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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2015 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Se la frase ha un doppio senso è tutta colpa della segmentazione LUIGI CASALE Q uando mi dicono: "Caro Luigi" oppure "Caro pro- fessore". Caro? Ma quan- do mai!? A meno che non inten- dano dire che "costo parecchio". Ma voi veramente pensate che la parola "caro" significhi ancora qualcosa quando viene usata in apertura di uno scritto? O non è piuttosto una formula convenzio- nale per richiamare (o ingraziar- si) l'attenzione del destinatario li, tra chi veramente si vuole bene. Ho conosciuto una persona che probabilmente aveva le stes- se mie perplessità nell'accettare l'appellativo di "caro". Ad ogni "caro" rivoltogli, rispondeva con garbo: "Pur caro! Per me tu sei purcàro!". Purcaro, nella lingua napoletana, è la forma corrispon- dente all'italiano porcaio. L'equivoco, o il doppio-senso, sta nell'errore di segmentazione. Cos'è la segmentazione? Consideriamo un'espressione linguistica. Noi parlanti compe- tenti (capaci – secondo la siste- mazione teorica che di questi fenomeni ci dà Noam Chomsky – di utilizzare nell'uso della lingua le due parti della grammatica che vanno sotto il nome di morfolo- gia e sintassi) siamo in grado di "inventarla" e di "esprimerla" (produrla in un contesto comuni- cativo. Ebbene, quella espressio- ne, prima di formularla e portarla all'esterno, il parlante la pensa. Ma – attenzione! – la pensa in forma di "parole". Cioè immagi- nando le parole col loro suono e il loro significato. Una volta definito, questo testo, sia esso nuovo o già esi- stente nella memoria o nella let- teratura, possiamo fissarlo nella scrittura, attraverso segni grafici. Se riflettiamo un attimo, ci rendiamo conto che la nostra espressione, nell'atto della sua produzione o riproduzione foni- ca, appare come una stringa con- tinua di suoni. Solo chi conosce quella lingua (ne è competente, secondo Chomsky) riesce a distinguere, una per una, tutte le parole di quel testo linguistico. Se no essa continua ad essere una serie ininterrotta di suoni conti- nui. Questa è la segmentazione: la capacità di riconoscere tutte le parole all'interno di una stringa continua (qual è il nostro modo di parlare). Diversa è la scrittura, in cui le parole appaiono oppor- tunamente segmentate. Forse, all'origine, anche la scrittura dovette apparire non- segmentata. Quella stessa persona che a chi lo chiamava "caro", rispon- deva col "pur-caro", insegnante di latino della nostra giovinezza, quando il latino si insegnava già a partire dalla scuola media, senza tanti preamboli ci metteva di fronte ai problemi della lingua creandoci delle situazioni reali. Per esempio, nel caso specifi- co, per farci capire che cosa fosse la segmentazione, ci chiedeva di tradurgli la seguente frase, detta a voce: "Lustramilescarpe!". La quale nella nostra mente si pre- sentava (segmentata) così: "Lùstrami le scarpe!". Ma, dato il nostro modesto livello di cono- scenza della lingua latina, erava- mo costretti a rispondergli che non eravamo in grado di tradurre in latino questa espressione ita- liana. La risposta, evidentemente attesa dall'insegnante, ci richia- mava ad una maggiore attenzione col dirci che la frase era un'e- spressione latina, e pertanto glie- la dovevamo tradurre in lingua italiana. Il buonuomo ci scriveva sulla lavagna: "Lustra, miles, carpe". Al soldato (miles: vocati- vo) si dava la raccomandazione di "afferrare" (carpe! imperativo) i periodi di ferma militare (lustra, i periodi di 5 anni corrispondente alla ferma di leva). In altre parole, il senso della frase nella sua corretta segmenta- zione era questo: "O soldato, affronta con serenità e con corag- gio la ferma militare, i lustri. La segmentazione che si rende evidente nella scrittura, è la riprova che nella ideazione delle argomentazioni pensate con la mente avviene mediante le singo- le parole, per cui possiamo dire che del codice-lingua "la parola è "unità" di segno. Cioè è l'ele- mento unitario portatore di un significato di cui si occupa la semantica. prima di una conversazione? Se è così, essa serve per aprire una comunicazione, o meglio, per stabilire in qualche modo il contatto prima di iniziarla. Rientra in quella che si chia- ma "funzione fàtica della lin- gua", secondo la classificazione di Roman Jakobson. Aprire e mantenere aperto il contatto. Si tratta di una convenzione. Non è escluso tuttavia che essa venga usata con la sua più naturale connotazione affettiva; nelle comunicazioni confidenzia-