti, martiri senza bandiera di un calcio sba- gliato". L'assalto degli "animals" al settore Z, ha trasformato la fina- le di Coppa dei Campioni tra J u v e n t u s e L i v e r p o o l i n u n raccontare l'aggressione subita dai tifosi dal club juventino di Pescara. "Vedo gesti di rabbia anche tra i signori colpiti nel nostro settore e, istintivamente,

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