L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-3-2015

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GIOVEDÌ 6 AGOSTO 2015 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Giuliano Gori, l'arte ambientale di un collezionista fuori norma P arlare di "arte ambientale" s i g n i f i c a p a r l a r e d i G i u l i a n o G o r i ( P r a t o 1930), l'inventore in Italia della felice formula. La sua Fattoria di Celle, a una manciata di chilometri da Pistoia, è l'applicazione virtuo- sa, nota in tutto il mondo, del fortunato matrimonio arte-natu- r a . U n e s e m p i o d i c o m e u n a famiglia di mecenati si sia messa vita le scuderie, la cantina, il laboratorio, il granaio, gli edi- fici sparsi nella tenuta, la cap- pella, la casina del tè, la voliera, la pavoniera e un vasto territorio che comprende vigne ed olivi, orti e frutteti. "Il primo giorno di primavera del 2002 Michelangelo Folon c o n l a c o m p l i c i t à d i P i n a e G i u l i a n o G o r i , h a a p e r t o u n varco sul tetto di questa voliera per invitare a bere e a mangiare dalle mani della sua scultura "L'albero dai frutti d'oro". meraviglioso Caos di Emilio Vedova ha trovato la sede della sua massima espressione creati- va, quella che per definizione dell'artista, costituisce la sua "Cappella Sistina"? "La formula o la cabala di Celle consiste nel riunire sistemi d i c o n o s c e n z a , m i t o l o g i e , cosmogonie, parabole e metafo- re di diverse culture plastiche sotto un cielo comune, vale a dire una summa non teologica, ma plastica che si percorre come la Cattedrale di Siviglia, non in modo lineare" (K.de Baranano). A chiedere come è nata l'i- dea della Fattoria all' "impren- ditore senza profitto" Giuliano Gori, ci si imbatte in un fiume in piena: "È difficile sintetizzare in poche parole il fascino del- l'avventura iniziata e portata avanti a Celle. Ogni lavoro con- serva in sé gelosamente le ansie, le gioie, i sogni di un protagoni- s t a d e l l ' a r t e d e l X X s e c o l o . Vivere insieme agli artisti gior- no dopo giorno per settimane, mesi e con alcuni addirittura anni, ha significato vivere l'e- sperienza fisica dell'atto creati- vo, trasformare i sentimenti in una fonte energetica capace di depositarsi e fondersi con la s t e s s a m a t e r i a c h e s a r à p o i modellata dall'artista". Il collezionista toscano si appassiona, seduce i suoi artisti, ne condivide rischi e sacrifici, li coinvolge e ne è del tutto coin- volto, li espone con generosità con un unico scopo: l'arte per l'arte. A C e l l e s i è d a l p r i m o momento praticato un collezio- nismo totalmente fuori dalle r e g o l e d i m e r c a t o , p e r c h é i lavori realizzati sono e restano inamovibili e niente può privarli del loro ambiente. Il 16 giugno 1982, il giar- dino di impianto romantico, tra- sformato in parco tematico della scultura contemporanea, apre al pubblico con un primo nucleo di opere. Sono della partita Fausto Melotti "Tema e variazioni II" 1981, un corpo a corpo con la natura vicino allo specchio d'ac- qua in cui si riflette la traspa- renza e delicatezza dell'opera. Robert Morris crea un fascinoso l a b i r i n t o , a r r i v a n o U l r i c h Ructrie, Alice Aycock, Denis Oppenheim, Robert Serra, Anne e Patrick Poirier, George Trakas. Il "Grande ferro Celle" in acciaio rosso minio di Alberto Burri collocato nel 1986 davanti all'entrata della Fattoria introdu- ce al primo cancello e alla stra- da disegnata dallo Ximenes che porta al palazzo del '600. Inizia già qui questo viaggio f u o r i d a l t e m p o e p p u r e c o s ì in cui opere d'arte spettacolari per forza e dimensioni si fondo- no perfettamente con la natura. Al primo nucleo della collezione Gori appartengono quadri di De Chirico e del fratello Savinio, di Balla, Boccioni, esili sculture di Fausto Melotti, di Piero Fogliati, opere inedite di Robert Morris e Luigi Mainolfi. E se è impossibile spostare le opere monumentali site specific, che hanno fatto della Fattoria di C e l l e i l p i ù g r a n d e M u s e o a cielo aperto dedicato all'arte ambientale, ogni tanto quadri, piccole sculture, maquettes delle opere più importanti, firmate Daniel Buren, Joseph Cossuth, Beverly Pepper, Alberto Burri, Michel Gerard, Michelangelo Pistoletto, Sol Lewitt, Richard Long prendono vie internaziona- li per ricostruire il fascino di "Arcadia in Celle", ne riportano echi e rimandi capaci di suggeri- re come l'arte si può sposare perfettamente alla natura, sem- pre che si voglia porre alla base il concetto di rispetto reciproco e di reciproca armonia. La Fattoria di Celle compren- de un'intera collina di 500 etta- r i , d i c u i 4 5 p e r f e t t a m e n t e rispondenti al progetto sognato e concretizzato di arte ambientale affidato alle cure del fondatore, dei suoi quattro figli e dei nume- rosi nipoti assistiti da un esercito di addetti ai lavori e natural- mente dai protagonisti di questa meravigliosa avventura: artisti di tutto il mondo che in più di 30 anni hanno dato vita e spessore a l s o g n o d e l l a F a t t o r i a o g g i divenuto una meravigliosa realtà dell'arte naturale. FRANCESCA GRAZIANO al servizio dell'arte non per trar- ne profitto quanto per mostrare come il rispetto dell'ambiente possa fare del bene proprio a tutti. È l a p r i m a v e r a d e l 1 9 7 0 quando l'allora giovane impre- sario si trasferisce nel palazzo g i à a b i t a t o n e l ' 6 0 0 d a l Cardinale pistoiese Fabroni e poi d a l b i b l i o f i l o T a m m a r o D e Marinis, amico di Benedetto Croce. Nelle mani del collezionista tutta la Fattoria si apre ad un nuovo umanesimo. Prendono La Voliera del parco di Celle, venne costruita nel 1812 dal poeta Bartolomeo Sestini e oggi d e s t i n a t a , d a l l ' i n t e r v e n t o d i Folon, a sfamare e dissetare gli uccelli in un luogo che per loro fu prigione e adesso è accoglien- za e nutrimento. Potrebbe essere questa l'epigrafe, con cui il visi- tatore si confronta nell'affasci- nante percorso verde della colli- na toscana, in uno dei tanti sim- boli dell'espressività metaforica e mitica dello spirito del luogo. Oppure potrebbe esserlo una grande sala del granaio dove il strettamente legato alla contem- p o r a n e i t à . L ' i n c o n t r o c o n i l parco di Celle è un'esperienza straniante e rivelatrice, un pae- saggio dell'anima trasformativo. Non è un caso che qui un mini- malista come Robert Morris si trasformi in scultore barocco per creare le sue cornici attraversate da un vento di morte, Enrico Castellani si cimenti con specchi di cristallo giocati sui sofisticati squilibri dell'architettura di una piccola stanza (Enfiteusi I) strut- tura che l'artista ripeterà esatta- m e n t e n e l p a r c o n e l l a s u a d i m e n s i o n e e f o r m a , R o b e r t Serra crei una delle sue rare opere in pietra. Gli artisti che hanno lavorato nel parco hanno evidentemente dovuto confrontarsi con uno spi- ritello antico, un estroso, strava- gante genius loci, dispettoso a volte, che fa cambiare stili, è foriero di novità, duttile e forte nel contempo come lo sono i miti, gli arcani, le cabale, la spe- cificità del sito essendo l'idea di base tra spazio naturale e crea- zione artistica. Il grande laboratorio creativo iniziato nei primi anni '80 conti- nua ininterrottamente la sua atti- vità mirata soprattutto ad inda- gare il rapporto opera-ambiente, Servi Muti di Roberto Barni (1988): l'installazione, sotto un platano, accoglie i visitatori alla Fattoria di Celle Nel settembre 2007 Giuliano Gori presenta la collezione di Celle all'IIC di Los Angeles (qui sotto con il direttore IIC Francesca Valente e del Moca Jeremy Stric). Sopra Gori incontra Julius Shulman, storico fotografo califor- niano che fu invitato a immortalare l'intera collezione Grande ferro Celle di Alberto Burri del 1986

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