L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-9-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/539227

Contents of this Issue

Navigation

Page 34 of 47

GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2015 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Baratti, terra promessa per giovani archeologi che arrivano da Arizona e New York archeologici, trovano posto in questo piccolo Museo intriso di storia locale. E solo qui. Il territorio di Populonia, Baratti e Piombino è ricco di strutture archeologiche, ognuna con la propria identità, ma solo la lettura complessiva di tutte queste realtà restituisce la com- pleta conoscenza del suo passa- to, come un puzzle. P o p u l o n i a ( e P i o m b i n o ) stanno sfruttando a pieno le potenzialità dei siti archeologi- ci sul loro territorio? A mio parere, ogni cosa è perfettibile. Molto viene fatto con successo e dedizione, ma la sinergia tra enti con diverse competenze, cultura, turismo, promozione, ecc. potrebbe senza dubbio portare nuove opportu- nità per il territorio. Il vostro lavoro viene porta- to avanti con fondi pubblici o privati? La Collezione è privata e sono stati i proprietari ad inve- stire nella nuova sistemazione museale. Un neomecenatismo ancora troppo raro. Quanto ancora c'è da sco- prire nell'area archeologica di Populonia? T a n t i s s i m o , q u e l l o c h e è stato portato alla luce è davvero una minima parte della città a n t i c a e d e l s u o t e r r i t o r i o . Populonia ha ancora molto da raccontare, molti nodi storici s o n o a n c o r a d a s c i o g l i e r e e molti aspetti dell'economia e della politica locale sono ancora in corso di definizione. L ' I t a l o - A m e r i c a n o h a p o i i n t e r v i s t a t o E r i c a F o g g i e Agostino Carpo che hanno cura- t o l ' a l l e s t i m e n t o d e l n u o v o M u s e o E t r u s c o i n s i e m e a F r a n c e s c o G h i z z a n i M a r c i a , ideatore del progetto grafico, Andrea Camerini, che ha ideato e diretto il video introduttivo, Ilaria Marchesi che ha curato la t r a d u z i o n e d e i t e s t i e i n f i n e Martina Fusi e Helga Maiorana che hanno raccolto le immagini e le didascalie dei pannelli. Disposizione degli spazi, materiali, illuminazione, ma ANDREA TEDESCHI anche disposizione delle opere. Quali criteri avete seguito per l'allestimento? L'allestimento è stato curato seguendo il progetto museologi- co e le indicazioni scientifiche che ci sono state fornite dalla curatrice della collezione, l'ar- c h e o l o g a C a r o l i n a M e g a l e . I principi ispiratori che abbiamo seguito nell'allestimento sono sostanzialmente due: lasciare il sapore originario della collezio- ne privata impostato su criteri primo novecenteschi di ordina- mento dei reperti all'interno delle vetrine e poi seguire un ordine espositivo riferito ad un percorso tematico all'interno delle varie stanze. Attraverso queste indicazioni abbiamo inizialmente proposto un nuovo ingresso che permet- tesse la creazione di una sala conferenze dotata di schermo fisso per proiezioni (circa 100 p o s t i a s e d e r e ) ; t a l e s p a z i o vostro intervento ha ampliato gli spazi. Si è caratterizzato l'ingresso (ove si trova il servizio biglietta- zione e il bookshop) pensandolo come un cannocchiale che attra- versa tutta la profondità disponi- bile, fino a portare lo sguardo del visitatore verso una finestra panoramica che si affaccia sul promontorio. Questa soluzione prospettica pone al centro dello sguardo (e d e l p e r c o r s o d i a c c e s s o ) i l "Dolio", che per le sue dimen- sioni eccezionali (è una grande anfora rotonda e alta come una persona) crea l'effetto di una cer- niera nel percorso allestitivo. Avete conservato qualcosa del vecchio Antiquarium? Nella nuova sala posta paral- lelamente all'ingresso (da questo divisa con un pannello didattico) sono state collocate 3 delle vetri- ne originarie restaurate, ritinteg- giate con una nuova colorazione incontri e conferenze. L'allestimento ha un ruolo importante perchè funge da g u i d a d e l v i s i t a t o r e t r a i reperti. Guidateci nel tour. S u p e r a t o l ' i n g r e s s o , c h e informa sulla famiglia Gasparri proprietaria della Collezione, le prime due stanze iniziano a farci scoprire la collezione e il suo rapporto con il territorio, anche attraverso una grande cartina a parete dove sono visualizzati tutti i ritrovamenti più importan- ti dell'Area Archeologica di Baratti e Populonia. C o n t i n u a n d o i l p e r c o r s o museale si arriva alla "Sala del Mare" che, prima dei lavori, si configurava come uno spazio raggiungibile solo scendendo tre alti scalini. Il progetto di questo spazio, anche in funzione dell'abbatti- mento delle barriere architetto- niche, parte dall'idea di realizza- re un percorso dinamico di sco- La nuova parete divisoria tra la sala del mare e il museo offre lo spazio sia per i pannelli espli- cativi (all'esterno), sia, all'inter- no) per la proiezione continua di un filmato originale sui ritrova- menti in mare. Siamo quasi alla fine del percorso espositivo. Le ultime stanze accolgono i reperti funerari: qui la strategia allestitiva ci ha portato ad intro- durre una nuova struttura espo- sitiva continua che si snoda su due livelli ed assolve a varie funzioni in base al tipo di ogget- to da esporre. Volumi pieni ed alti si alternano a volumi bassi e cavi riempiti di sabbia. L a p a r t e f i n a l e d e l racconto/visita è affidato ad altre due vetrine, vari esempi di sarcofagi e ad una testa lapidea finemente modellata che, isolata e montata su un sostegno metal- lico guarda, attraverso una fine- stra, il mare in cui è stata ripe- scata. Entrando nel museo si ha la s e n s a z i o n e d i u n a m b i e n t e a c c o g l i e n t e , n o n d i e s s e r e davanti a un freddo elenco di reperti riesumati da un passa- to lontano. All'interno del museo per le pareti si è scelta una tonalità calda di colore (tipo sabbia); per gli arredi si sono scelti colori e materiali neutri e naturali pro- prio per esaltare la qualità dei reperti: in particolare si è fatto uso di acciaio ossidato tipo "cor- ten" e di legno tinteggiato in marrone scuro (tonalità tipica delle finiture lignee del borgo antico di Populonia Alta). I l p a v i m e n t o i n c o n g r u o è quello originale, in pietra natu- rale tipo macigno o pietra sere- na. Abbiamo utilizzato tre tipi di illuminazione artificiale, anche se molti reperti godono della calda luce naturale durante il giorno: all'interno delle vetrine è realizzata collocando strisce di led (al di sotto delle mensole); per la luce diretta o d'accento si sono utilizzati faretti a led mon- tati su cavi; per la luce d'am- biente o indiretta sono stati scel- ti fari a led posti sopra le vetri- ne. diventa parte integrante del per- corso museale. Per realizzare questo proposito è stato necessa- rio demolire un muro di recente costruzione che ostruiva l'acces- so diretto ai locali e impediva l ' u t i l i z z o d e l l a g r a n d e s a l a tagliandola in due parti. Rispetto alla precedente c o n f o r m a z i o n e , q u i n d i , i l interna ed illuminate a led). Un grande schermo ha poi la fun- zione di accogliere il visitatore con una proiezione video appo- sitamente realizzata e proiettata i n c o n t i n u o ( c h e p r e c e d e e a c c o m p a g n a l a v i s i t a d e l museo): questo schermo e lo spazio antistante possono anche essere utilizzati per lezioni, perta sviluppato su due livelli: abbiamo quindi proposto un per- corso perimetrale allo stesso livello della quota del museo e la restante parte, centrale, (che è rimasta più bassa) è stata riem- pita con sabbia, in modo da rico- struire l'idea di un fondale mari- n o i n c u i s o n o a d a g i a t i d e i reperti (ancore e anfore). Continua da pagina 34 Il Dolium era un contenitore di terracotta che normalmente serviva a trasportare fino a 2000 litri di vino L ' a r e a a r c h e o l o g i c a d i Baratti-Populonia, ove sorgeva una città etrusca e romana nota fin dall'antichità per l'intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferronella, e più nello specifico l'area di Poggio del Molino, hanno un legame molto stretto con gli Stati Uniti. " I l p r o g e t t o A r c h e o d i g a P o g g i o d e l M o l i n o – d i c e Carolina Megale, che oltre a essere curatrice scientifica del M u s e o E t r u s c o - C o l l e z i o n e Gasparri di Populonia e docente di metodologia alla scuola di specializzazione dell'Università di Firenze è anche coordinatrice di questo scavo – è considerato un modello pilota di archeologia a 360°: da Harvard University, in occasione del meeting inter- n a z i o n a l e d i E a r t h w a t c h Institute, alle aule del prestigio- so Union College New York, dove viene formata la classe dirigente americana, hanno scel- to il nostro scavo come fiore all'occhiello del Department of Classics". È stata la stessa Megale a mettere in piedi nel 2008 il can- tiere di scavo, oltre a dedicarsi di persona alla ricerca di fondi disponibili presso società e fon- dazioni private da destinare ai lavori. "L'obiettivo è donare a questo territorio un capitolo di storia di straordinaria importan- z a c h e p o s s a r a p p r e s e n t a r e un'opportunità per le generazio- ni future". La fase estiva dello scavo che studia l'insediamento romano e la necropoli etrusca è ripartita il 10 maggio e prose- guirà fino al 20 luglio. "La campagna è divisa in due parti. La prima – spiega Megale – si svolge con la partecipazione di volontari provenienti da tutto il mondo, la seconda coinvolge g l i s t u d e n t i d i a r c h e o l o g i a dell'Università di Firenze, della University of Arizona (che da tre anni ha avviato una field school a Poggio del Molino) e da quest'anno gli universitari d e l l o U n i o n C o l l e g e N e w York". Il progetto Archeodig di Poggio del Molino porta studenti delle Università di Harvard, Arizona e New York

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-7-9-2015