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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 35 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | V iva il vino spumeggiante / nel bicchiere scintillante / come il riso dell'amante / mite infonde il giubilo! Viva il vino ch'è sincero / che ci allieta ogni pensiero / e che annega l'u- mor nero / nell'ebbrezza tenera. Turiddu canta quest'aria tratta dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni che fu ispirata d a u n a n o v e l l a d i G i o v a n n i Verga. Insomma, tutta siciliana questa opera melodrammatica che inevitabilmente vede come contorno della vita contadina il prezioso succo fermentato di uva: il vino. E la Sicilia vanta tra i vini più a n t i c h i i n a s s o l u t o e s o n o i l Passito di Pantelleria, isola del Mediterraneo in provincia di Trapani, ricavato dallo zibibbo, varietà di uva dai chicchi rotondi e dolcissimi e la Malvasia pro- dotta nelle Isole Eolie in provin- cia di Messina. È probabile che Omero fac- cia riferimento ai vini dell'Etna quando nell'Odissea fa dire al Ciclope Polifemo che avrebbe ucciso per ultimo Ulisse poiché aveva apprezzato la bevanda di colore rosso a lui sconosciuta, cioè il vino. La Sicilia, dunque, da millen- ni ha prodotto vino e non poteva quindi mancare un Museo del vino e della civiltà contadina. E questo museo si trova a Palermo ospite delle antiche cantine del principesco Palazzo Palagonia di via del Quattro Aprile, datato a l l a f i n e d e l 1 4 0 0 v i c i n o a l P a l a z z o S t e r i , a l P a l a z z o Abatellis dove ha sede il Museo regionale interdisciplinare e a d u e p a s s i d a P i a z z a M a r i n a famosa anche per la presenza di alberi di Ficus magnolioides dalle dimensioni gigantesche. Il museo nasce da una asso- ciazione, Enoclan, fondata nel 1 9 8 0 e p r e s i e d u t a d a G u i d o Ferla, enogastronomo e somme- lier professionista dal 1994. I l o c a l i d i p r o p r i e t à d e l Comune di Palermo, sono stati ottimamente restaurati, ci dice il presidente dell'associazione, in quanto tutto il palazzo aveva subito notevolissimi danni a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale a cui si aggiunse il colpo di grazia del terremoto del 1968. Il Museo è alloggiato tra i bellissimi muri pluricentenari in pietra di quelle che furono le scuderie del palaz- zo. C o m e n a s c e l ' i d e a d i u n Museo del Vino? Lo abbiamo chiesto a Guido Ferla il quale ci ha risposto che l'idea primaria e r a q u e l l a d i r e a l i z z a r e u n a mostra permanente di vini sici- liani che è seguita all'esperienza dell'associazione culturale eno- gastronomica per divulgare i vini locali. Nel 1983 l'associa- zione ha portato i vini della pro- pria collezione in degustazione riscuotendo successo anche in Toscana, considerata autorevole rappresentante dell'enologia ita- liana. Cosa si può ammirare nel Museo? Collezioni, tutte di pro- prietà del presidente, di 3000 bottiglie di vino esposte tra cui alcune risalenti al 1800 e tra queste un Marsala Woodhouse e datate 1815 e 1835, un Moscato di Montelepre e un esemplare di fine '800 dei Principi Ganci; più di 2000 etichette catalogate per ordine alfabetico, per regione, provincia, città e produttore; eti- chette internazionali, straniere, catalogate per nazione; cartoline, poster, capsule e perfino una moneta da 5 lire con inciso da un lato un grappolo d'uva; e poi a n c o r a c a v a t a p p i , b i c c h i e r i , attrezzi vari per l'imbottiglia- mento e un pezzo raro chiamato "palummedda" di terracotta che serviva alla fuoriuscita dei gas di fermentazione evitando contem- poraneamente l'ingresso di inset- ti. Questo, tra l'altro, era un oggetto per i nobili perché i con- tadini, i poveri, usavano per rag- giungere lo stesso scopo, un intreccio di spine. Non mancano tutti gli attrezzi in uso presso il mondo rurale per lavorare la terra e i vigneti e le botti per fare fermentare il pre- zioso liquido che oggi, e final- mente, ha il giusto riconosci- mento nel mercato nazionale e internazionale. Una biblioteca è in via di catalogazione dei volumi e della rassegna stampa che in questi anni ha registrato l'attività del- l'associazione e del Museo. Mantenendo rigorosamente il gusto e la vocazione per il passa- to, il museo ha più volte ospitato manifestazioni culturali e rico- tratto che avrebbe cambiato la sua vita a causa di una macchia d'inchiostro sul foglio dove il s u o c l i e n t e a v r e b b e d o v u t o apporre la firma, ma non lo fece vedendo come un segno nefasto del destino quella macchia. Q u e s t o f e c e l a f o r t u n a d i Watermann che recuperando i pezzi di quella penna, inventò la stilografica che contenesse due sole gocce di inchiostro, proprio quelle che bastavano per apporre una firma. Ma nella mostra portata a "Collezionando" è stata la latta a fare da protagonista. Giocattoli, macchinine, scatole tra cui una chicca: quella di "pagine gialle" (elenco telefonico per categorie commerciali e professionali che veniva distribuito insieme all'e- lenco dei numeri telefonici degli a b b o n a t i ) , c h e c o n t e n e v a u n mazzo di carte francesi e veniva omaggiato agli abbonati; conte- nitori di biscotti e, altra chicca, scatola che conteneva la cassata siciliana. Un mondo tutto fatto di latta che ha veramente il sapore dei nostri primi giochi ma che affa- scina anche chi di anni ne ha davvero pochi come quel bambi- n o , c i r a c c o n t a s e m p r e D'Attardi, che recatosi a Londra alcuni giorni dopo avere visitato la mostra, ritorna per regalare al collezionista una automobilina ovviamente di latta, acquistata in un mercatino dell'antiquariato nella capitale inglese. Aldo Adelfio, tra i tre, è forse il più teorico, quello, cioè, che vuole andare più a fondo nella sua ricerca. Spera di trovare in ogni oggetto la sua storia da rac- contare a chi non l'ha potuta vivere prima che diventasse memoria. In questa manifestazione ha esposto incarti per agrumi, veli- ne moltissime delle quali di pre- gevole fattura e provenienti da varie parti della Sicilia, e non solo, ma che hanno fatto la sto- ria del trasporto di alcuni dei prodotti tipicamente siciliani, quali arance, mandarini, limoni. Cosa spinge una persona al collezionismo? Le loro risposte sono state simili: cominci a rac- c o g l i e r e p e r c h é d a b a m b i n o desideravi qualcosa che non hai potuto avere oppure perché vuoi riprodurre una sorta di piacere che ti derivava dall'avere cose di tuo gradimento. I l s o g n o d i A d e l f i o e D'Attardi – Guido Ferla lo ha già realizzato – è quello di pote- re trovare un luogo dove espor- re, catalogate, tutte le loro colle- zioni perché il loro desiderio è quello di potere raccontare la storia attraverso anche le piccole cose, attraverso gli oggetti che magari molti non usano più ma che sono parte della vita di chi li ha preceduti, sono la storia delle famiglie, la storia, infine, della nostra cultura. Sono la nostra memoria senza la quale il pre- sente non esisterebbe e senza la q u a l e n o n s i p u ò p r o g e t t a r e alcun futuro. A testimoniare la validità d e l l a m e m o r i a a t t r a v e r s o i musei, le collezioni, le frasi di ringraziamento che i visitatori delle mostre lasciano a ricordo sul libro delle testimonianze e che sono da stimolo a continuare per questa strada, a continuare ad essere i custodi del nostro passato. Collezioni al museo del vino TERESA DI FRESCO noscendo in sé una "sana follia" da collezionismo, il suo direttore Ferla ha ospitato altre collezioni che in comune con il vino e la società contadina hanno poco da dividere se non il ricordo, la memoria di un tempo passato o più o meno recente, ma che può sembrare ormai quasi obsoleto se non si considera il suo alto valore storico. L'ultima mostra di collezioni d a l t i t o l o , n e a n c h e a d i r l o , "Collezionando" ha visto prota- gonisti altri due palermitani che, ormai pensionati dai loro rispet- tivi lavori, allestiscono mostre delle loro collezioni (e sono molte e variegate) e pubblicano libri sulle loro raccolte. S o n o F r a n c o D ' A t t a r d i e Gesualdo, Aldo per gli amici, Adelfio che, ci dicono, hanno trovato uno scopo in più per arricchire la loro vita l'indomani del pensionamento. D'Attardi inizia a dare corso a questa passione già nel 1985 rac- cogliendo (agli inizi tutti i colle- zionisti raccolgono poi si perfe- zionano) penne stilografiche d'e- poca. La più antica – ci racconta - fu costruita da Watermann, assicuratore che mancò al con- I collezionisti Franco D'Attardi, Guido Ferla e Gesualdo Adelfio. Foto: Nicola Gullifa Giocattoli di latta esposti al Museo del vino e della civiltà contadina di Palermo