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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015 www.italoamericano.org 25 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | ou've dreamed about ou've dreamed about If y If y ti ti t driving a Masera t driving a Masera ou ve dreamed about I If y our op our op now is y now is y ti, . t driving a Masera pportunity pportunity TIAUTO MASERAT .COM Y. OGALLER 818.914.2051 ABRIZIO DI CICCO F : CT A CONTA Scegliamo tutti il made in Italy per difenderlo dal falso sione che si allinea con l'obiettivo di raggiungere i 36 miliardi di esportazioni entro l'anno. Se aumenta la nostra buona abitudi- ne di scartare i prodotti stranieri che imitano pasta, formaggi, con- serve, insaccati nazionali per acquistare il vero Parmigiano reg- giano o il vero prosciutto di Parma, non si farà altro che ripu- lire il mercato dai "fake pro- ducts". Come dire, a grandi linee, che anche dalla West Coast possiamo contribuire direttamente a soste- nere la ripresa italiana e a difen- dere il buon nome dei nostri pro- dotti tipici. Il Governo italiano, dal canto suo, come assicura il ministro Martina, ha messo in campo un Piano straordinario per l'interna- zionalizzazione. Nei prossimi tre anni si intendono investire più di 70 milioni di euro, con una cam- pagna di promozione del Made in Italy e di lotta all'italian sounding il cui giro d'affari annuo è stima- to in circa 54 miliardi di euro l'anno che al giorno significano quasi 18 miliardi di euro, un risultato senza precedenti". A dirlo è stato Maurizio Martina, Ministro italiano delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali commentando un dato in cresci- ta di oltre 8 punti percentuali rispetto al 2014, che segna la ripresa del settore, ma anche le potenzialità di un commercio estero che spesso soffre tanto di freni interni quanto di ostacoli esterni, come la contraffazione. "Sono numeri record – ha detto Martina - che danno la dimensio- ne della potenza che l'Italia espri- me in questo settore e ci raccon- tano la forza di un tessuto fatto da centinaia di migliaia di piccole imprese che si mettono in gioco e puntano a conquistare i mercati mondiali". Il punto è che anche noi con- sumatori potremmo dare loro una mano con un protagonismo "selettivo", ovvero decidendo di scegliere sempre, e in via esclusi- va, quel made in italy di cui tanto si parla, al momento degli acqui- sti al supermercato. Meglio cioè lasciare scadere sugli scaffali i prodotti che mil- lantano bandierine tricolori per attrarre i cultori dei sapori nostra- ni con nomi che echeggiano le specialità tradizionali delle nostre cucine regionali, per comprare con convinzione la versione origi- nale. L'imitazione scadente, oltre a creare un danno economico in ter- mini di mercato sottratto ai pro- duttori italiani, spesso nasconde la mancanza di quella qualità, di quelle certificazioni e di quei con- trolli, che viceversa sono il segno distintivo del mangiar bene e sano della cucina italiana e della dieta mediterranea. Che possiamo avere un ruolo da attori principali e attivi nel determinare un'inversione di rotta, anche economica, lo dimo- strano i dati dell'export. A giugno il mercato Usa ha fatto registrare un +29% per il nostro alimentare, con vendite che nei sei mesi hanno superato 1,7 miliardi di euro. Una progres- L e empanadas che si man- g i a n o i n A r g e n t i n a , i l cacao dell'Ecuador, i blini (pancake) russi. Ma anche il couscous dei Paesi che si affac- ciano sul Mediterraneo e la qui- noa coltivata in Bolivia. Ecco alcuni degli oltre 50 piatti e ingredienti tradizionali con cui è stata apparecchiata dai Paesi partecipanti a Expo Milano, la "Tavola del Mondo". Una festosa parata accompa- gnata dal ritmo coinvolgente dei tamburi e dalle divertenti perfor- mance di una marching band, è arrivata fino all'Expo Centre, dove è stato allestito un grande banchetto che ha celebrato la diversità e la ricchezza delle tavole di tutto il mondo. I piatti portati in sfilata per il sito espo- sitivo sono stati poggiati su un lungo tavolo e simbolicamente condivis i, in un momento di scambio di storia e tradizioni unico, tra donne provenienti da ogni parte del mondo. Il dialogo e lo scambio che solo intorno a un tavolo imbandi- to possono intrattenere tutti gli individui del mondo ha voluto mos trare come il cibo pos s a essere un mezzo di comunicazio- ne di un messaggio forte che vede le donne, il loro ruolo e i loro diritti, al centro della lotta contro la fame e le ingiustizie sociali. A suggellare questo patto per il futuro, le delegazioni dell'Onu hanno sfilato con dei grembiuli da cucina su cui erano stati stam- pati gli obiettivi da raggiungere per sconfiggere la fame, l'em- powerment femminile e la parità di genere. Le Nazioni Unite hanno offer- to un cucchiaio blu, simbolo della Sfida Fame Zero, a rappre- sentanza della voce di tutti popo- li e di tutte le donne che ancora non hanno accesso al cibo. "#Hungry 4 Human Rights" è l'hastag lanciato per promuo- vere un'Esposizione Universale libera dalle discriminazioni e attenta ai diritti umani. L'hastag è stato presentato nel corso della cerimonia per la firma della Carta per le Pari Opportunità e l'uguaglianza sul lavoro. È una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese e pubbliche amministra- zioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pre- giudizi. La Carta in Italia è già stata firmata da 674 imprese e da 221 pubbliche amministrazioni. "La firma rappres enta un passo in avanti importante per la diffusione di una cultura azien- dale in grado di valorizzare le risorse migliori, senza pregiudi- zi" ha spiegato Giuseppe Sala, commis s ario di Expo. L'esposizione si fa promotrice di una gestione delle differenze che genera valore e che si alimenta con continui processi di cono- scenza, integrazione e scambio tra le persone senza distinzioni di genere, razza o etnia, apparte- nenza religiosa, età, disabilità, orientamento sessuale o identità di genere. I luoghi di lavoro diventano così un'occasione di arricchimento umano e di cresci- ta professionale. La sottoscrizio- ne del documento rappresenta un importante passo all'insegna del- l'impegno contro le discrimina- zioni e contro le diverse forme di razzismo, che impediscono una vera crescita. Una 'tavola del mondo' contro la fame La sfilata dei piatti tipici dei vari Paesi partecipanti a Expo per allestire la 'Tavola del mondo' (Ph. Mascolo) 147 milioni di euro: almeno due prodotti su tre commercializzati all'estero si riconducono solo apparentemente al nostro Paese. "I consumatori di tutto il mondo – dice senza giri di parole - cercano l'Italia a tavola, e noi vogliamo aiutare i produttori a coprire questo fabbisogno con i veri prodotti italiani". Ma se il mercato nazionale si sta attrez- zando e anzi spesso ha patito questa sleale concorrenza, anche noi consumatori dobbiamo rim- boccarci le maniche e iniziare a fare scelte di qualità. Continua da pagina 1