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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il buon nome dell'Italia siamo noi tutti a farlo crescere L'astrofisico padovano Piero Benvenuti La creatività che ci contrad- distingue dipende dalle persone, è costruita dal valore aggiunto apportato dalla bravura, dall'e- stro, dalla maestria dei singoli. È il risultato personale ciò di cui può beneficiare la colletti- vità, a patto che ciascuno di noi si impegni a difendere i prodotti e i risultati nazionali e a valoriz- zare quel che di buono sappia- mo fare come Paese. È il contri- buto che siamo chiamati a dare per sostenere la causa, se non siamo noi stessi a impegnarci in prima persona. Tanti sono i connazionali il cui contributo, sebbene spesso nascosto alla ribalta dei media nazionali e internazionali, è fon- damentale per lo sviluppo non solo dell'arte e della cultura, ma anche della scienza e della tec- nologia. Lo sapevate che è un pado- vano l'uomo che dà il nome alle stelle? Si chiama Piero Benvenuti, h a 6 7 a n n i e d è d o c e n t e d e l Dipartimento di Fisica e astro- nomia. È stato appena nominato a Honolulu segretario generale d e l l ' U n i o n e A s t r o n o m i c a Internazionale. L'associazione raccoglie dodicimila astronomi professionisti di 75 Paesi. A v e t e l e t t o s u l l o s c o r s o numero de L'Italo-Americano la storia dell'astronoma partita da Treviso, Cristina Dalle Ore, che ora sta investigando i misteri dell'universo per la Nasa e la c o m p o s i z i o n e c h i m i c a d i Plutone? Cosa c'entrano questi due casi specifici con questo discor- so? Il buon nome dell'Italia e degli italiani dipende dalla cara- tura di persone così, la cui pro- fessionalità è riconosciuta a livello internazionale. Sono per- sone poco note ai più, che pure raggiungono livelli altissimi nel l o r o s e t t o r e a l p u n t o c h e l a comunità scientifica tutta bene- ficia della sapienza dei tanti ita- liani come Benvenuti e Dalle Ore. Il punto è proprio questo: l a r e p u t a z i o n e s i c o s t r u i s c e poco alla volta, nel proprio set- tore, impegnandosi al massimo. Magari partendo da una for- mazione di eccellenza, fornita da un sistema scolastico e uni- versitario come quello italiano molto spesso vituperato, ma di cui si giovano enti di ricerca in tutto il mondo, in grado di sfrut- t a r e a p i e n o c i ò c h e l ' I t a l i a spesso non riesce a offrire alla maggioranza dei propri "cervel- li", costretti fin troppo spesso a cercare all'estero la propria rea- lizzazione personale. È questo il made in Italy da difendere, la proprietà intellet- tuale da tutelare e promuovere garantendo alla ricerca, all'in- novazione, alla creatività in tutte le sue espressioni, le con- dizioni necessarie per crescere e svilupparsi. E non è solo storia degli ulti- mi anni. Q u a n t i n o s t r i " e m i g r a t i " hanno unito le peculiarità trico- lori alle occasioni offerte oltre confine per realizzare i propri progetti, come ha fatto Federico F a g g i n c h e s e n z a l a S i l i c o n Valley non avrebbe mai visto nascere il suo microprocessore? Guglielmo Marconi, solo per fare un vecchio esempio, non avrebbe mai realizzato la radio senza i capitali inglesi. L'astronomo trevigiano Cristina Dalle Ore Italiani, novelli 007 GIORGIO BICOCCHI Continua da pagina 1 Primi, stavolta, non lo siamo. In Inghilterra, ad esempio, pare che il fenomeno stia assumendo proporzioni sempre più significative. Italiani 007, ecco il punto. Ovvero, per svariati motivi, stiamo diventando sem- pre più spioni. Merito della tecnologia, senz'altro, sempre più futuribile e protesa al futuro. Anche se – psicoanalizzandoci – curiosi, lo sapete, siamo sempre stati. Quasi al limite della pura invadenza. Insomma, la notizia da approfondire è questa. Pullula ormai il mer- cato dei cosiddetti "software-spia". Che cosa sono? Essenzialmente programmi, scaricabili anche da Internet per coloro (sempre di più…) che hanno acquisito dimestichezza con i pc, un tempo considerati arne- si infernali, ora tramutatisi, invece, in compagni di vita affidabilissimi, senza i quali tantissimi non sanno più stare. Allora: il più delle volte l'i- dea nasce in seno alle aziende, che vogliono semplicemente controllare i propri dipendenti o anche entrare nei sistemi delle ditte rivali e con- correnti. Ci sono poi professionisti, che magari hanno cominciato a non fidarsi più dei propri soci. Scoprono il metodo, lo adottano e forse si scoprono meno vulnerabili. Ovviamente le richieste maggiori fioccano dai privati. Che poi, essenzialmente sono riconducibili a due categorie. I genitori – che inseriscono "software-spia" all'interno degli smartpho- ne o dei pc dei propri figli. Così facendo possono sapere, bypassando talvolta (non sempre, per fortuna) le eventuali loro bugie od omissioni, cosa fanno, chi frequentano, dove vanno la sera, se marinano la scuola preferendo, magari, un parco pubblico o, dalla primavera in avanti, una bella spiaggia. Ovviamente la curiosità maggiore (quasi doverosa) è se assumono droghe, altre sostanze o se – come troppo spesso ormai acca- de tra gli adolescenti – sono dediti al consumo di alcool. C'è poi l'altra categoria, fiorentissima: quella, ovvero, dei partner che vogliono spiare e/o controllare il marito o la moglie. E qui il reper- torio è vastissimo. La gelosia è uno dei sentimenti che caratterizza gli italiani e le italiane. Molte delle stragi estive (la caratteristica è che gravi fatti di sangue avvengono infatti con le temperature torride) hanno questa genesi: un marito o una moglie che scoprono di essere reciprocamente traditi. Con crollo di nervi, dell'autocontrollo, dell'au- tostima: tutte componenti che, se sommate, conducono talvolta sull'or- lo della follia. Eccoli, allora, i nuovi italiani. Spioni, più che curiosi. La tecnologia, sull'argomento, porta in dote ritrovati non difficili da maneggiare. Sta per arrivare in commercio, ad esempio, un programma che – richiesto per email e di lì a poco inoltrato, sempre per posta elettronica – consen- tirà di assumere in automatico (da remoto) il controllo di un pc. Addirittura con un (decisivo) corollario per chi decidesse di avvalerse- ne: questo programma può anche avvertire chi controlla quando lo spiato/a lo accende. Costo dell'operazione? Fino a 2.500 euro. Tanti ma non troppo se non si vive più serenamente, dominati dai dubbi e dalle incertezze. Lo stesso accade per i cellulari, che ormai sono diventati mezzi per fare qualunque cosa. Anche qui – complici specifici programmi scari- cabili sul web – ci si può inserire nello smartphone dello spiato/a, inse- rendo il "software" che svela tutto. Messaggi, sms, chat, ovviamente telefonate, in arrivo e non. Nulla, insomma, in questo mondo super-tec- nologico mantiene la riservatezza.