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GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2015 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Storia (affascinante) dello 'schiavo figlio di schiavi' che nel tempo si emancipa LUIGI CASALE Emancipazione, emancipa- to, emancipare o emanciparsi. Ris pettivamente: s os tantivo astratto, aggettivo (participio perfetto), e verbo (attivo o rifles- sivo). Queste parole oggi indica- no (rispettivamente): l'istituto giuridico, la condizione storica o di diritto, l'azione, relativi ad una realtà umana, che possiamo definire "l'uscita da una situazio- ne di diritto e il passaggio ad una nuova condizione di diritto, in Andiamo adesso alla storia della parola. La parola latina "mancipium" (pl.: mancipia) da cui partiamo, presso gli antichi Romani indicava lo schiavo (ser- vus/serva) nato in casa, cioè lo schiavo figlio di schiavi. In lati- no l'espressione "manu càpere" (da cui si forma la parola manci- pium) infatti è afferrare con la mano, tenere in mano; da qui le parole: manceps (compratore), mancipium (acquis to o pro - prietà), e altre, tutte legate alle operazioni di scambio o assog- gettamento. Il verbo "capio/càpere" è prendere; quindi anche "fare prigioniero", tanto che i "capti- vi" (oggi diciamo "i cattivi", ma con significato completamente diverso) erano proprio i prigio- nieri. M ancipium (parola di genere neutro) all'origine, come la cosa acquistata, è il prigionie- ro (la persona che ha perduto i suoi diritti) o per atti di guerra o per incapacità da parte sua a sal- dare un debito. Quindi si tratta di una pers ona che in qualche modo si trova ad aver perduto la sua originaria libertà, divenendo proprietà del vincitore o, nel caso, del creditore. L'eventuale ris catto, per merito o per denaro da parte dello stesso mancipium, o per magnanimità del proprietario (il dominus manceps) restituiva la libertà al mancipium, che diveni- va "e-mancipiis": appartenente cioè alla categoria degli ex schiavi [ricordiamo qui il valore di "provenienza" della preposi- zione latina "e/ex"]; perciò veni- va chiamato anche liberto. Poi decideva lui se voleva o no con- tinuare a mantenere rapporti di amicizia o di correntezza col suo ex padrone. Comunque ne resta- va obbligato; e, se insieme alla emancipazione otteneva anche la cittadinanza, assumeva anche il suo nomen gentilicium (il nome di famiglia). Quindi emancipare, a Roma, significava "fare uscire dalla condizione di servo", cioè resti- tuire alla libertà. E ancor oggi, fondamental- mente, è questo il suo significa- to. Mentre come termine tecnico indica l'istituto giuridico attra- verso il quale viene riconosciuta al minore la facoltà di agire (e la responsabilità che ne consegue) di un maggiorenne. qualche modo più ampia di benefici e di potestà". Per esem- pio, si dice emancipata la perso- na che migliora la propria cultu- ra e acquista perciò una maggio- re libertà di giudizio; è emanci- pata la donna (o l'uomo) che si libera dai condizionamenti di un sistema di valori obsoleto (pre- giudizi), a volte addirittura limi- tativo della dignità e della libertà della persona; è emancipato il minore (o la minore) al quale il giudice riconosce la facoltà di agire alle stesse condizioni di un maggiorenne.