L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2015

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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 31 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | almeno inizialmente, dovette mantenere quello spirito distac- cato e ribelle, se Spartaco, il sol- dato trace scappato da Capua, fatto schiavo e divenuto gladia- tore, messosi poi a capo di una rivolta di schiavi (circa 15 mila) che tormentò l'Italia dal 73 al 71 a.C., si aggirò più volte nei suoi dintorni, cercando riparo sul Vesuvio. Forse sperava di t r o v a r e f r a g l i a b i t a n t i d i P o m p e i , s e n o n p r o p r i o u n a complice alleanza, almeno una certa compiacenza per il sosten- tamento della truppa. Questa in breve la storia di Pompei, che si interrompe bru- scamente nel 79 d.C. L'ERUZIONE Il fatto che l'evento catastro- fico dell'eruzione vesuviana del 79, interrompendo in un attimo la vita della città ce l'abbia con- servata integralmente, ci con- sente di arricchire questo breve profilo di storia che abbiamo tracciato, con tutta una serie di ricostruzioni di particolari, gra- zie alla grande mole di docu- menti della cultura materiale disponibili. C o s ì l a v i t a , i n t e r r o t t a s i improvvisamente in un giorno di agosto di circa 2000 anni fa, si rianima e si presenta al nostro intelletto in tutto il suo fervore, quale poteva essere quella di un'opulenta città meridionale, culturalmente e commercial- mente dinamica, che traeva la sua ricchezza dalla campagna retrostante, dal mare verso il quale sembrava orientata, dalle attività artigianali (che conside- rata l'epoca potremmo chiamare anche industriali), e dai traffici commerciali. Poi c'è la vita politica, l'am- ministrazione pubblica, i cantie- ri per la ricostruzione del dopo- terremoto del 63; la stessa vita sociale degli abitanti, assurti alla dignità di "cives" (cittadini romani) fin dall'80 a.C. Le strade, il foro, i mercati, i t e m p l i , l e t a n t e p a l e s t r e , l e terme, l'anfiteatro, i due teatri, i negozi, le botteghe, le officine, l e a s s o c i a z i o n i , l e s c u o l e d i a v v i a m e n t o a i m e s t i e r i , g l i alberghi, i ritrovi per l'intratte- nimento e per il gioco, le betto- le, il lupanare, le ricche case p r i v a t e , q u e l l e l u s s u o s e d e i benestanti e quelle del popolo a t t i v o , m a a n c h e q u e l l e p i ù modeste: sono tutti spazi aperti alla socializzazione. È una fitta rete di relazioni sociali che ogni pietra, ogni reperto, utensile o manufatto, ogni segno grafico o pittorico, mostrano al visitatore attento. Possiamo rivivere i momenti dell'attività amministrativa e del governo della cosa pubblica (la candidatura, la propaganda, le elezioni, i lavori pubblici); la pratica della religione tradizio- nale, e quella dei nuovi culti misterici (che, provenienti dal vicino Oriente e accessibili solo agli iniziati, si diffondevano anche in Italia); l'attività produt- tiva delle ville suburbane - fat- torie -, come la Villa dei Misteri e l a D o m u s S a n n i t i c a d i O p l o n t i , o l e v i l l e d ' o z i o ("otium" come studio e medita- zione); i ricevimenti nelle gran- di case di rappresentanza, come quella del Fauno a Pompei o quella di Poppea ad Oplontis, e quelle eleganti di Stabiae; il lavoro nei laboratori e nelle bot- teghe; la passione del tifo nel- l'anfiteatro, le manifestazioni culturali nel teatro e nel piccolo odeon o nelle case delle grandi famiglie; possiamo vedere (con gli occhi della mente) i giovani nelle palestre (che probabilmen- te servivano come scuole di for- mazione umana e culturale, se non addirittura accademica). E rivivere la vita intima delle famiglie, il lavoro della padrona e delle serve, l'approvvigiona- mento dell'acqua, la custodia d e l f u o c o , l a c o n s e r v a z i o n e delle derrate, la preparazione del cibo, lo studio, l'educazione dei figli, gli amori, la visita di amici, il saluto dei clienti, ecc. Tutto questo immaginario - che non è affatto gratuito lavoro di fantasia - è fatto di ipotesi vero- simili o ricostruzioni documen- t a r i e , s u p p o r t a t e d a o g g e t t i , m a n u f a t t i , i n d i z i , t u t t e c o s e reali, presenti ai nostri occhi e alla n o s tr a co mp r en s io n e. È questa l'originalità e l'unicità di Pompei. LA CITTÀ RITROVATA I primi ritrovamenti di reper- ti pompeiani, quelli di cui si ha n o t i z i a , r i s a l g o n o a g l i a n n i 1594-1600, quando si cominciò a scavare un canale di deriva- zione del fiume Sarno per porta- re l'acqua a Torre Annunziata, dove si pensava di attrezzare un insediamento industriale. È d e l 1 7 4 8 l ' i n i z i o d e l l o scavo di Ercolano, per opera d e l l ' i n g e g n e r e D o m e n i c o Fontana. Solo nel 1860 si ha un'organizzazione scientifica d e g l i s c a v i a P o m p e i e a d Ercolano, affidati allo storico Giuseppe Fiorelli, che divise la città in zone che designò con i termini di "regiones" (rioni) e "insule" (isolati), il quale esco- gitò anche la tecnica della cola- ta di gesso per recuperare le forme dei corpi di esseri viventi o di oggetti di legno ed altri materiali organici, che a causa del lungo e costante interramen- to si erano traformati in sostan- ze volatili, le quali in seguito allo scavo si dissolvevano al contatto con l'aria. Persone, animali, ceppi di alberi abbattuti, porte e finestre, ruote di carri, ecc. sono visibili, oggi, grazie a questa tecnica. I manufatti e le opere d'arte, però, s i c o n t i n u ò a t r a s f e r i r l i n e i musei; soprattutto nel Museo A r c h e o l o g i c o N a z i o n a l e d i Napoli. N e g l i a n n i ' 3 0 c o l p r o f . Amedeo Maiuri, che provvide alla ricostruzione critica e stori- ca della città, entra la concezio- ne moderna dello scavo archeo- logico. Opera continuata a parti- re dagli anni '60 dal prof. De Franciscis e da lui estesa con rigore scientifico a tutta la geo- grafia della Campania antica. In seguito, il prof. Giovanni Guzzo, ha dovuto confrontarsi con i problemi della promozio- ne degli studi, della riqualifica- zione del turismo verso un turi- smo culturale, e con quello – molto più grave - della tutela, della conservazione e della sal- v a g u a r d i a d i u n p a t r i m o n i o archeologico così vario ed este- so, esposto alle intemperie, e di difficile controllo. Dopo l'eruzione, con le tra- sformazioni politiche e sociali dell'Impero Romano, il toponi- mo Pompei aveva perduto la sua identificazione con un preciso p u n t o g e o g r a f i c o . M e n t r e i l luogo dove era seppellita l'anti- ca città, a partire dal Medioevo, aveva assunto il nome di "Civita Giuliana" (ancora vivo nella toponomastica locale), che alla fine nessuno più riconosceva come segno della presenza della città sepolta. Solo quando si ebbe la certezza scientifica che quei ruderi scoperti occasional- mente nel '600, appartenevano all'antica città citata dagli autori classici, cioè Pompei, la zona della Civita Giuliana, allora nel territorio di Torre Annunziata, c o m i n c i ò a e s s e r e c h i a m a t a "Valle di Pompei". In seguito, anche il modesto casale che darà origine all'attua- le moderna cittadina, fino alla sua autonomia amministrativa, fu chiamato Pompei. Oggi è una città di circa 20.000 abitanti, con un importante Santuario mariano. E un'attrazione turisti- ca mondiale. L'URBANISTICA Per spiegare l'origine della forma della città romana si dice che essa riproduca lo schema dei "castra", l'accampamento militare, con le quattro torri agli angoli del quadrilatero, le porte di accesso al centro dei lati, e all'interno il reticolo di strade (quasi sempre perpendicolari) formato dall'incrocio delle stra- de: i cardines (asse nord/sud) e i decumani (est/ovest), di cui solo quelli centrali, cioè il cardo maximus e il decumanus maxi- mus, passando per le porte della città, ne permettono l'accesso e la sortita. Per Pompei questa regola sembra non valere. Qui conta di più la morfologia del terreno, la funzionalità, il rapporto con l'acqua, con la luce, con gli s p a z i . U n a c o n s a p e v o l e z z a urbanistica "ante litteram". Qui vediamo che ci sono due "decumani maiores", invece di uno, il maximus, mentre il vero "cardo" è uno solo. In effetti più che di quartieri, ci troviamo in presenza di sestieri, ognuno con la sua linea di sviluppo, com- p r e s o q u e l l o f o r m a t o d a l l e "Regiones VIII e VII" non bene distinte, in quanto costituiscono il nucleo originario della città, spontaneamente sorto. La città si estende in lun- ghezza lungo l'asse Est-Ovest (decumani), e in larghezza da Nord a Sud (cardines). Pompei e dintorni: lezione di archeologia vesuviana Un thermopolium dove venivano venduti cibi caldi e bevande Il sito di Pompei, inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità Unesco, è visitato da oltre 2 milioni di turisti all'anno

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