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GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Si avvicina il tempo delle ferie ma non si confondano le festività con i giorni feriali (e lavorativi) LUIGI CASALE A volte ci si chiede come suc- ceda che parole che significano una certa cosa, vadano poi a significare una cosa diversa, contraria e, addirittura, opposta. Dipende forse dalle parole? Certamente no! D ipende dal comportamento dei parlanti e dalle modalità con cui si forma- no nella nostra testa i significati delle parole che usiamo, e da come s i modificano mano a abbiamo due parole: feria e festa, le quali, data la loro origine lati- na, se non sono sinonimi, sono vicine per significato. Nel nostro conversare quoti- diano la feria, o meglio le ferie, sono le giornate di vacanza dal lavoro; le feste sono giornate particolari, di celebrazione o di commemorazione, legate gene- ralmente a ricorrenze o religiose o patriottiche. Se comunque per chi lavora sono ugualmente gior- ni di vacanza dal lavoro, non dovremmo avere difficoltà a riconoscerle come sinonimi. Ma allora perché gli aggettivi deriva- ti sono di segno opposto, visto che i giorni feriali sono giornate lavorative e i giorni festivi sono giornate di riposo? Anche la debole opposizione che esiste oggi tra feria e festa che le vorrebbe specializzate, una per il versante civile e l'altra per quello religioso, non regge, se solo andiamo leggermente all'indietro nel processo logico- semantico che ne giustifica l'uso moderno. Infatti, se il ferragosto è la banalizzazione del nome di un'antica fes tività romana (Feriae Augustae) vediamo bene come con la parola feriae si indi- cava una festività popolare di origine religiosa. Inoltre non dobbiamo dimen- ticare che l'uso di feria si è dif- fuso in ambiente cristiano per indicare il nome dei giorni della s ettiman a, da feria prima (domenica) a feria s exta (venerdì), non potendosi accetta- re di nominare i giorni con rife- rimento agli dei pagani (vedi l'articolo "I giorni della settima- na" del 5 febbraio 2015). Secondo questo uso feria signifi- cava proprio festa (religiosa). E solo col trascorrere del tempo, opponendosi il termine feria all'altro con cui veniva chiamata la domenica (dies festa; e suc- cessivamente dies dominica), le due parole andarono a significa- re quello che diciamo oggi con le parole intendendo con feriale "giornata normale", e con festiva "giornata particolare". Concludo con un accenno alle radici latine. Il Benvenis te (Emile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee – Ed. ita- liana: Torino 1976) le fa risalire all'antica parola latina fas (= è lecito) da cui derivano i primi composti fastus (=giorno fausto: in cui si può rendere giustizia) e festus (=giorno festivo, gioioso). E anche nefastus (=interdetto d alla religion e) e infes tus (=ostile). A fas si oppone ne-fas (= non lecito). Entrambe si ricol- legherebbero al verbo for, faris; fatus sum; fari (= dire). Tutte queste parole appartengono alla sfera lessicale (l'insieme delle parole) del diritto divino (vedi nostro articolo "Fatum" del 26 febbraio e 5 marzo 2015). Della stessa famiglia fa parte fanum (= tempio): ricostruito da fas+nom, da cui verrebbe fes-na e fesiae che dà feriae (=feste). mano che le usiamo. Avevamo già visto questo fenomeno a pro- posito dell'avverbio affatto (vedi articolo del 29 maggio 2014). Se per la prima parte della risposta entra in gioco la psico- logia, cioè il funzionamento della nostra mente nella dinami- ca dell'apprendimento della lin- gua, per la seconda parte ci soc- corre la semantica storica o dia- cronica, che studia i meccanismi di formazione e trasformazione del significato. Oggi nella lingua italiana