L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-20-2015

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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | In musica l'emigrazione di 27 milioni di italiani e la storia di 80 milioni di oriundi GOFFREDO PALMERINI un convenzionale confine geo- grafico, invisibile, corrispondeva un significativo e ben più reale attraversamento mentale e psi- chico. Per molti, varcare quella linea immaginaria significava aver raggiunto realmente "un a l t r o m o n d o " . A t t r a v e r s a r e l'Equatore era insomma l'ine- quivocabile segno di essere dav- vero lontani da casa. Come non pensare allora, alla luce di queste profonde riflessio- ni che ho condiviso con Tiziana Grassi, che ringrazierò sempre p e r a v e r m i d i s c h i u s o q u e s t o straordinario mondo di cono- scenza e di complesse sfaccet- t a u r e , c h e q u e s t o I n n o n o n dovesse contemplare tutti questi 'universi' psicologici delle sin- gole persone e di un'intera col- lettività, la nostra? "Italia Patria mia" è ideal- mente su quelle navi, durante quelle traversate, nel passaggio all'Equatore, vicino agli italiani alla ricerca di una vita migliore. Ma è ancora con loro quando desidera, attraverso la musica, unire, ricongiungere le cosiddet- te 'due Italie', sollecitare l'atten- zione su questo passato, che si riverbera nel nostro presente. I connazionali sentono questo mio desiderio profondo, e conti- nuano a scrivermi per ringraziar- ci perché, naturalmente dopo l'Inno di Mameli, mi dicono che mancava un Inno che desse voce a tutti loro, al loro vissuto migra- torio. È una conferma di grande significato, per noi che lo abbia- mo scritto e musicato pensando a loro. Tanti giovani continuano a partire per l'estero dove spes- so trovano fortuna. Il Volo, restando al suo settore musica- l e , n e s o n o u n e s e m p i o . L'emigrazione, anche oggi, comporta sacrifici, ma può dare grandi risultati di auto- realizzazione. Questo Inno ci racconta che la Storia dell'e- migrazione italiana continua, magari prendendo aerei e non transatlantici di terza classe. Questo Inno, senza nessuna retorica o semplificazione, ma con il massimo e dovuto rispetto e attenzione ad ogni singola parola che abbiamo voluto inci- dere, parla della partenza, dello strappo del distacco, di tutta quella gamma di sentimenti che sono parte della nostra storia migratoria, di un tracciante che, dai luoghi noti e familiari, porta- va lontano, altrove. Considerando e partecipando al senso di solitudine, amarezza, speranza, coraggio, spaesamento che ogni persona che migra, ieri come oggi, porta nel suo perso- nale, interiore bagaglio. Se è vero che l'emigrazione è una l a c e r a z i o n e , s e g n a n d o u n 'prima' e un 'dopo' nell'esisten- za di un uomo, al contempo può anche rappresentare un'opportu- nità, un campo di possibilità e di autorealizzazione. Ma a quale prezzo? Oggi l'Italia è tornata ad esse- re un Paese di emigrazione, e q u a s i o g n i a n n o s o n o o l t r e 100mila le persone che sono costrette a partire per realizzare un sogno o semplicemente vive- re dignitosamente, lavorando. È u n a c o n q u i s t a i l l a v o r o e l a dignità che ne consegue, mentre dovrebbe essere la base esisten- ziale di tutti. E invece non è così. S o n o d u n q u e c a m b i a t e l e caratteristiche dei migranti: non più persone poco alfabetizzate, ma pur sempre portatrici di valo- ri, mestieri e competenze profes- sionali, come erano i nostri con- nazionali che emigravano tra Otto e Novecento, ma laureati, ricercatori, medici, informatici. Non più traversate di un mese ma voli aerei. Ma è sempre capi- tale umano che va via, che è costretto ad emigrare, e sono talenti che spesso non torneran- no più, che non potranno riporta- re 'a casa' il portato della loro esperienza formativa all'estero. È una grave perdita per il n o s t r o P a e s e , c h e m a n c a d i 'visione'. E poi c'è lo smarri- m e n t o , l o s t r a p p o p e r s o n a l e insieme alla legittima, dolorosa e talvolta straniante ricerca di rea- lizzare il proprio progetto di vita. Questo Inno, nel parlare di partenza, di emozioni e ricordi, parla anche di loro, e a loro. I n u o v i m i g r a n t i . A l d i l à d e l tempo e dello spazio. Come solo la Musica sa fare. America, all'Australia... È vero, sicuramente non è solo una canzone, ma un ponte. Per tanti motivi. Non solo per- ché la musica è il linguaggio universale per eccellenza, ma perché, ho avuto la fortuna di conoscere Tiziana Grassi, gior- nalista e autrice per molti anni del programma di servizio per gli italiani all'estero "Sportello Italia" a Rai International, una delle più grandi e appassionate studiose di emigrazione italiana, e c o n q u e s t o p e n s o a l s u o m o n u m e n t a l e " D i z i o n a r i o Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo" che ha da poco pubblicato. Grazie a lei ho p o t u t o a p p r o f o n d i r e a l c u n i importanti aspetti sociali, cultu- rali e storici della nostra diaspo- ra. Confrontandomi a lungo con lei, sono entrato dentro il signifi- cato profondo che per i nostri connazionali rappresentavano, per esempio, le interminabili e f a t i c o s i s s i m e t r a v e r s a t e , l ' O c e a n o , q u a s i u n l i q u i d o amniotico verso la ri-nascita, verso il 'Nuovo Mondo', o il s i g n i f i c a t o d e l p a s s a g g i o all'Equatore, per cui sulle mal- conce navi, venivano organizza- te delle feste. P e r c h è t r a O t t o c e n t o e Novecento, per gli emigranti ita- l i a n i d i r e t t i v e r s o i l S u d A m e r i c a , i l p a s s a g g i o all'Equatore rappresentava un evento dalle forti ricadute sim- boliche: all'attraversamento di I n forte empatia con i legami degli italiani verso il proprio Paese d'origine e quello che li ha accolti, e con il costante invito del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella alla coe- sione e alla solidarietà, valori alla base della nostra Repubblica che, insieme al lavoro, sono stati porta- ti dagli emigrati italiani in giro per il mondo dando un forte impulso allo sviluppo dei vari Paesi, l'Inno degli Italiani nel Mondo è sintesi della storia di 27 milioni di italia- ni partiti oltreconfine tra Otto e Novecento alla ricerca di una vita migliore. Una storia che oggi si riverbera in 80 milioni di oriundi, gli "ita- liani col trattino". "Italia Patria Mia", composto su musica di grande efficacia evo- cativa e un testo che invita a sognare, ma anche a riflettere, sulla storia dei milioni di conna- zionali nel mondo, è simbolo dell'italianità e dell'appartenenza. Anche nel testo sottolinea il coraggio, l'orgoglio, i sogni e le conquiste di milioni di emigrati italiani. Milioni di persone che, parten- do oltreconfine, hanno assicurato lo sviluppo dell'Italia e il suo pre- stigio nel mondo, distinguendosi per i valori di cui sono stati porta- tori con impegno e tenacia, e rap- presentando, ieri come oggi, una risorsa preziosa per l'Italia. A tutti loro, al loro coraggio, orgoglio, ai sogni e alle conqui- ste, parole che condensano un'e- popea di straordinario valore e che gli autori, il tenore Giuseppe Gambi e la giornalista esperta di emigrazione Tiziana Grassi, hanno voluto sottolineare in que- sto Inno, è dedicato "Italia Patria mia". Un brano che intende sensibi- lizzare la coscienza collettiva dei connazionali sulla valenza dall'Emigrazione italiana testi- moniata nei Paesi di origine e di destinazione. "Italia Patria mia", di particolare intensità emoziona- le, porta avanti un messaggio di appartenenza e identità legata alla nostra Storia, segno di gratitudine e riconoscimento verso i nostri connazionali che si sono fatti strada a costo di numerosi sacrifi- ci, conquistando rispetto e stima nel mondo fino a diventare spes- so autentici protagonisti. L'auspicio è che, attraverso il lin- guaggio universale della musica, si vivifichino ancor più i legami tra le due Italie. Gambi in Argentina per il debutto mondiale di "Italia Patria Mia" Tra Ottocento e Novecento 27 milioni di italiani partirono alla ricerca di una vita migliore Continua da pagina 32

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