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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La grande er uzione che nel 79 d.C. ha 'salvato' il mondo antico L ungo l'arco di costa tirre- n i c a c h e v a d a C a p o Miseno alla Punta della Campanella (Golfo di Napoli) sono dislocati alcuni siti archeo- logici la cui storia è legata alle caratteristiche geologiche del territorio. Fra essi Ercolano, Oplonti, Stabia, Boscoreale e Pompei, sono quelli che per la loro posizione geografica hanno maggiormente risentito delle conseguenze dell'evento disa- stroso dell'eruzione vesuviana del 24 agosto 79 dopo Cristo. Pozzuoli, Baia e Cuma, di pari interesse, si trovano presso la Baia Domizia, ad Ovest di Napoli. A sud-est del Golfo la peni- sola sorrentina è costellata da a m e n e c i t t a d i n e c o m e V i c o E q u e n s e , S o r r e n t o , M a s s a Lubrense, Sant'Agata sui due Golfi, sul versante del Golfo di N a p o l i ; M e t a , P r a i a n o , P o s i t a n o , A m a l f i , M a i o r i , Minori, Vietri sul Mare, dalla parte del Golfo di Salerno. E sulla montagna, al di sopra di Amalfi, Ravello e Agerola. Ischia, Procida, Capri, non lontane, fanno da sentinelle in mezzo al mare: le prime due di fronte a Capo Miseno; Capri q u a s i c o n t i g u a a M a s s a Lubrense. Al centro dell'arco di costa domina il Vesuvio. Alle falde del Vesuvio o non distante di là, appunto, si trova- vano i centri urbani e le ville suburbane, i cui odierni siti a r c h e o l o g i c i c i d a n n o s e g n i manifesti della loro posizione e d e l l a l o r o s t o r i a , i n s i e m e a i m a t e r i a l i d i s t u d i o ( c u l t u r a materiale) per la più generale conoscenza dell'Antichità. M a n e l l a s t e s s a r e g i o n e , come s'è detto, ci sono anche altre bellissime ed interessanti località, di pari valore archeolo- g i c o l e g a t o a l l a c o n o s c e n z a della storia e della geografia della Campania antica; nonché di altrettanta attrattiva turistica e paesaggistica, di fama mondia- le. FUGA DAL VESUVIO In questo paradiso naturale, già apprezzato e frequentato all'epoca dei Romani (e certa- mente anche prima che l'egemo- nia romana si estendesse sulla penisola) nell'estate del 79 d.C. successe il "finimondo". È quanto racconta Plinio il Giovane (61 d.C. – 112 d.C.), testimone oculare dei fatti, nella seconda delle due lettere inviate a Tacito (lo storico dell'Impero romano). Dice, infatti, lo scritto- re romano che "fra quelli che fuggivano da Miseno per metter- si in salvo, ce n'erano molti che si disperavano dicendo che quel- la era l'ultima notte del mondo". E Miseno è a più di 20 km da Ercolano, e a circa 30 km da Pompei! Nell'anno 79 d.C. (data della catastrofe pompeiana, secondo una probabile ricostruzione sto- rica), sotto l'imperatore Tito F l a v i o V e s p a s i a n o , f i g l i o d i Vespasiano, a Capo Miseno, più esattamente nell'insenatura di Baia, si trovava di stanza la flot- t a r o m a n a a l c o m a n d o d e l navarca (ammiraglio) Plinio (il Vecchio), uomo politico e lette- rato, oltre che valente naturali- sta. Con lui c'era la sua famiglia, costituita dalla sorella e dal diciottenne figlio di lei. Il ragazzo, anch'egli Plinio (il Giovane), in quanto adottato dallo zio, dovette conservare il nome gentilizio della famiglia, a scapito di quello del padre natu- rale. Successivamente, divenuto a sua volta un importante uomo pubblico, nel 107 (si era frattan- t o a l t e m p o d e l l ' i m p e r a t o r e T r a i a n o ) i n v i ò d u e l e t t e r e a Tacito in cui gli descrive l'eru- zione del Vesuvio; e, tra le altre cose, racconta anche come in quella occasione era morto suo zio; nella speranza che Tacito, il quale in quegli anni andava pub- blicando le sue Storie, se ne ser- visse come documentazione. GLI SCAVI Questa in sintesi è la situa- zione dei moderni scavi archeo- logici. A Ercolano è stato portato alla luce solo un sesto dell'intera città antica: la parte rimanente è coperta dal moderno insedia- mento urbano. A O p l o n t i ( o g g i T o r r e Annunziata) si può visitare la famosissima villa di Poppea insieme ad una casa, non distan- te, di epoca sannitica; altri ritro- vamenti sono ancora custoditi dai proprietari dei terreni in cui sono affiorati i reperti. A Stabia (Castellammare di Stabia) si possono vedere alcune ville, molto interessanti per la comprensione delle teorie stori- co-estetiche sulla pittura parie- tale pompeiana. A Boscoreale, dove sono allo studio alcune residenze, è stato allestito un museo con annesso centro di ricerca e documenta- zione. È interessante sapere che da una villa di Boscoreale pro- vengono i cosiddetti "Argenti di Pompei" (vasellame d'argen- to) esposti al museo del Louvre. A N a p o l i , o l t r e a d a l c u n i resti della città antica, sono rac- colte, nel Museo Archeologico N a z i o n a l e , l a m a g g i o r p a r t e delle opere d'arte asportabili, trovate durante le operazioni di scavo nel bacino archeologico. A Pompei, l'antica città è stata quasi completamente dis- sepolta, tranne alcune Regiones. A Pozzuoli è possibile visita- re l'anfiteatro e vedere, in una piazza della città non lontana dal porto, un edificio che servi- va da mercato (macellum), chia- mato comunemente "serapeo" (erroneamente considerato tem- pio di Serapide). A Baia ci sono dei ruderi sotto il livello del mare. A Cuma si può visitare il cosiddetto "Antro della Sibilla", e ruderi della città antica. Importanti reperti sono stati trovati a Lacco Ameno (Isola d'Ischia), ora visibili nel locale museo. Resti archeologici roma- ni sono presenti perfino a Capri (Villa di Tiberio). LA STORIA DI POMPEI I l p i ù a n t i c o n u c l e o d e l l a città, è osco (popolazione italica di lingua e cultura indoeuropea insediata nella regione). Verso il VII sec. a.C., per la vicinanza di Napoli e Cuma, Pompei passò sotto l'influenza greca e, succes- sivamente quella etrusca, così come si alternavano le egemo- nie delle due potenze, fino alla definitiva sconfitta subita dagli Etruschi del 474 avanti Cristo nelle acque di Cuma, da parte dei Greci. È di questo periodo, e chiaramente di tecnica greca, la cinta muraria costruita secondo un preciso piano regolatore che, inglobando il più antico gruppo di case, prevedeva uno sviluppo u r b a n o ( p r o g r a m m a t o ) p i ù razionale. Nel V sec. la città fu conqui- stata dai Sanniti (popolazione italica), l'antico popolo delle montagne; e, dopo la loro defi- n i t i v a s c o n f i t t a d a p a r t e d e i Romani (290 a.C.), Pompei fu costretta ad entrare, forse con- t r o v o g l i a , n e l s i s t e m a d e l l e alleanze che Roma aveva creato c o n l a s u a p o t e n z a m i l i t a r e . Perciò, durante il Bellum sociale (90 a.C. - 88 a.C.), la guerra di ribellione a Roma delle città ita- liche alleate (socii), e che Roma aveva rischiato di perdere, essa fu una delle più indomite e bel- l i c o s e , a l p u n t o d a s u b i r e , a guerra già finita, un lungo asse- dio da parte dei soldati di Silla. C o m e d i c o n o g l i s t o r i c i , Roma in questa occasione vinse la guerra militarmente, ma la perse moralmente, in quanto fu costretta ad estendere, una alla volta, anche alle città ribelli il diritto di cittadinanza (cioè il fatto che i loro cittadini diveni- vano "cittadini romani" a tutti gli effetti). Quello che era stato il motivo stesso della guerra. Segno che anche a Roma gli equilibri politici, conseguenza del mutamento delle condizioni economiche e sociali, comincia- vano a mutare. Così nell'80 a.C., risparmiata dalla distruzione, Pompei diven- ne "colonia", cioè abitata da "cittadini romani" (quelli di più antica cittadinanza provenienti da Roma e quelli nuovi, già resi- denti (precedentemente solo "socii"); e questo, proprio per iniziativa di Cornelio Silla che aveva condotto l'assedio. In omaggio al dittatore la città v e n n e c h i a m a t a C o l o n i a C o r n e l i a V e n e r e a P o m p e i a n o r u m , v a l e a d i r e "Colonia dei Pompeiani devota a (Cornelio) Silla e a Venere", o p p u r e " L a C o l o n i a d i S i l l a devota a Venere dalle parti di Pompei". Ma la nuova colonia, LUIGI CASALE Continua a pagina 31 Il 24 agosto del 79 si verificò la più distruttiva esplosione del Vesuvio Scavi a Pompei del 1961. In primo piano alcuni calchi dei pompeiani uccisi dalle ceneri vulcaniche